Mazzette condannato De Lorenzo

7 Napoli, l'imputato dovrà anche sborsare più di otto miliardi per multa e risarcimenti Mazzette, condannato De Lorenzo Prese soldi per l'aumento dei farmaci: 8 anni all'ex ministro NAPOLI. Ha il volto pallido e tirato, l'ex ministro Francesco De Lorenzo, quando il presidente della settima sezione penale del tribunale di Napoli, Massimo Galli, legge la sentenza e chiude il primo capitolo del processo su mazzette c favori che hanno a lungo macchiato la Sanità italiana. Otto anni e quattro mesi di reclusione, una multa di 3 miliardi e 600 milioni, il pagamento di una provvisionale di 4 miliardi e mezzo al ministero che si era costituito parte civile: la condanna arriva dopo 57 ore di camera di consiglio, accoglie in parte le tesi dei pm che avevano chiesto per l'imputato 10 anni di carcere e in parte respinge quelle della difesa per la quale l'ex leader del pli al più si era macchiato di illecito finanziamento ai partiti. Nell'aula-bunker di Poggioreale, zeppa di giornalisti e fotografi, avvocati e curiosi sfiancati dall'attesa, alle 19,35 si presentano i giudici, lasciando la stanza in cui si erano ritirati giovedì mattina. Il verdetto riconosce Francesco De Lorenzo colpevole di associazione per delinquere e di alcuni episodi di corruzione e di violazione delle norme sui contributi alle formazioni politiche, ma lo assolve dal reato di corruzione legislativa per la «colletta» fatta dagli imprenditori che volevano l'aumento della spesa farmaceutica nella legge finanziaria. Il tribunale ritiene l'ex ministro responsabile di 76 dei 97 capi d'imputazione che gli era¬ no stati contestati, mentre per 21 crede alla sua estraneità. In un sabato sera di marzo, a quasi tre anni dallo scandalo della Sanità finita nel mirino dei giudici di Mani Pulite, Francesco De Lorenzo ingoia il boccone più amaro. Non è la prima sentenza sfavorevole, visto che è già stato condannato in un altro procedimento ad un anno per illecito finanziamento. Ma i giudici napoletani questa volta, insieme con il suo ex segretario, Giovanni Marone e con l'ex preside della Facoltà di Farmacia e componente del Cip-Farmaci, Antonio Vittoria, dicono che è stato promotore di un'associazione per delinquere, un reato per il quale - sostiene la pubblica accusa - «è la prima volta che viene condannato un ministro della Repubblica». Quel sodalizio, dice la sentenza emessa ieri a conclusione di un processo cominciato il 10 dicembre '94 e attraversato da mille polemiche, aveva per scopo la raccolta di tangenti per l'aumento dei prezzi dei farmaci. Alla lettura del verdetto uno dei pm, Alfonso D'Avino, non nasconde la soddisfazione: «L'impianto dell'accusa ha ret¬ to al vaglio del tribunale. Un altro elemento da sottolineare a nostro favore, è la condanna di De Lorenzo per le tangenti sugli spot anti-Aids, che era stato un cavallo di battaglia della difesa». Per il sostituto Nunzio Fragliasso la sentenza «ò importante perché consente di utilizzare le prove emerse a carico di De Lorenzo nel processo contro Poggiolini e gli altri», ovvero ha un significato processuale pari alla «sentenza Cusani prima del processo Enimont». Da uomo di governo a imputato: la parabola discendente di Francesco De Lorenzo si com¬ pie il 12 maggio del '94, quando i carabinieri lo arrestano nella sua bella casa di Posillipo. 1 magistrati lo accusano di aver preso tangenti per far lievitare i prezzi dei medicinali, ma anche gli spot anti-Aids e per le autorizzazioni delle acque minerali. Contro di lui punta il dito il suo ex strettissimo collaboratore Gianni Marone, ma pesa pure il memoriale lasciato dal professor Vittoria prima di togliersi la vita. Da Poggioreale l'ex ministro esce il 15 luglio, grazie al decreto Biondi battezzato dall'opinione pubblica «salvaladri», e a Poggioreale torna il 3 agosto quando il provvedimento viene ritirato. La scarcerazione definitiva arriva il 22 dicembre dello stesso anno: il tumore all'intestino per il quale sarà operato non si è ancora rivelato, ma i periti ritengono le sue condizioni di salute incompatibili con il carcere. E ieri la sentenza del processo-stralcio della Sanità contro De Lorenzo, in attesa di quello che si avvierà il 7 aprile a carico di altri 94 imputati con in testa loro, i «coniugi d'oro», Duilio Poggiolini e Pierr Di Maria. Mariella Cirillo

Luoghi citati: Napoli, Posillipo