Arafat: ho cancellato la Carta anti-lsraele

A Washington rivela: cambiata la Costituzione A Washington rivela: cambiata la Costituzione Arafat: ho cancellato la Carta anti-lsraele WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Carta palestinese non contiene più alcun riferimento alla distruzione di Israele. Yasser Arafat lo ha annunciato per la prima volta ieri mattina nel corso di un colloquio con una delegazione della comunità ebraica americana. «Ci ha detto che 29 paragrafi di quella carta sono stati eliminati perché in contraddizione con il processo di pace», ha confermato Howard Squadron, portavoce della delegazione ebraica, subito dopo l'incontro con il leader palestinese. Ma è stato l'unico sviluppo positivo di una giornata che in realtà ha visto salire la pressione internazionale contro Israele. E che ha visto Arafat rimpiangere pubblicamente il suo «amico» Yitzhak Rabin. Il leader palestinese ha portato al Consiglio di sicurezza la sua protesta contro i nuovi insediamenti annunciati da Benyamin Netanyahu (6500 appartamenti a Gerusalemme Est). Ed ha ottenuto l'aperto sostegno di tutti i membri, inclusi gli Stati Uniti (ma non è stata presentata una risoluzione, che Washington non avrebbe approvato). Ma Netanyahu, che ieri ha avuto un colloquio molto teso con Hosni Mubarak in Egitto sul tema degli insediamenti, non dà alcun segno di voler tornare sulla sua decisione. Anzi, ha ulteriormente complicato la situazione ordinando la chiusura di quattro uffici palestinesi a Gerusalemme Est. Ordine che ancora una volta ha colto in contropiede l'amministrazione Clinton. «E' difficile comprendere perché il governo di Israele abbia preso questa decisione», ha commentato il portavoce del dipartimento di Stato Nicholas Burns. «Questo è il momento di compiere passi che aumentino la reciproca fiducia». Ma la chiusura di Netanyahu anche su questo punto è stata netta: «Ho detto che chiuderemo quegli uffici. Punto e basta. E non chiederemo ai palestinesi di farlo: lo faremo noi stessi». Queste nuove tensioni sono esplose proprio alla vigilia della delicatissima riunione di governo in cui sarà decisa l'e- Un libro con dedica satta dimensione del ritiro israeliano dalla Cisgiordania, che dovrebbe avvenire questo fine settimana (ma Netanyahu ha legato il ritiro alla chiusura dei quattro uffici). I palestinesi contano su un ritiro israeliano dal 20 per cento dei territori occupati, ma il governo di Gerusalemme è più incline a un ritiro dal il i di p10 per cento. Sarà il primo di tre ridispiegamenti prima del round finale dei negoziati con i palestinesi, che Washington sta tentando con grande fatica di rilanciare. Ma Netanyahu, in un'altra dichiarazione polemica, ha detto che i palestinesi farebbero bene a non illudersi di riottenere il 90 per cento della Cisgiordania entro 11 1999. Arafat accusa il premier israeliano di «corteggiare» in maniera eccessiva i partiti più estremisti in Israele e di alimentare una politica che sta minando il processo di pace. «Occorre stare molto attenti», ha detto alia Nbc. «E non dimentichiamo che Rabin, l'amico che abbiamo perso, ha pagato con la vita per questa pace». E intanto il leader palestinese prosegue la sua tournée americana raccogliendo sostegno e attestati di fiducia. Non solo dall'amministrazione Clinton, che in questi giorni ha gettato le basi di una collaborazione a carattere istituzionale con l'Entità palestinese, ma anche da ex presidenti come Jimmy Carter e George Bush, che Arafat è andato a trovare ieri a Plains, in Georgia, e a Houston, nel Texas.