Il Colle divide il mondo del lavoro

Palazzo Chigi punta sulle opere pubbliche, ma è pronta solo la variante di valico Palazzo Chigi punta sulle opere pubbliche, ma è pronta solo la variante di valico Il Colle divide il mondo del lavoro // sindacato plaude, scettici gli industriali ROMA. Riunione serale a Palazzo Chigi fra il vice-presidente del Consiglio Veltroni e i ministri Ciampi e Treu per preparare il vertice sul lavoro al Quirinale reclamato da Scalfaro. Segno che non si tratterà solo di «un incontro informativo», come aveva indicato nel pomeriggio il ministro del Lavoro, «per discutere le misure già attuate e eventuali interventi straordinari da attivare per il Mezzogiorno». Insomma, messo alle strette dalla mossa clamorosa di Scalfaro, disponibile alla decretazione d'urgenza per sveltire l'iter parlamentare dei provvedimenti di sostegno al lavoro, D governo dà ora l'impressione di accelerare. Tanto che ieri è stato uri susseguirei di assicurazioni sul cammino già percorso e sui prossimi impegni di attuazione. Cosi, il ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa ha affermato che il governo «è pronto a far partire nel '97 investimenti per opere pubbliche per 18 mila miliardi». Peccato che ben 5 mila si riferiscano alle opere per il Giubileo a A destra tafferugli in piazza durante la protesta dei disoccupati una settimana fa Qui sotto il sindaco Bassolino Roma, mentre di tutte lo opere tanto strombazzate in passato si può far partire solo la «variante di valico» sulla Firenze-Bologna, mentre mancano quasi completamente i fondi per la Salerno-Reggio Calabria che avrebbe rilanciato l'occupazione al Sud. Treu ieri ha definito «inaccettabile» la proposta di Rifondazione di un salario minimo garantito a tutti i giovani disoccupati e ha indicato che la settimana prossima approderà in aula al Senato un pacchetto di misure sul lavoro e che presto sarà pronto un documento sulle opere più urgenti nel Mezzogiorno. Ma ancora si tratta solo di impegni e il cammino parlamentare del disegno di legge-Treu resta precario. Tanto che ieri il governo è stato salvato dall'opposizione, dagli esponenti del Polo nella votazione sulla norma per il lavoro interinale nell'edilizia. L'emendamento contrario presentato dalla Sinistra democratica e sul quale il governo si era pronunciato negativamente è stato re- spinto solo per un voto, grazie appunto al Polo. Il governo si difende, per bocca di Treu, dalle accuse di aver concluso finora ben poco, asserendo che «i posti di lavoro non si tirano fuori dal taschino dei ministri», ma che «bisogna fare accordi operativi di flessibilità». Imprendi¬ tori e sindacati hanno idee diverse in materia e le norme concordate e contenute nel patto per il lavoro Firmato a settembre (lavoro in affitto, apprendistato, part-time, contratti a termine, lavori socialmente utili, riduzione dell'orario) sono al Senato sotto il peso di 300 emendamenti. Difficile anche il decollo delle opere pubbliche, come si è accennato. Il Patto prevedeva investimenti mfrastrutturali per 40 mila miliardi (e una ricaduta di 50 mila nuovi posti di lavoro). Ma è pronta a partire, appunto, solo la variante di valico, mentre stentano le altre opere, fra cui l'alta velocità ferroviaria, e sono fermi gli investimenti di Stet e Enel. Infine, i nuovi «contratti d'area» sono stati approvati nel collegato alla Finanziaria, ma sono risultati così appesantiti che vengono ritenuti ora difficilmente utilizzabili. In questa situazione, ben venga allora la convocazione di Scalfaro, che ha riscosso il plauso dei sindacati e lo scetticismo degli imprenditori. Cofferati, D'Antoni, il sindaco di Napoli, Bassolino, hanno applaudito l'iniziativa del Quirinale. «Noi chiediamo l'applicazione integrale del patto del 24 settembre - ha ribadito il leader della Cgil - dove ci sono tutti i provvedimenti necessari per dare una risposta a breve all'e¬ mergenza lavoro». Incalza D'Antoni per la Cisl: «Il '97 deve diventare l'anno del lavoro», anche perché con un tasso di sviluppo così basso il rischio è che senza adeguate politiche di sostegno fra pochi mesi i disoccupati potrebbero aumentare di altre 200-250 mila persone. Più cauta sull'iniziativa di Scalfaro è invece la Confindustria. Gli imprenditori non si fanno «illusioni» e con l'ex presidente Abete ricordano che «le decisioni dipendono dal Parlamento». Insomma, rincara Vittorio Merloni, «non credo che il problema si risolva con convocazioni del genere». Incalza Luigi Lucchini: «Finora dai politici abbiamo avuto solo parole e astrusità. Il lavoro non si crea per decreto». Quello che ci vuole, conclude ancora Abete, sono «iniziative che attivino meglio il mercato, attirando investimenti e consentendo a chi non lavora, ai giovani, maggiori opportunità. Quella di Scalfaro è un'iniziativa meritevole, ma da sola non risolutiva». [p. pat.] Antonio, 23 anni «L'Emilia Romagna diplomato ragioniere era il mio Eldorado «Non ho aspirazioni» Ma non ce la facevo»

Luoghi citati: Bologna, Emilia Romagna, Firenze, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Salerno