La Regione sotto accusa per il lavoro

Sindone, un affare da 160 miliardi Polemica con Scalfaro La Regione sotto accusa per il lavoro Un progetto presentato alla Regione per inserire nei corsi di formazione professionale 9 mila persone, che non sarebbe mai stato preso in considerazione. L'ha denunciato con fax inviato al Quirinale un «ingegnere torinese». E il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, durante la visita in Sicilia, l'ha portato ad esempio per sottolineare l'inerzia delle istituzioni, di fronte all'esercito di disoccupati che chiedono il dovuto: poter vivere in modo sereno. Un argomento che «toglie il sonno», ha aggiunto Scalfaro, richiamando tutte le realtà dello Stato, dalle Regioni al governo, al dovere di combattere la disoccupazione. La risposta della giunta di piazza Castello non si è fatta attendere. Per l'assessore al Lavoro e alla Formazione, Antonino Masaracchio (ma anche per il presidente Enzo Ghigo) il Capo dello Stato prima di «parlare e di lanciare anatemi fuori casa (visto che in Piemonte è a casa) dovrebbe informarsi». E' vera la «notizia» di quel progetto per «novemila», trascurato dalla giunta Ghigo e, quindi, mai inserito nei programmi della formazione piemontese? Risponde Masaracchio: «Se avessi il nome di quell'ingegnere potrei rispondere con maggior precisione. Tuttavia, la Regione ogni anno spende oltre 240 miliardi per formare e avviare cittadini al lavoro. Sono fondi dell'Unione europea che ci obbligano a rispettare regole rigorose. Inoltre esiste un comitato, nel quale sono presenti tutte le parti sociali, che valuta i progetti». Perché, specifica l'assessore, non tutte le ipotesi d'intervento e di finanziamento di corsi possono essere accolte. «Sono troppe, anche se accogliamo e formiamo migliaia di giovani e non ogni anno». Quantità non sempre vuol dire qualità. Di qui la necessità di selezionare. «E probabilmente - osserva Masaracchio - quel progetto non ha raggiunto il punteggio necessario per essere inserito nei programmi di formazione. Senza sapere da chi è arrivata la proposta, posso soltanto dire che sicuramente è stata ritenuta meno valida di altre. Ma non da me, bensì dal comitato di valutazione previsto dalla legge 63, varata dalla precedente giunta Brizio, a favore della quale io, allora all'opposizione come consigliere di An, votai, perché è un'ottima legge». Masaracchio definisce «sortita infelice» quella di Scalfaro. Anche se, in definitiva, gli concede l'attenuante della buona fede, affermando: «Sarà mia premura inviare subito una relazione dettagliata al Quirinale. In modo che anche Scalfaro sappia che il Piemonte è una delle poche Regioni che investono tutti i finanziamenti ricevuti dall'Ue e da altri organismi». Giuseppe Sangiorgio

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