«Taormina mi aveva provocato» di Giovanni Bianconi

«Taormina mi aveva provocato» «Taormina mi aveva provocato» Processo Pecorelli, Abbatino torna ad accusare Vitalone PERUGIA dal nostro inviato Il pentito pronto a «sparare in testa» all'avvocato che parlava della sua famiglia chiede scusa, «alla corte e ai pubblici ministeri, perché l'avvocato Taormina ini aveva provocato». Ma non basta. Quando Maurizio Abbatino, ex criminale della banda della Magliana e oggi testimone d'accusa nel processo per l'omicidio Pecorelli torna in aula, la tensione sale, le scintille scoccano, e l'udienza va avanti fra grida, scambi d'accuse e continue interruzioni. Alla fine il pentito - incalzato dal controinterrogatorio dell'avvocato Naso, difensore del presunto killer di Pecorelli Massimo Carminati, chiamato in causa proprio da Abbatino, che lo fa cadere più voltein contraddizione -, dice basta: «Non rispondo più, me ne voglio andare, perché questi mi provocano e io non voglio prendermi un'altra denuncia». I difensori insorgono, l'udienza è sospesa. Gli avvocati si trasformano in acI cusatori. «Siamo alla farsa, alla giu¬ stizia gabbata da presunti pentiti che tengono hi ostaggio i magistrati», tuona l'avvocato Taormina. Accanto a lui c'è Claudio Vitalone, altro bersaglio delle deposizioni di Abbatino che l'ha indicato - ma solo dopo decine di altri interrogatori come uno dei personaggi coinvolti nel delitto del giornalista assassinato. Abbatino ha spiegato di non averne parlato prima perché «aveva paura» dell'ex senatore ed ex ministro. In istruttoria aveva fatto altri nomi «illustri» che s'incontravano o avevano rapporti, a suo dire, con esponenti della Magliana: dall'ex segretario della de Flaminio Piccoli al giudice costituzionale Giuliano Vassalli, ad altri magistrati. In aula il pentito conferma i nomi («Piccoli ebbe contatti ai tempi del sequestro Moro», Vassalli «forse per aggiustare processi o per permessi in carcere»), e Taormina chiede: «Questi nomi non le facevano paura?». Abbatino: «No, perché ritengo ancora oggi che Vitalone è più pericoloso di tutti questi altri». Commento dell'ex senatore: «E' un bugiardo che tenta di arrampicarsi sugli specchi per giustificare le sue menzogne, mi fa pena». Nonostante le contraddizioni, l'ex bandito, reo confesso di una decina di omicidi, conferma le accuse contro Vitalone e contro Carminati, ex terrorista nero riciclatosi nella criminalità comune. Abbatino cambia più volte versione quando deve stabilire il periodo in cui lo conobbe. E l'avvocato Naso: «Lei è inattendibile, a leggere i suoi verbali sembra che ripeta gli interrogatori a memoria». Il pentito prova a replicare, a spiegare, ma quando Naso lo definisce «ignorante» sbotta: «Non rispondo più, perché l'avvocato Naso mi provoca per cercare una mia reazione. Sono ignorante, certo, perché se avevo studiato non facevo il delinquente. Ma lei è una persona poco morale perché prende i soldi dei delinquenti». Scoppia la bagarre, poco dopo il pentito dice di essere pronto a rispondere ad altre domande «purché non siano provocativo), ma i difensori si schierano compatti: no, ha detto che si avvale della facoltà di non rispondere, non può ripensarci. Da dietro il paravento Abbatino commenta: «Certo, a voi vi fa comodo che io non risponda». Ci vuole una nuova interruzione e un'ordinanza della corte d'assise per far terminare l'interrogatorio con le domande dei pm. E agli atti restano la richiesta dei legali (respinta) di sospensione del processo per presunte violazioni dei diritti di difesa, e le scuse di Abbatino. Le minacce a Taormina finiranno in pretura. Giovanni Bianconi * Il pentito Scarantino depone protetto da un paravento

Luoghi citati: Naso, Perugia, Taormina