Elettrochoc incubo riabilitato

Psichiatria democratica: «Così si ripropone la cultura della violenza sui malati di mente» «Non provoca danni fisiologici e può essere usato per la depressione. Vigileremo su possibili abusi» Elettrochoc, incubo riabilitato // ministero della Sanità: metodo efficace ROMA. Ritorna l'incubo dell'elettrochoc per i malati di mente. Oggi una circolare del ministero della Sanità lo ripropone, definendolo «presidio di provata efficacia», secondo il parere del Consiglio superiore di Sanità (Css). Un ritorno temuto da medici e malati. Ventidue anni fa anche un film, «Qualcuno volò sul mdo del cuculo» del regista Milos Forman, interpretato da Jack Nicholson, decretò il fallimento della cosiddetta «psichiatria biologica» che tra i suoi «cavalli di battaglia» aveva proprio l'elettrochoc. La circolare è stata inviata agli assessori regionali e ai servizi di psichiatria per aggiornarli sulla metodica, ma nello stesso tempo per prevenire possibili abusi. L'indicazione del Css è riferita a patologie specifiche tra le quali alcune forme di depressione. Nella circolare, il ministro della Sanità Rosy Bindi sottolinea che la tee pone «controindicazioni di natura strettamente medica alquanto limitate, non provoca danni fisiologici e ha effetti collaterali moderati e circoscritti nel tempo». «La chiara evidenza dell'efficacia della tee pone anche la questione se sia giusto relegare l'intervento al ruolo di ultima scelta sottoponendo i pazienti a lunglii periodi di tentativi farmacologici e inutili sofferenze». La circolare ha subito suscitato polemiche. Gli specialisti denunciano un passo indietro nelle terapie per la cura delle malattie mentali. Lo psichiatra Paolo Crepet sostiene che l'elettrochoc torna oggi in auge come «bandiera» per rilanciare la corrente culturale a favore della psichiatria biologica ma con un'operazione di «bassissimo livello scientifico». «Non c'era alcun bisogno di riabilitare l'elettrochoc - ha spiegato -, non è mai stato vietato, non si commette reato eseguendolo. Occorre però una vera sorveglianza. Inoltre è bugia sostenere che non ha controindicazioni: innanzitutto occorre l'anestesia generale, che di per sé comporta dei rischi e, anche se in bassa percentuale, anche il pericolo di morte». Crepet ha poi ricordato di aver eseguito, per conto della società italiana di psichiatria, uno studio su 600 casi secondo cui «l'efficacia, quando c'era, era limitata a pochissime patologie e non era garantita nel tempo». «La riproposizione della tee sottende ancora una volta il mito della incurabilità delle malattie mentali e quindi la cultura e la prassi della violenza, del rifiuto della diversità, dell'abbandono senza speranza e del non trattamento». E' questo il commento del segretario nazionale della società italiana di psichiatria democratica, Emilio Lupo. A favore di una «restrizione delle maglie» riguardo le indicazioni contenute nella circolare è il professor Pierluigi Scavicchio, presidente della società italiana di psichiatria e componente dell'osservatorio del ministero sulla salute mentale. Per l'esperto infatti le patologie per cui è utile la tee «si contano su meno delle dita di una mano». • L'estensione dell'efficacia dell'elettrochoc a «forme diverse di depressione, pazienti suicidari, forme schizofreniche in cui prevalgano i sintomi positivi» porterebbe «un numero elevato di pazienti, intorno ai 200 mila, a doversi sottoporre al trattamen¬ to». Lo sostiene Massimo Cozza, coordinatore della Consulta nazionale per la salute mentale e componente dell'osservatorio del ministero sulla salute mentale, secondo cui la circolare e il documento del Consiglio superiore di sanità (Css) rappresentano un «ritorno al passato, quando la tee veniva fatta in modo scientifico ai pazienti dei manicomi». Per Cozza, il Css «cita pareri di società scientifiche senza indicare quali: la letteratura scientifica non ha un univoco pensiero in materia e quindi può essere selezionata a scelta. La stessa associazione americana citata nel parere è tra quelle che promuove la tee». In serata il ministro Rosy Bindi ha criticato le reazioni, definendole allarmismi inutili. «Nel documento mi limito a rendere noto un parere del Consiglio superiore della sanità. Non credo che in questa delicata fase della psichiatria italiana allarmismi come questi possano essere utili», [a. tor.] Psichiatria democratica: «Così si ripropone la cultura della violenza sui malati di mente» Il ministro Rosy Bindi «Un inutile allarmismo che nasconde uno scontro ideologico» CHE COS'È' L'elettrochoc è stato inventato nel 1938 dai neurologi italiani Ugo Cedetti e Lucio Bini. Il suo nome tecnico è «terapia elettroconvulsivante» (tee): si ta passare nel cervello, attraverso due elettrodi sulle tempie, una scarica di corrente elettrica alternata di intensità compresa fra 100 e 130 volt per due-tre decimi di secondo. Così l'attività elettrica del cervello viene annullata e poi fatta ripartire in modo autonomo. COSI' ALL'ESTERO GRAN BRETAGNA: Si usa come rimedio estremo per gravi stati depressivi. Necessario il consenso scritto del paziente FRANCIA: L'elettrochoc è ammesso dalla legge, ma con il consenso del paziente GERMANIA: Pur rimanendo assai controverso, è giuridicamente ammesso come cura RUSSIA: Da cinque anni è vietato, perché si ritiene che rischi di provocare gravi complicazioni SVEZIA: Di recente ne è stala introdotta una forma moderna nota come ed; considerata meno dolorosa Una scena del film «Qualcuno volò sul nido del cuculo» interpretato da Jack Nicholson: un atto d'accusa contro l'elettrochoc

Luoghi citati: Francia, Germania, Gran Bretagna, Roma, Russia, Svezia