«Meno pensioni ma più assistenza»

Interno «Meno pensioni ma più assistenza» Anche la cassa integrazione potrà essere flessibile come il lavoro. Prodi: possiamo parlarne La commissione Onofri: lo Stato sociale va rifatto così ROMA. Attuare, potenziare e accelerare la riforma sulle pensioni che Dini disegnò nel 1995. Altrimenti, cosi come prevede anche la Ragioneria dello Stato, la spesa per le pensioni arriverebbe a pesare, nei prossimi vent'anni, per l'I,5 % sul Pil, il totale di quello che produciamo. E, con lei, potrebbe crescere esponenzialmente anche la spesa per la sanità. Con effetti perversi: servizi sempre peggiori, e sempre più costosi. Non lascia speranze, il rapporto lungo 36 pagine redatto dalla commissione «per le compatibilità economiche» reso pubblico ieri pomeriggio da Palazzo Chigi. Una vera e propria relazione sullo Stato sociale, storia, analisi dell'esistente, ed auspicabile futuro, a cura di un gruppo di economisti guidato da Paolo Onofri, e del quale facevano parte anche il consigliere economico di Massimo D'Alema, Nicola Rossi, e il ghost-writer del Papa, Stefano Zamagni. Il rapporto è stato spedito da Prodi ai ministri, alle forze politiche, ai sindacati. «Adesso si aprirà una discussione collettiva», ha detto il presidente del Consiglio. La riforma del sistema pensionistico è inevitabile. Le pensioni, in futuro, andranno non solo «armonizzate», come si è sempre detto finora, ma «unificate»: e cioè dovranno essere tutte uguali, private e pubbliche, da reddito autonomo o da reddito dipendente. Il problema pensioni, di non facile soluzione, va affrontato subito, «neutralizzando» le tendenze nel medio periodo, e riducendole in prospettiva. Il punto non è che spendiamo troppo per lo Stato sociale: è che spendiamo male. Detto in cifre, se consideriamo 100 la spesa sociale italiana, il 61,5 se ne va per le pensioni, mentre la media di quel che si spende nel resto d'Europa è il 45,3. E, di quel 100, in Italia solo il 18,4 va in assistenza, contro il 31,9 del resto d'Europa. Un Paese, insomma, senza politica del lavoro. Spendiamo dunque male anche per quelli che si chiamano «ammortizzatori sociali». Lo strumento della cassa integrazione va rivisto, deve diventare, anch'esso, come il lavoro, più flessibile: bisogna invece dare sostegno a chi deve sospendere temporaneamente il lavoro, un sussidio di disoccupazione a chi lo ha perso. La commissione Onofri dipinge la nuova cassa integrazione come se fosse un'assicurazione sul lavoro, da finanziare con contributi trattenuti sullo stipendio, a seconda di quel che si guadagna, e anche con il contributo del datore di lavoro. Il prepensionamento va eliminato, cercando di offrire ai lavoratori anziani la possibilità di continuare la propria attività, ma part-time. E, soprattutto, il punto qualificante della nuova politica del lavoro dovrà essere la formazione professionale. Per la sanità, occorrono iniezioni di competizione tra strutture pubbliche e private: bisognerà pagare di più i servizi, e dare autonomia finanziaria, in materia, alle Regioni. E la spesa per la sanità dovrà essere tenuta sotto controllo, senza che vengano superati i vincoli imposti dal bilancio dello Stato. Questa la sostanza del lungo documento. In calce al quale la commissione ricorda che la riforma dello Stato sociale è una via obbligata, non solo dalla prevista convergenza con i criteri di Maastricht, ma anche per mantenere gli attuali livelli di servizi. Che pure sono «inefficienti ed iniqui». [ant. rara,] CINQUE PROPOSTE PER IL WELFARE IL RAPPORTO ONOFRI INDIVIDUA UNA RIFORMA IN 5 PUNTI DELLO STATO SOCIALE: PENSIONI, SANITÀ, CASA, LAVORO, ASSISTENZA. PENSIONI. - Attuazione rigorosa della riforma Dini. - Separazione della previdenza dall'assistenza. - Applicazione senza eccezioni del principio contributivo con graduale allineamento delle aliquote di finanziamento alle aliquote di computo. - Unificazione dei regimi pensionistici (senza cioè fermarsi solo all'armonizzazione), oppure in alternativa rendere autonomi gli enti previdenziali. - Revisione dei criteri di valutazione dei diritti pensionistici in caso di carriere precoci e lavori usuranti. - Via rapida ai fondi pensione da estendere anche ai pubblici dipendenti. gestioorgan SANITÀ'. • Ridefinizione delle detrazioni Irpef sui redditi da pensione. - Possibilità per le regioni di introdurre un ticket sul ricovero in regime ordinario e di day- hospital, all'interno di mìnimi e massimi decisi dalla sanità. - Possibilità, sempre per le regioni, di chiedere una compartecipazione svile prestazioni aggiuntive erogate dalla medicina generale (visite e assistenza domiciliari) escluse quelle previste da programmi regionali speciali. - Rafforzamento degli strumenti di penalizzazione per le regioni che presentano disavanzi. - Riduzione delle quote di interessi sui mutui accesi dalle regioni. - Imposizione alle usi di dotarsi di budgets preventivi per la spesa ospedaliera per evitare sfondamenti su altre prestazioni. - Imposizione ai singoli presidi del vincolo del bilancio in pareggio e che eventuali residui attivi possano essere utilizzati all'interno delle divisioni che li hanno realizzati per il potenziamento delle strutture. - Introduzione di forme di assicurazione sanitaria integrativo. -Opportunità di prevedere in via sperimentale la '' gestione di alai ni grandi ospedali ad organizzazioni no profit. iste da programmi regionali speciali. orzamento degli strumenti di penalizzazione le regioni che presentano disavanzi. zione delle quote di interessi sui mutui accesi e regioni. osizione alle usi di dotarsi di budgets ventivi per la spesa ospedaliera per evitare damenti su altre prestazioni. osizione ai singoli presidi del vincolo del ncio in pareggio e che eventuali residui attivi ano essere utilizzati all'interno delle divisioni li hanno realizzati per il potenziamento delle tture. oduzione di forme di assicurazione sanitaria grativo. ortunità di prevedere in via sperimentale la '' ione di alai ni grandi ospedali ad anizzazioni no profit. amdSglIeipfpmcalntddTsms CASA. - Aumentare la quantità di abitazioni disponibili per la fascio debole. - Gestire il parto alloggi con livelli di efficienza ed equità superiori al passato. - Attuare una calibrata politica transitoria di uscita dal regime di equo canone nel mercato delle locazioni, quando l'inquilino sia meritevole di particolare tutela sociale, utilizzando allo scopo anche qualche moderata sgravio fiscale. LAVORO. Il rapporto indico una nuova struttura in tre livelli successivi. Con la premessa the dovranno scomparire del tutto i prepensionamenti. PRIMO LIVELLO. Riguarda I tasi di sospensione temporaneo del lavoro, e prevede uno sthema di tipo assicurativo simile all'attuale tig ordinaria, con erogazioni finanziate per infero con un prelievo contributivo ricadente sui soggetti beneficiari dei trattamenti, a carico di lavoratori e imprese. Questo assegno potrà essere erogato per 12-18 mesi al massimo, nell'arco di cinque anni, coprirà il 70 % della retribuzione. SECONDO LIVELLO. Prevede un trattamento generalizzato di disoccupazione destinato a chi il lavoro lo ha perduto in maniera definitiva. Ingloberà la cig speciale, l'indennità di mobilità e quella di disoccupazione. Anche in questo caso, il metodo di finanziamento sarà assicurativo, e parzialmente integrato con risorse di provenienza fiscale. Lo retribuzione di riferimento per calcolare assegno sarà calcolata sulla media di più anni passati, e rivalutata in base all'inflazione. La misura dell'indennità dovrà essere tale do consentire al lavoratore di dedicare tutto il tempo allo merta di un nuovo lavoro. Col tempo, l'ammontare della indennità si riduce, e termina nel giro di due anni- Nel periodo in cui godrà del trattamento, il lavoratore dovrà «celiare forme di impiego oitfo a tswiine, pf.no ìì decctdimettto: dei beneficio. TERZO UVaiO. E'dedicato a coloro elio, allo scadere dsi ìlu's anni, non haraiu trovata m nuovo mÈÈfr, &'fl,o«to' puftto, il «sterne; ili nroimone sodale fera samare rassega) minimo vitale, che ASSISTENZA, La commissione propone l'introduzione di due nuovi istituti, il «minimo vitale» e il «fondo per 1 non outosuff icie nti», che dovranno nascere sulle teneri di oltri istituti tome gli assegni familiari, l'assegno per il nucieo familiare, la pensione sociale, ecc, the andrebbero quindi aboliti. IL MINIMO VITALE. E' indirizzato alle fasce deboli, e spetterà solo ai maggiorenni, Il cui reddito verrà però valutato in base alle risorse del nucleo familiare, tenendo conto anche della sua composizione. Il nuovo strumento punta comunque al reinserimento nel mondò del lavoro: ai non inabili, infatti, verrà erogato per un periodo limitato. A gestire l'assegno saranno le comunità locali, i comuni in primo luogo. IL FONDO PER I NON AUTOSUFFICIENTI. Avrò la funzione di assicurare a tutti i cittadini che vi partecipano prestazioni monetarie mirate all'effettivo stato di bisogno nel momento in cui si crei una situazione di non autosufficienza. La copertura assicurativa dovrà riguardare tutta la popolazione, con modalità di finanziamento che garantiscano l'equilibrio della gestione.

Persone citate: Dini, Massimo D'alema, Nicola Rossi, Onofri, Paolo Onofri, Prodi, Sanità, Stefano Zamagni

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma