I genitori del pedofilo sapevano del delitto
Belgio, segreto mantenuto per 5 anni Belgio, segreto mantenuto per 5 anni I genitori del pedofilo sapevano del delitto Ma la legge belga non può punirli Folla ai funerali diLoubna a Tangeri BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I genitori e il fratello di Patrick Derochette sapevano, hanno sempre saputo. Ma per cinque anni hanno mantenuto un segreto orribile. Lo hanno fatto per proteggere l'allampanato benzinaio che, il 5 agosto del 1992, rapì e violentò la piccola marocchina Loubna Benaissa, sepolta ieri a Tangeri all'ombra di un cipresso. La notizia è stata pubblicata dal quotidiano «Le Soir», poi è stata ripresa da «Dimanche Matin» e dalla Tv. Conferme ufficiali non ce ne sono, ma da subito era apparso impossibile che nessuno, in casa Derochette, si fosse accorto del rapimento, dello stupro e della morte della bambina, marcita in una cassa d'acciaio in cantina. La procura di Neufchateau, ha però lasciato liberi i genitori e il fratello del maniaco. Perché non hanno partecipato ni delitto, e perché in Belgio chi non denuncia il crimine già commesso da un famigliare non è perseguibile. Derochette continua a dire di aver ucciso involontariamente la piccola, mandandola a sbattere contro la cassa dove è stata trovata mercoledì. Ma l'autopsia non ha rivelato lesioni gravi. Mentre a Bruxelles, Anversa e Charleroi proseguivano le manifestazioni in memoria di Loubna, a Tangeri, in Marocco, una folla mesta e rabbiosa di 30 mila persone ha partecipato ai funerali del'a bimba, alla presenza del padre, della sorella Nabela e dei familiari di altri bambini uccisi in Belgio dai pedofili. Il corpo è stato vegliato tutta la notte nella casa di famiglia a Lalla Chafia, il quartiere popolare alla periferia della città dove, sotto una grande tenda, tutti gli abitanti hanno partecipato al pranzo di lutto. Poi il carro funebre è partito, si è fermato in una piazzetta per una prima lettura di versetti del Corano, ed ha proseguito lento lungo il Viale del Belgio, fino alla grande moschea Mohamed V. Ali di folla al grido di ((.Allah akbar» hanno accompagnato il corteo funebre, attorniato da un consistente servizio d'ordine. Mentre gruppi di giovani scandivano «Loubna, piccola martire, Dio ti vendicherà». Il feretro è stato posto al centro della grande moschea, rivolto verso la Mecca. L'imam ha pronunciato la preghiera dei morti, davanti ad una folla vestita di bianco, simbolo di lutto. Il corteo s'è poi diretto verso il cimitero municipale dei Mujaheddin, i Martiri, su una delle due colline che dominano la città e lo stretto di Gibilterra. Lì la bara è stala calata nella terra dal padre Lahssen e dalla sorella Nabela. All'ombra di un cipresso di fronte al mare. Fabio Squillante
Persone citate: Fabio Squillante, Lalla Chafia, Loubna Benaissa, Patrick Derochette
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