«In Bosnia per guadagnare»

«In Bosnia per guadagnare» «In Bosnia per guadagnare» IIpadre del soldato deceduto «Qui non trovava un impiego» SORBO SERPICO (AVELLINO). In Bosnia è andato come volontario, ma a spingere Carmine Cerza, 21 aimi, nella ex Jugoslavia, sono state anche la mancanz; di prospettive di lavoro e la necessità di provvedere ai bisogni della famiglia. Tocca a Giovanni - il padre del militare italiano deceduto martedì scorso mentre era alla guida di un camion del nostro contingente precipitato in ima scarpata nei pressi di Gradac (20 chilometri a Nord del porto croato di Ploce) - raccontare la storia di un ragazzo del Sud che nella missione oltre confine aveva trovato l'unica occasione per guadagnarsi da vivere e provvedere ai suoi. Contrada Chiesco, un pezzo di campagna vicino all'abitato di Sorbo Serpico, il paese in provincia di Avellino dove Carmine è nato e vissuto. In un modesto casolare abita la sua famiglia: il padre, la madre Annamaria, il fratello Angelo di 15 anni. Su tutto, l'incubo del lavoro che non c'è. «Mio figlio è partito perché qua non c'è lavoro - racconta il padre -. Anche io e mia moglie che prima facevamo i braccianti, da quattro anni non riusciamo a fare più nulla. E allora lui ci mandava tutto lo stipendio». Ricorda di averlo sentito al telefono poche ore prima dell'incidente: «Mi ha chiamato come faceva sempre e per parlare con noi più spesso si era comprato pure un telefonino, l'unica spesa che aveva fatto per lui». Un ragazzo intraprendente, Carmine. «Prima di partire - continua il padre - faceva il meccanico per 400 mila lire al mese. Si arrangiava, ma poi quando è andato sotto le armi ha deciso di restare e ha firmato. In Bosnia gli davano di più, anche per questo è partito». La salma è stata traslata ieri a Napoli, dove ha proseguito per Sorbo Serpico, in provincia di Avellino: la messa sarà celebrata questa mattina alle ore 11. [r. L]

Persone citate: Carmine Cerza

Luoghi citati: Avellino, Jugoslavia, Napoli, Sorbo Serpico