« Processo simulacro »

« « Processo simulacro » «Hanno impedito che mi difendessi » IL«J'ACCUSE» DELL'EX MINISTRO QNAPOLI UALCHE settimana fa si era attirato le proteste degli italiani indignati per averlo visto davanti alle telecamere di «Prima Serata», su Raitre. Ieri, Francesco De Lorenzo ha dovuto ingoiare un altro boccone amaro, la condanna a otto anni e quattro mesi di carcere pronunciata dal presidente della settima sezione del tribunale, Massimo Galli. Per la verità amaro fino ad un certo punto, visto che la corte gli ha fatto uno «sconto» di un anno e sei mesi sulle richieste dei pm. Se ne rende conto anche l'ex ministro, che rilancia: «Il tribunale ha ampiamente ridimensionato l'impianto accusatorio eliminando le ipotesi che i pm avevano ritenuto i fatti più gravi, come la corruzione legislativa». Sta di fatto che, con questa condanna, il tribunale ha dimostrato di aver creduto al suo principale accusatore, l'amico di un tempo e fedele segretario Giovanni Marone. Non è così? «Gli atti parlano chiaro. Il problema, semmai, è un altro. Io non ho avuto la possibilità di difendermi. Voglio dire che questo è stato un processo simulacro». Perché mai simulacro? «Sono stato giudicato da solo, chissà perché la mia posizione è stata stralciata da quella di altri 138 coimputati, gente che secondo l'accusa avrebbe fatto con me un'associazione a delinquere. Risultato: la mia difesa è stata impossibile». Vuole dire che non è stato un processo regolare? «Centoquattro di quei coimputati, chiamati sul banco dei testimoni, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, quindi non c'è stata la possibilità da parte del tribunale di procedere a una verifica della prova. Nel nostro Paese c'è una legislazione singolare che penalizza fortemente la difesa. Ripeto, si è trattato di un dibattimento-simulacro, il contrario di ciò che secondo la normativa dovrebbe essere un processo penale. Questo discorso, naturalmente, vale per tutti gli altri imputati costretti a subire processi che non consentono una corretta formazione della prova. Poi c'è il discorso sugli organi d'informazione...». Che cosa c'entrano i giornali e la tv? «Non ho avuto la fortuna di essere ascoltato, perché è passata solo la tesi dell'accusa. Credo che ciò non faccia parte di un Paese civile che, anche nel mondo dell'informazione, ritiene i diritti della difesa sullo stesso piano di quelli dell'accusa. Così le argomentazioni dell'accusa vengono trasformate in sentenze: ho subito un processo di piazza nel quale non ho avuto alcuna possibilità di difendermi. Ho tentato di tutto, e ringrazio i miei avvocati Gustavo Pansini, Arturo Frojo e Giovanni Esposito Fariello, che si sono battuti in condizioni impossibili». Che cosa farà ora? «Farò di tutto nella mia vita futura per far capire alla gente che non siamo in uno Stato di diritto». Lei dice che questo non è uno Stato di diritto, ma è lo stesso Stato che l'ha portata in Parlamento. Non è così? «Qui sono state stravolte interpretazioni della Corte Costituzionale. Non è stata possibile la difesa. Mi domando se sia giusto fare un processo ad una sola persona e far valere interrogatori di imputati detenuti che, ovviamente, accusano per difendersi. Non c'è stato contraddittorio, non c'è stata formazione della prova: ritenete che questo sia uno Stato di diritto?» E' dunque convinto che la giustizia non esiste? «Sono comunque fiducioso, e non lo dico solo per l'orina. Lo dimostra il fatto che ho partecipato a tutte le udienze nonostante il cancro che mi ha colpito, con la pelle che si sfogliava dalle dita, con il vomito e con la diarrea. Voi giornalisti non c'eravate, io e i miei avvocati si. Sono convinto che negli altri livelli di giudizio sarà possibile dimostrare che le mie responsabilità non sono quelle per le quali oggi sono stato condannato». Fulvio Milone &Qho subito un giudizio di piazza in cui non ho avuto l'opportunità diprovare la mia innocenza Ho tentato di tutto e continuerò a farlo negli altri livelli di giudizio. Purtroppo non viviamo in uno Stato di diritto ^ip U Sono sempre fiducioso e lo dimostra ilfatto che ho partecipato a tutte le udienze nonostante il cancro che mi ha colpito La mia posizione è stata stralciata impedendo ogni forma di contraddittorio con gli altri 138 imputati ipp

Persone citate: Arturo Frojo, Francesco De Lorenzo, Fulvio Milone, Giovanni Esposito Fariello, Giovanni Marone, Gustavo Pansini, Massimo Galli