l'oro di Fiona salva L'ltalia di Giorgio Barberis
Mondiali indoor a Parigi: vince la May (6,86 nel lungo), Di Napoli sfiora il podio nei 3000 Mondiali indoor a Parigi: vince la May (6,86 nel lungo), Di Napoli sfiora il podio nei 3000 l'oro di Bona salva Pltalia Super Kipketer, altro record sugli 800 PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Thank you, Fiona. E' merito della ragazza di Slough, che per amore di Gianni Iapichino ha rinunciato ad essere cittadina del Regno Unito, se anche l'Italia può festeggiare e ricordare in futuro questa edizione dei Mondiali indoor - sui quali il fantastico Kipketer ha lasciato la sua impronta ritoccando di un altro secondo il record degli 800 - come quelli, appunto, della conferma iridata della May: campionessa all'aperto due anni fa a Goteborg, seconda ai Giochi di Atlanta, Fiona si è presa infatti la rivincita sulla nigeriana Ajunwa che l'aveva battuta all'Olimpiade, conquistando il titolo iridato al coperto. A corollario del suo successo, la May ha ritoccato anche in due occasioni il limite italiano, di un centimetro per volta: prima, da 6,84 a 6,85 (ed era il salto d'esordio), quindi atterrando a 6,86 al quarto tentativo. E al record è arrivato anche Genny Di Napoli sui 3000, al termine di una prova che pur vedendolo fuori dal podio può essere considerata forse la sua miglior gara di sempre. Tre africani davanti, con il piccolo Gebrselassie dominatore incontrastabile, non sono certo una vergogna, tanto più che l'azzurro si è comunque lasciato alle spalle Moses Kiptanui. E in quel «Sorry» che Genny ha rivolto al keniano incrociandolo nella zona dopo il traguardo c'è non soltanto la stima verso il campione, ma forse anche la nuova dimensione di un trentenne al quale in passato è capitato fin troppo spesso di giocare con il proprio talento, rifiutandosi di crescere. Il nuovo Di Napoli ci piace e mostra una maturità che può portarlo lontano e dargli quel gusto di lottare che spesso gli è difettato in passato. Sotto questo aspetto la May può fargli da maestra. Ha riso e pianto, febee, appena conclusa la gara, ma quando si è presentata all'intervista sambrava già un'altra. E le sue parole erano affilate lame di coltello: «Sì, questo successo, che non avevo programmato visto che ho deciso di disputare i Mondiali soltanto dopo il record italiano ottenuto a Mosca (6,811'8 febbraio, ndr), è una specie di vendetta per Atlanta. Ma non basta. E non mi sentirò ripagata neppure dall'eventuale vit¬ toria ad Atene. Aspetto Sydney, è lì che dovrò battere l'Ajunwa». Poi, dando spazio al rancore per chi non seppe apprezzarne le qualità a suo tempo, si è profusa in lodi verso l'Italia «dove è un paradiso fare attività rispetto all'Inghilterra». «Adesso - ha concluso Fiona - speriamo che vengano programmati al più presto i tre controlli a sorpresa antidoping, senza i quali non posso ritirare i 50 mila dollari di premio: sto mettendo a posto con mio marito la nuova casa e questi soldi ci servono proprio». La May, al comando della graduatoria fin dal primo salto, ha fatto gara di testa. Come negli 800 il danese (di nascita keniana) Wilson Kipketer, il cui tempo (l'42"67) si colloca al 17° posto tra i risultati di tutti i tempi. La sua gara è stata spettacolare, scandita come se nelle gambe avesse un cronometro: 24"22 i primi 200 metri, poi nei successivi 26", 26"27, 26" 18. «E' stato durante il riscaldamento - ha poi raccontato - che mi sono reso conto di come le mie gambe girassero bene. Allora mi sono chiesto: perché non provare a far meglio di due giorni fa? E non è stato neppure difficile. Certo, questi risultati indoor significano molto in proiezione estiva. Parigi, questa Parigi non la dimenticherò facilmente». Kipketer è il re di questi Mondiali indoor, che pure nella loro giornata conclusiva hanno proposto un Gebrselassie eccellente (fantastico come ha stroncato gli avversari dei 3000 attaccando con violenza dopo un terzo di gara) e altri due record del mondo, con la staffetta femminile russa 4 x 400, e nell'asta donne dove la statunitense Dragila ha eguagliato il 4,40 dell'australiana George, battuta a sorpresa. Né va dimenticato l'amarcord rappresentato dai 1500 femminili vinti dalla 45enne russa Yekaterina Podkopayeva davanti alla 40enne statunitense Mary Slaney. Due vite dedicate alla corsa, due incredibili esempi di longevità, visto che si sono imposte ad una concorrenza tutt'altro che scadente e proprio in occasione dei Mondiali indoor in cui si è avuto un netto salto di qualità nei partecipanti, incentivati dai premi in denaro. Giorgio Barberis
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