NUOVI SCANDALI ITALIANI di Sergio Romano

NUOVI SCANDALI ITALIANI NUOVI SCANDALI ITALIANI FINANZIAMENTO DEI PARTITI IL decreto con cui il ministro del Tesoro ha ripartito 16() miliardi tra quarantaquattro formazioni politiche contiene due scandali italiani, ciascuno dei quali è più grave, a mio avviso, degli episodi di corruzione che hanno indignato il Paese nel corso degli ultimi anni. 11 primo scandalo è rappresentato dalla legge a cui il decreto dà esecuzione. Ricordo brevemente l'antefatto. Poco meno di quattro anni fa - il 18 aprile del 1993 - i cittadini italiani hanno abrogato con un referendum la legge degli anni Settanta sul finanziamento pubblico dei partiti. Siamo andati alle urne e abbiamo deciso che il sistema non ci piaceva. Passano quasi quattro anni e i partiti politici si accordano per approvare una nuova legge che sostituisce il finanziamento pubblico con il finanziamento «privato» dei singoli cittadini. Anziché essere pagati dalle casse dello Stato i partiti, d'ora in poi, saranno sostenuti dal contributo volontario di coloro che decideranno di destinare a tale scopo il 4 per mille dell'Irpef. La legge è un capolavoro d'ipocrisia. Il 4 per mille che i cittadini italiani daranno ai partiti era destinato allo Stato e verrà quindi sottratto all'erario. Soltanto a una vecchia cultura, contorta, leguleia e bizantina possono venire in mente soluzioni di questo genere. Non basta. La legge anticipa gli effetti delle sue disposizioni e crea immediatamente un fondo di 160 miliardi. Poco importa che i cittadini italiani non abbiano ancora avuto l'occasione di riempire la dichiarazione dei redditi e che il fondo sia costituito, probabilmente, da denaro già impegnato in bilancio per altri scopi. Poco importa che tutti i contribuenti, in teoria, possano rifiutarsi di destinare il 4 per mille dell'Irpef al finanziamento dei partiti politici. Il Parlamento ha fretta e approva, il presidente della Repubblica firma, la Gazzetta Ufficiale pubblica e la Corte costituzionale tace. Così si è consumato, nel giro di pochi Sergio Romano CONTINUA A PAG. 2 QUARTA COLONNA