Pace scomoda per Netanyahu

Veto Usa alla risoluzione Onu che condanna gli insediamenti Veto Usa alla risoluzione Onu che condanna gli insediamenti Pace scomoda per Netanyahu Rissa nel governo sulla Cisgiordania TEL AVIV. La realizzazione degli accordi di Oslo con i palestinesi sta spaccando il governo di Netanyahu e sta aprendo una crepa sempre più larga nella coalizione governativa. Al termine di un animato dibattito protrattosi per una nottata, dieci ministri hanno approvato e sette hanno bocciato ieri un prossimo ritiro dal nove per cento del territorio della Cisgiordania, nel contesto degli accordi di Autonomia. In seguito a questa decisione, sette deputati della coalizione, fra cui un viceministro, hanno preannunciato che alla prima occasione voteranno la sfiducia al governo. Per la prima volta il governo del Likud rischia di trovarsi in minoranza alla Knesset. La decisione israeliana ha suscitato reazioni durissime anche fra i palestinesi che si attendevano un ritiro israeliano da circa il 30 per cento del territorio complessivo (5800 kmq) e che, carte alla mano, hanno constatato che il ridispiegamento sarà molto più modesto. Il governo israeliano ha deciso che il sette per cento del territorio passerà da una zona sotto controllo misto israelo-palestinese (Area B) in quella sotto controllo totale palesti- nese (Area A), e che il due per cento passerà da una zona sotto controllo totale israeliano (Area C) in quella mista (B). Dopo il ridispiegamento, Israele controllerà ancora in modo assoluto il 70 per cento della Cisgiordania e i palestinesi il 10. «Si tratta di una decisione tenibile. Israele non poteva decidere in modo unilaterale» ha esclamato Yasser Aralat prima di convocare di urgenza a Gaza una riunione dell'esecutivo palestinese. Tremila palestinesi guidati da Feisal Husseini e dal Miù'ti Akrama Sabri hanno marciato pacificamente dalla cittadina di Beit. Sahur verso Jebel Abu Ghneim, la località a Sud di Gerusalemme dove Israele progetta l'erezione del rione di Har Homà destinato a 30 mila ebrei. «Siamo pronti a gettarci sotto le ruspe israeliane pur di impedire la realizzazione del progetto» ha avvertito il mukhtar (capo informale) del vicino villaggio di Um Tuba, Ibrahùn Abu Taher, e il ministro tedesco degli Esteri Klaus Kinkel - in visita a Gerusa- lemme - ha consigliato a Netanyahu di recedere dal progetto «che rappresenta un nuovo ostacolo per il processo di pace». Israele frattanto ha minacciato di mettere in disparte l'Europa dal processo di pace, a causa della sua posizione critica all'interno del Consiglio di sicurezza Onu, dove ieri è ricominciato un dibattito sugli insediamenti ebraici. Nel corso del dibattito gli Usa hanno posto il veto alla risoluzione di condanna appoggiata dai Paesi dell'Ue. [a. b.] A Gerusalemme pacifisti palestinesi e israeliani manifestano insieme contro il premier Netanyahu (nella foto sopra) ifotoansarf.uters

Persone citate: Akrama Sabri, Area C, Feisal Husseini, Klaus Kinkel, Netanyahu, Taher, Yasser Aralat