L'Europa gela la Turchia
Ma Prodi: «Kohl ha insistito, sarebbe dannoso isolare Ankara» 1/Europq gela la Turchia DIPLOMAZIA Ma Prodi: «Kohl ha insistito, sarebbe dannoso isolare Ankara» Ipremier popolari: non entrerete nell'Ue bruxelles DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Folgorati da un tardivo spirito di crociata, i massimi leader dell'Europa democristiana hanno chiuso ieri la porta in faccia alla Turchia, con un gesto che rischia di avere gravissime conseguenze sia per la stabilità di quel Paese, che per la prima volta dai tempi di Atatùrk ha un premier islamico, sia per l'equilibrio geo-strategico del Mediterraneo. E' stato Wilfred Martens, presidente del Partito popolare europeo, a tirare un sonoro ceffone diplomatico a Ankara, durante il vertice della dicci europea che ha riunito sei capi di governo nel castello della Val Duchesse, in un bellissimo parco brussellese. Presenti Romano Prodi, il tedesco Helmut Kohl, lo spagnolo José-Maria Aznar, il belga Jean-Luc Dehane, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, il presidente della Commissione europea Jacques Santer e quello dell'Europarlamento Gii Robles. Tutti, secondo Martens, d'accordo nel dire che l'adesione della Turchia all'Unione europea «non è accettabile». «Per noi la Turchia non è un candidato a divenire membro dell'Unione europea come tale ha detto Martens -. Noi vogliamo la cooperazione più intensa con la Turchia, ma ci troviamo davanti a un progetto europeo, un progetto che è anche di civilizzazione, ed è importante dire che per noi, il fatto che la Turchia diventi membro a parte intera dell'Unione europea non è accettabile». Martens ha ricordato che, quando la Turchia chiese negli Anni Sessanta di aderire alla Cee, la Commissione europea diede parere negativo, ed ha aggiunto: «Ora noi lavoriamo alla creazione di una Unione europea». E' stato come negare che la Turchia è almeno in parte geograficamente in Europa, come dire che Ankara non può entrare nell'Unione perché parte di un'altra civiltà: quella islamica. Questa in ogni caso è stata l'impressione dei giornalisti turchi presenti, che hanno cercato di capire se questa fosse anche la posizione dell'Italia. Prodi ha tenuto a fare un distinguo: «Kohl ha insistito molto, io non ho potuto fare altro che ricordare che l'isolamento di Ankara sarebbe un fatto dannoso». La Turchia, che fa parte della Nato, ha fatto sapere che ripresenterà a giugno, al vertice di Amsterdam, la richiesta di aderi- re all'Unione europea. Di più: il primo minstro Erbakan ha anche minacciato di bloccare l'allargamento dell'Alleanza atlantica nel caso in cui la Turchia venga rifiutata dall'Europa. E durante il suo recente tour europeo, il segretario di Stato Usa Madeleine Albright ha insistito perché ad Ankara sia data soddisfazione. Nessuno crede alla possibilità di una rapida adesione della Tur- chia all'Unione, non fosse che per i problemi dei diritti umani, della guerriglia curda e del contenzioso con la Grecia. Ma sbarrando la porta ad ogni speranza, si rischia di gettare nelle braccia degli integralisti un grande Paese, saldamente legato all'Occidente da decenni di integrazione economica e militare. Fabio Squillante II ministro degli Esteri turco Tansu Ciller
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