«Cavaliere, o i soldi o il pignoramento» di Flavia AmabileGianni Letta

«Cavaliere, o i soldi o il pignoramento» Forza Italia paga la prima rata: un miliardo ai Riformatori per le spese elettorali «Cavaliere, o i soldi o il pignoramento» L'ufficiale giudiziario da Berlusconi per la Lista Pannella ROMA I L tesoriere Dell'Elee ha pagaH to». Le parole di Silvio Berlusconi vengono fuori rapide, secche, proprio come rapido e secco è quel gesto che, a un centinaio di metri in linea d'aria, si sta compiendo in un altre palazzo della Roma del potere: la firma di un assegno di oltre un miliardo intestato a Marco Pannella e ai suoi riformatori. «Se ne occupa l'Amministrazione, e tutto è stato risolto», conclude il Cavaliere e accenna a un sorriso di circostanza prima di eclissarsi nelle stanze interne accompagnato da Ottaviano Del Turco, presidente della commissione Antimafia, e dal fedelissimo Gianni Letta. Tanto, non c'è più nulla da fare. L'assegno è stato firmato, il miliardo è andato. E' l'epilogo di un pomeriggio difficile per le casse del Cavaliere, iniziato intorno alle 16 quando si è capito che un ufficiale giudiziario era in arrivo per eseguire un pignoramento. Dove si stesse diri¬ gendo l'ufficiale giudiziario ieri pomeriggio non era del tutto chiaro: secondo alcune fonti, sia di Forza Italia, sia dei rappresentanti della Lista Pannella, avrebbe bussato alle porte dell'appartamento di via del Plebiscito, intimando: «O pagate subito la cifra, o devo procedere al pignoramento». Ma Berlusconi smentisce, categorico: «Qui non è arrivato nessuno. E' un affare dell'amministrazione». Ovvero della presidenza di Forza Italia, il cui indirizzo è lo stesso dell'appartamento privato di Berlusconi. Quello che è più chiaro è il motivo del contendere: Pannella e i Riformatori attendevano da alcuni mesi il pagamento della prima di una serie di rate che Forza Italia dovrà versare fino alla fine della legislatura. Era il rimborso delle spese elettorali previsto dalle norme della legge sul finanziamento dei partiti: in cifre, un miliardo e centonovantaseimila lire, interessi e spese procedurali compresi. Ed è la manifestazione tangibile della vittoria ottenuta già lo scorso dicembra da Pannella, quando un lodo arbitrale aveva accolto la sua richiesta di applicazione dell'accordo elettorale stipulato con Berlusconi prima delle elezioni. Non c'era molto da fare, dunque, era una partita persa e, come ha spiegato Berlusconi «se ne è occupata l'amministrazione». L'ufficiale giudiziario, cioè, è stato dirottato verso via dell'Umiltà, alla sede di Forza Italia, dove l'amministratore Giovanni Dell'Elee ha staccato quell'assegno che, pur se corposo, copre solo un trimestre di credito pregresso. Dopo aver firmato e salvato i mobili in tardo e pesante barocco del Cavaliere, l'amministratore Dell'Elee ha manifestato tutta la sua sorpresa. «Rimango stupito per il clamore sollevato inutilmente, e per l'ennesima strumentalizzazione operata dalla lista Palmella». Già nei giorni scorsi ha ricordato Dell'Elee - per conto del Polo, Forza Italia aveva inviato «per tramite del legale, una comunicazione a quest'ultima per opportune intese operative». Ma non c'era stata alcuna risposta: né i Riformatori, né Pannella avevano intenzione di concludere quelle «opportune intese operative» che potevano significare solo un patteggiamento e dunque uno sconto. Di fronte a quel silenzio, Dell'Elee ha provato ieri a prendere «diretto contatto con Marco Pannella, per comunicargli di voler effettuare il versamento di quanto dovuto». Poche ore dopo si è materializzato l'ufficiale giudiziario «il quale - ha precisato Dell'Elee non ha dovuto fare alcunché essendo già stati emessi gli assegni por l'importo previsto. L'incontro con Marco Pannella era già stato fissato da qualche ora, prima che l'ufficiale giudiziario arrivasse». Flavia Amabile Il tesoriere Dell'Elee protesta «Avevamo già preso accordi Tutto questo clamore è assurdo» A sinistra Marco Pannella Sopra: Gianni Letta

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