Feltri«Vogliono intimidirci»
«Vogliono intimidirci» Feltri «Vogliono intimidirci» MILANO. «Mi sembra un maldestro tentativo di intimidire II Giornale, che naturalmente non ha fatto nulla di ciò che viene detto dal presidente del Consiglio». Vittorio Feltri, direttore del quotidiano milanese, si è riconosciuto come destinatario («non è neanche un'allusione, è qualcosa di molto più pesante»! delle parole pronunciate da Romano Prodi in Senato. Un discorso, secondo Feltri, «così pesante e intimidatorio che pare teso alla definitiva omologazione dei giornali e delle televisioni, dell'informazione insomma». A giudizio del suo direttore, Il Giornale su Scalfaro «si è limitato a rilevare alcune questioni, molto precise, non certo inventate da noi». «Le intercettazioni telefoniche, ad esempio - aggiunge - mica le abbiamo fatte noi. Ci sono. Da queste intercettazioni si evince che il Presidente ha brigato per la banca della sua città e questo abbiamo detto, precisando che non si trattava di nulla di illegale ma che comunque, dal punto di vista del costume, per un presidente della Repubblica non era il massimo. Il Presidente della Repubblica e oggetto di critiche legittime da parte della stampa». Feltri, che vede nel discorso di Prodi un tentativo di «definitiva omologazione dell'informazione», aggiunge: «Preferisco andare in galera che camminare nel gregge». [Ansa]
Persone citate: Prodi, Romano Prodi, Scalfaro, Vittorio Feltri
Luoghi citati: Milano
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