LO STORICO ZIEGLER

LO STORICO ZIEGLER LO STORICO ZIEGLER L[l GINEVRA ™ ALLEATO più prezioso del Terzo Reich? La Svizzera. Senza di lei Hitler sarebbe crollato nel '43, e la seconda guerra mondiale sarebbe durata due anni di meno. La fonte? Hitler stesso. Ho consultato documenti del Reich che lo provano: i franchi svizzeri erano diventati il motore della guerra nazista. Le banche e il governo si sono arricchiti. E, a guerra finita, hanno fabbricato la grande menzogna della neutralità». Jean Ziegler, docente di sociologia all'università di Ginevra, deputato socialista al Parlamento di Berna e grande accusatore del «sistema svizzero», sta per pubblicare il suo ultimo libro, «La Svizzera, l'oro e la morte», che in Italia uscirà in autunno da Mondadori. Professor Ziegler, può riassumere la sua tesi? «Il mio ragionamento si articola in tre punti. Primo: nel '39 Hitler era in fallimento. L'oro della Reichbank era finito. Il riarmo, la costruzione della macchina da guerra nazista aveva esaurito le risorse monetarie. Secondo: anche nel '42, nel momento di massima espansione del Reich, l'economia tedesca è rimasta dipendente dal mercato esterno per l'approvvigiomento delle materie prime strategiche: cromo, acciaio, petrolio, diamante grezzo devono essere acquistati fuori dai territori occupati dalla Wehrmacht: in Svezia, Portogallo, Turchia, Spagna. Terzo: Hitler paga con l'oro depredato dai forzieri delle banche centrali di Norvegia, Lituania e dei Paesi dell'Est, dai lager, dalle case private. Ma gli altri governi rifiutarlo di accettarlo: gli alleati li avevano messi in guardia, con la «Gold Declaration» Roosevelt e Churchill avevano indicato chiaramente che chi avesse accettato l'oro depredato avrebbe dovuto restituirlo dopo la guerra. Tutti si adeguano. Tranne la Svizzera. La banca centrale e le altre banche

Persone citate: Churchill, Hitler, Jean Ziegler, Professor Ziegler, Roosevelt