Ore 9 lezione di storia delle donne di Raffaello Masci
Nelle nuove regole sottoscritte dal ministro Finocchiaro tolto il requisito dell'altezza nei concorsi Nelle nuove regole sottoscritte dal ministro Finocchiaro tolto il requisito dell'altezza nei concorsi Ore 9, lezione di storia delle donne Prodi vara il decalogo sulla parità ROMA. Nelle scuole si sludierà la storia delle donne. Le puerpere potranno decidere di partorire in piedi invece che sdraiate. Nei concorsi pubblici verrà abolito il requisito dell'altezza che di l'atto penalizzava le donne. Il comandante dei paracadutisti potrà essere una signora. Nel linguaggio della pubblica amministrazione si cercherà di evitare il maschile quando ci si rivolge ad un pubblico misto di uomini e donne. A spulciare bene nella direttiva del presidente del Consiglio sulla parità uomo-donna, diramata alla fine del Consiglio dei ministri di ieri, si trovano anche queste curiosità. La «direttiva» vorrebbe cambiare sostanzialmente il rapporto sbilanciato tra i sessi, prendendo spunto dal «programma di azione» della Conferenza di l'echino sulle donno, del settembre '95. Una «direttiva» significa che il presidente del Consiglio ha impartito un ordine ai ministeri e a tutte le amministrazioni pubbliche (Regioni, Province, Comuni, usi, scuole e quant'altro) perché siano recepiti, in un tempo non definito ma che a Palazzo Chigi stimano in circa sei mesi, dieci «azioni volte a promuovere l'attribuzione di poteri e responsabilità alle donne». 11 decalogo, articolato in un fitto dossier, ò stato scritto dalla ministra per le Pari opportunità Anna Finocchiaro, insieme alle sue colleghe Livia Turco (Affari sociali) e Rosy Bindi (Sanità), di «concerto» con la commissione per le pari opportunità presieduta da Silvia Costa, e sentito il parere di tutte le parlamentari. Se e quando la direttiva Prodi-Finocchiaro sarà recepita, ecco alcune delle conseguenze pratiche che ci dovremmo aspettare. Se nelle scuole si studia la storia, sollecita un punto del documento, è importante sapere che non siamo solo un «popolo di santi, di eroi e di navigatori» ma anche di «sante, eroine e navigatrici» e che l'apporto di queste ultime è dirimente, ancorché sottovalutato. Più donne - impone il testo saranno presenti negli organismi di nomina governativa (segretari generali di ministeri, giudici costituzionali, consiglieri di amministrazione di enti pubblici, ambasciatori e simili). La legislazione, l'organizzazione delle amministrazioni, la realizzazione dei concorsi non dovranno contenere elementi di discriminazione, come appunto l'altezza (che privilegerebbe sempre gli uomini), ma anche l'aver prestato servizio militare, e neppure l'età, dato che molte donne decidono di entrare nel mondo del lavoro più tardi. L'istat - altro esempio - dovrà sistematicamente diffondere dati disaggregati per sesso, in maniera da poter valutare lo specifico femminile in ogni campo ed eventualmente intervenire. Similmente, ogni volta che si prende una decisione in sede governativa, bisognerà valutare che cosa questa comporti per le donne. Esempio: se si toccano le pensioni sociali, si può scoprire che a rimanere senza soldi sono soprattutto le donne anziane. Il decalogo parla anche del latto che la salute delle donne va tutelata come vogliono loro e non come sembra opportuno ai medici. La maternità poi, che piaccia o no, è questione femminile, e basta. E l'aborto pure. Raffaello Masci
Persone citate: Anna Finocchiaro, Finocchiaro, Livia Turco, Rosy Bindi, Silvia Costa
Luoghi citati: Roma
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