Ulivo, adunata nel borgo medievale di Furio Colombo
Ulivo# adunata nel borgo medievale Ulivo# adunata nel borgo medievale Giallo per D'Alema: non viene. Poi la conferma ROMA. I segretari dei due maggiori partiti dell'Ulivo - D'Alema e Marini - a Gargonza ci andranno. La segreteria organizzativa del convegno che sabato e domenica riunirà l'intellighenzia dell'Ulivo, non ha nessuno dei dubbi espressi da alcuni giornali nei giorni scorsi e fa sapere che la partecipazione dei due leader non è mai stata messa in discussione. Data però la coincidenza con la campagna elettorale per le amministrative, sia Marini che D'Alema a Gargonza non potranno pernottare, ma per andare ci andranno. Sicuramente. Così il «giallo» sembra risolto. E gli animi appaiono rasserenati: quello di Prodi che nella rinuncia delle due colonne portanti della coalizione vedeva un inquietante segnale per il suo governo, e quella dei tre organizzatori del «buen retiro» ulivista, Furio Colombo, Tana de Zulueta e Omar Calabrese, che avrebbero dovuto registrate altrimenti un sostanziale insuccesso dell'iniziativa. Tutto comincia, infatti, da un'idea di questi tre intellettuali che, sentito il comitato di coordinamento dell'Ulivo - Minniti (pds), D'Andrea (ppi) e Semenzato (verdi) -, organizzano l'incontro. Si sceglie di farlo a Gargonza, provincia di Arezzo, dove il conte Guicciardini (discendente dello scrittore Francesco) possiede un antico, splendido borgo recuperato come centro congressi. I posti disponibili sono cento e quindi cento devono essere gli invitati. Non uno di più. La lista si fa rispettando, per i politici, i ruoli istituzionali: vengono invitati quindi tutti i ministri e i sottosegretari, i capigruppo parlamentari e i vice, i segretari i vicesegretari e i presidenti degli schieramenti dell'Ulivo. Per gli intellettuali invece si fa una scelta, cercando di non tenere fuori nessuno dei personaggi più rilevanti che si riconoscono nella cultura ulivista: da Umberto Eco ad Alessandro Baricco (che però non potrà andare), da Claudio Magris a Gianni Vattimo. «A Gargonza - spiega Furio Colombo - non si va per definire una strategia, per stabilire piani di gestione del potere, e neppure per compiere un esame di coscienza, ma per interrogarsi sul senso, sull'identità di questo soggetto collettivo che è l'Ulivo. E ovviamente da questo incontro deve procedere anche un progetto, un "che fa¬ re" che tenga conto delle istanze che procedono dal Paese e che non necessariamente debbono coincidere con le scadenze dell'agenda politica». Si tratta dunque di un'altra Pontignano, che arriva però dopo che l'Ulivo è stato chiamato alla guida del Paese. E come Pontignano, anche il meeting di Gargonza si terrà a porte chiuse. Fuori anche i giornalisti. In tutto questo, le voci di possibili defezioni da parte di D'Alema e di Marini avevano gettato un'ombra sull'intera coalizione, già aggredita all'esterno dalle discordanze con Rifondazione, e percorsa da titubanze per il feeling con Berlusconi. Anche Gerardo Bianco aveva avuto di che lamentarsi per essere stato escluso dal consesso, ma poi anche questo dissapore è rientrato: il presidente dei popolari non era stato informato dalla sua segreteria che l'invito era regolarmentre arrivato, anche per lui. La pax prodiana, per ora, è ricomposta, [r. mas.] Il parlamentare dell'Ulivo Furio Colombo
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