«Eravamo padroni del gioco ci è mancato soltanto il gol» di Claudio Giacchino

«Eravamo padroni del gioco d è mancato soltanto il gol» «Eravamo padroni del gioco d è mancato soltanto il gol» IL PAREGGIO SODDISFA LIPPI L. MILANO " arbitro non parla, mai nella storia quasi centenaria del campionato se ne era visto uno salire in sala stampa e spiegare il perchè di un gol dato e poi annullato. Dopo Inter-Juve, è successo e ora Lippi ed i giocatori bianconeri, più che commentare lo 00 che li avvicina ulteriormente allo scudetto, hanno parole per la sensazionale prima volta del direttore di gara ciarliero. Così, ecco Lippi, che si piazza davanti ai microfoni subito dopo che un irritatissimo Hodgson gli ha ceduto la sedia. Esordisce così: «Collina ha fatto una cosa che dovrebbero fare tutti i suoi colleghi. Si parla tanto della necessità di avere due direttori di gara in campo, stavolta s'è visto che uno basta e avanza se consulta i suoi collabratori come e quando si deve. Complimenti all'arbitro, non era facile, davanti a ottantamila spettatori, comportarsi così». Dalla platea qualcuno borbotta: «Chissà se Lippi direbbe le stesse cose nel caso Collina avesse concesso e poi negato un gol alla sua Juve». Altri cronisti, ad alta voce domandano, mettendoci un po' di pepe: «Scusi, ma non le è parso che Collina ci abbia messo tanto, troppo, per decidere di togliere la rete all'Inter?» La risposta è pronta: «Macché, è stato velocissimo l'arbitro, via, più tempestivo non sarebbe potuto essere... Ha dovuto andare dal guardalinee, c'erano i miei giocatori che protestavano, non si può certo affermare che abbia indugiato». Lippi chiude la questione augurandosi «di vedere altre volte un direttore di gara comportarsi con il coraggio di Collina» e passa ad analizzare il duello che, come si è detto, avvicina la Juventus allo scudetto. Quello scudetto che, confessa il condottiero «vogliamo con tutte le nostre forze, è dal primo giorno di ritiro, dal mese di luglio, che vogliamo conquistarlo». Beh, ormai il desiderio è quasisi diventato realtà, persino Hodgson ha ammesso, pochi minuti fa, che siete campioni, che la caccia dell'Inter è ormai circoscritta al secondo posto. Ovviamente Marcello il bello non risponderebbe sì nemmeno sotto tortura, tant'è che, secondo ovvietà e dovere professionale, replica: «Non sono d'accordo con il collega, la strada è ancora lunga... E poi non dovete credere a Hodgson, lui punta ancora allo scudetto. Inoltre, come possiamo scordarci del Parma?». In campo, in particolare nel primo tempo, Lippi s'era dannato parecchio nel vedere i suoi far tremare Pagliuca senza anche farlo disperare. Conferma: «Abbiamo comandato il gioco, abbiamo avuto trequattro grosse occasioni. Con altre due abbiamo inaugurato la ripresa poi, com'era logico, l'Inter ha riequilibrato la partita. Sono contento, abbiamo giocato come si doveva, ci è mancato solo il gol». Constatazione che è sempre la spia di un rammarico non piccolo. Il conducator si congeda difendendo Boksic: «Non discuto la decisione di Collina di espellerlo, ma tenete presente che Alen è pesante e quando 90 chili franano addosso all'avversario può anche scapparci che una gamba s'appoggi sull'avversario... Sapete, l'irruenza». Bravo Lippi, come avvocato difensore non ha nulla da imparare. Lodi a Collina anche da parte di Peruzzi e Di Livio. Il portiere racconta: «Subito, non ho protestato perché anch'io credevo che il pallone fosse arrivato a Ganz su un colpo di testa di Monterò. Quando i compagni m'hanno urlato che, al contrario, era stato colpito da Zamorano, allora sono corso subito dal guardalinee, per fortuna che Collina ha avuto coraggio». Di Livio fa eco: «E che coraggio. E' vero, noi abbiamo protestato subito con vigore dato che il fuorigioco era enorme. Protestare è stata la cosa più giusta». La serata bianconera ha una sola, piccola nube: l'infortunio a Torricelli. Moreno s'è procurato una distorsione al ginocchio destro, oggi sarà appurata l'entità del danno. Per chiudere, le dichiarazioni di Umberto Agnelli: «E' finita 0-0, però è stata una sfida bella, vibrante, ricca di colpi di scena. La Juve si confermata più squadra dell'Inter: i nerazzurri hanno forse maggiori individualità, ma di sicuro è meno squadra di noi». Claudio Giacchino

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