«Bisogna fare più in fretta» di Antonella Rampino

«Bisogna fare più in fretta» L'economista «Bisogna fare più in fretta» Nicola Rossi ROMA. «Abbiamo tentato di capire qual è la situazione italiana, di collocarla in un quadro europeo, e di indicare le strade di una possibile riforma del Welfare. Ma attenzione: il nostro studio è puramente consultivo. Le decisioni spettano al governo». Nicola Rossi insegna analisi economica all'Università di Tor Vergata. Si è specializzato alla London School of Economics e ha lavorato sulle politiche di bilancio con Vito Tanzi al Fondo Monetario. E' soprattutto, oggi, l'economista più ascoltato da Massimo D'Alema, che lo ha messo alla guida, anche, del gruppo di studio sullo Stato sociale di Botteghe Oscure. Professor Rossi, in 45 giorni avete messo a punto la ricetta per la riforma del Welfare State, ma manca la dose della prescrizione: nel documento non c'è una sola cifra. «Non potevamo farlo. Proprio perché la nostra era soltanto una commissione di studio. Certo che abbiamo parlato di cifre, le abbiamo messe anche nero su bianco: ci servivano a dimostrare che la riforma che stavamo tratteggiando era realistica, una via percorribile». E allora perché non fornirle, queste cifre? «Romano Prodi le ha in mano. Ogni punto del documento ha un allegato, con le cifre, e porta la firma di chi le ha seguite. Non impegna, quindi, tutto il gruppo di lavoro». A lei si deve la riforma delle pensioni. Perché abolire la cassa integrazione? «La cassa integrazione non viene abolita. Sarebbe assurdo, perché si finanzia da sola. Viene, semmai, potenziata. E poi occorre allinearsi con i Paesi europei, dove esiste il sussidio di disoccupazione, e si spende anche per la formazione al lavoro. Non soltanto per le pensioni». Qual è la sua principale raccomandazione? «Che si faccia presto. Molto più presto di quanto si è fin qui detto, nell'attuare la riforma varata da Lamberto Dini». Ma lei l'ha sempre giudicata troppo «timida»... «Va portata a compimento. In fretta, e con un piccolo passo in più: bisogna permettere ai cittadini che vogliono provvedere da soli alla propria pensione di farlo, ma presentando delle proiezioni pluridecennali da cui dimostrino che mai e poi mai richiederanno l'intervento della collettività». Lei insiste nell'accelerazione della riforma delle pensioni. Quanta fretta dobbiamo avere? «Con la riforma Dini si è scelta una transizione particolarmente lenta. Fare più in fretta, questo è il punto, significa poter liberare risorse da destinare all'assistenza e alle politiche del lavoro». Professore, il documento è stato consegnato a Prodi venerdì sera. Il capo del governo ve lo ha restituito, perché? «Prodi ci ha chiesto di scrivere un prologo, e di numerare bene i paragrafi». Nessuna richiesta «politica»? «No, mai, nessuna pressione. Gliel'assicuro». Antonella Rampino Nicola Rossi

Persone citate: Dini, Lamberto Dini, London, Massimo D'alema, Nicola Rossi, Professor Rossi, Romano Prodi, Vito Tanzi

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