«Tra Rifondazione e il pds sfida per l'egemonia»

E FAUSTO BERTINOTTI «Tra RHondazione e il pds sfida per l'egemonia» E ROMA CCOLO qui, Fausto Bertinotti, il bastian contrario della maggioranza, in questa domenica che per lui non è certo di riposo. Ha appena scatenato un vespaio di polemiche perché ha dichiarato - in un'intervista a Repubblica - che il governo non potrà durare Impassibile conferma ciò che ha detto, anzi rincara la dose e sostiene che la crisi potrebbe essere vicinissima, che l'esecutivo non è «ancora fuori pericolo»: «I nodi dell'occupazione e delle privatizzazioni - spiega - non sono affatto superati». Ma non basta: il segretario di Rifondazione è pronto ad aprire un altro fronte, questa volta con il pds, per una sfida all'ultimo voto. Allora, onorevole Bertinotti, i suoi rapporti con D'Alema non sono migliorati dopo l'incontro dell'altro giorno? «Non è un problema di rapporti personali, è che tra il prc e il pds si è aperto un conflitto, è iniziata una sfida per l'egemonia. E chi ha più filo tesserà più tela, ben sapendo che nel tempo la contrapposizione potrà divenire anche aspra. Per questo io dico sempre che è una sciocchezza quella di voler ridurre ad una la sinistra. Le sinistre sono due, questo è un fatto innegabile». Allora ha ragione il pds quando l'accusa di aver adottato questa linea di comportamento perché vuole togliere i voti alla Quercia. «Bè, la crescita del consenso per il mio partito è uno degli elementi dell'impresa a cui mi sono accinto. Però non sono così ingenuo da pensare che ora, subito, posso prendere i voti del pds e riequilibrare le posizioni tra noi e loro. Ma per l'immediato posso comunque ottenere un'altra cosa in questa sfida che si è aperta». Che cosa, onorevole Bertinotti? «Posso aumentare la capacità d'influenza di Rifondazione. Que sta influenza, d'altra parte, l'avverte anche il corpo dell'elettorato del pds. Le faccio due esi :npi pratici. Quando io difendo le pensioni d'anzianità mando un messaggio chiaro di come io concepisco il lavoro all'operaio di Brescia che ha 35 anni dì fabbrica alle spalle. E quando propongo il lavoro minimo garantito mando un altro segnale ai giovani: dico loro non cadete nella trappola del pds che sostiene che per trovare occupazione bisogna ridurre il grado dì protezione di cui godono gli anziani». Insomma, onorevole Bertinotti, lei lancia al pds una sfida in piena regola. Ma non pensa che l'elettorato della Quercia e anche il suo possano non gradile le divisioni e i litigi a sinistra? «Porre così il problema significa presupporre che vi siano le condizioni per una sinistra unita, ma così non è. Purtroppo questa unità si è spezzata nel profondo con lo scioglimento del pei. Quella è stata la prima divaricazione. A cui se n'è aggiunta un'altra più di fondo: le risposte da dare al processo di modernizzazione capitalistica. E questo è un contrasto ineliminabile. Ma ciò non significa che queste due sinistre debbano essere per forza nemiche e litigiose». Bè, da come lei dipinge la situazione è difficile che queste «due sinistre» non siano avversarie... «No, perché si possono trovare delle convergenze sul "qui e ora". Lo abbiamo fatto con gli accordi di desistenza alle elezioni. Non lo facciamo alle amministrative di Torino per colpa del pds. Potremmo farlo sul "pacchetto occupazione" anche se le strategie del pds e del pie sul "problema lavoro" sono alternative». A proposito dell'occupazione. Non le sembra, su questo come su altri problemi quali le privatizzazioni, di aver as¬ sunto il ruolo che aveva Bossi nel Polo? Lei dice sempre «no» a tutto, mette in continua fibrillazione la maggioranza... «No, io non sono come Bossi. Non sto nel governo, mentre lui ci stava. Il mio partito aveva un programma diverso da quello dell'Ulivo e non ha né ministri, né sottosegretari e non si è fatto coinvolgere in tutte queste nomine fatte dall'esecutivo. E quando Prodi dice che io ho rallentato l'attività del suo governo, gli ricordo che invece ne ho evitato la caduta. Comunque è innegabile che il problema della fibrillazione c'è. Gli ostacoli di questi giorni, cioè occupazione e privatizzazioni, non sono stati superati. E non si è nemmeno cominciato a discutere della manovrina, dove le posizioni del governo sono articolate, prenda per esempio quello che dice Ciampi...». E tra sei mesi si porrà il problema della Finanziaria... «Sì, se superiamo gli ostacoli di oggi - e questo non è ancora detto - quello sarà il vero passaggio cruciale. Allora vi sarà il chiarimento, si saprà se questa maggioranza è in grado di andare avanti o no». Maria Teresa Meli «Col tempo la partita potrà farsi più aspra Il mio scopo consiste nel togliere voti alla Quercia e aumentare il peso del mio partito» Romano Prodi e Walter Veltroni il presidente del Consiglio e il suo vice a Gargonza

Luoghi citati: Brescia, Roma, Torino