«Sul lavoro sto dalla parte dei disoccupati»Scalfaro:non sono uscito dai binari di Mario Deaglio

Manovrina, Fossa all'attacco: se arriva il prelievo-liquidazioni rompiamo con il governo Manovrina, Fossa all'attacco: se arriva il prelievo-liquidazioni rompiamo con il governo Sculf uro; non sono uscito dai binari «Sul lavoro sto dalla parte dei disoccupati» ROMA. Il governo di Romano Prodi preme sull'acceleratore per il rilancio dell'occupazione. E prepara un «decretane» per aprire i cantieri, un documento che conterrà tutti gli interventi individuati nel vertice straordinario al Quirinale. Da Messina, il Capo dello Stato si sfoga con chi gli rimprovera di essersi sostituito al governo per affrontare l'emergenza lavoro. «Volete mettermi sotto accusa? Fatelo. Non sono mai uscito dai miei binari». E il ministro dell'Industria Bersani annuncia che la prossima settimana ci sarà un consiglio dei ministri ad hoc. Ma sulle iniziative del governo per creare nuovi posti di lavoro (sulle cifre esatte è però «giallo») non mancano le critiche, non solo del Polo, ma anche dei sindacati e di Confindustria. «Sono soltanto tante chiacchiere», accusa il presidente degli industriali. E Fossa va all'attacco sulle misure relative alle liquidazioni previste nella manovrabis, pronto a rompere la concertazione col governo. Fossi. Lepri Rizzo e Tosarti ALLE PAG. 2 E 3 MENO REGOLE E CAMPANILI PER LAVORARE LA montagna ha partorito il topolino. A colpi di grancassa, si annunciano cinquantamila nuovi posti di lavoro nel Mezzogiorno, una manciata di nuova occupazione, precariamente legata allo «sblocco» di lavori pubblici che sembrano non sbloccarsi mai. Si tratta soprattutto di occupazione edilizia, tendenzialmente povera per un'area avviata verso la povertà; di provvedimenti urgenti e straordinari, con i quali non ci si può illudere di risolvere, grazie a un sussulto improvviso, un orribile problema sttutturale, lentamente cresciuto con gli anni, tra l'indifferenza generale. La situazione del lavoro nel Mezzogiorno non e, in realtà, molto diversa da quella di due o tre anni fa. Ciò che ha fatto scattare l'allarme in quei grandi serbatoi di disoccupati che sono le città meridionali è la presa di coscienza che, per il Mezzogiorno, come per il resto d'Italia, è finita l'epoca dei «soldi che arrivano da Roma», l'era di una fragile prosperità basata sui lavori pubblici (e relative tangenti). Se veramente il governo riuscirà a mettere assieme 10-15 mila miliardi da spendere subito nelle aree depresse, farebbe meglio a usarli in modi radicalmente diversi da quelli sin qui prospettati. Per carenza di mezzi finanziari, infatti, nessun governo oggi è più in grado di «fare» occupazione. Deve quindi soprattutto «lasciar fare», rendere meno rigida una società ingessata: allentare i vincoli per chi - tanto per fare qualche esempio - intende metter su un'agenzia di viaggi, una palestra sportiva, un centro di assistenza tecnica o di consulenza finanziaria, far sì che i giornali siano liberi di assume- Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 7 QUINTA COLONNA P ~1 INTERVISTA ^AMI|H|L|^ «Con Bertinotti ilpeggio è passato» ROMA. «Questo governo risolverà i problemi, non esiste alcuna ipotesi di Prodi-bis». Enrico Micheli (foto), sottosegretario alla presidenza del Consiglio, spiega i rapporti con Berti notti: il peggio è passato. Giannini A PAG. |^nott o. I 'AG. 3 i

Persone citate: Bersani, Bertinotti, Enrico Micheli, Giannini, Lepri, Romano Prodi

Luoghi citati: Fossa, Italia, Roma