«Gerusalemme sarà un cantiere » di Aldo Baquis

Il premier: se Arafat dichiara lo Stato salta il processo di pace Il premier: se Arafat dichiara lo Stato salta il processo di pace «Gerusalemme sarà ua cantiere » Netanyahu rilancia gli insediamenti TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO La dichiarazione unilaterale di uno Stato palestinese - ventilata sabato da Yasser Arafat in un discorso alla Lega Araba - significa per Israele la fine del processo di pace. Lo ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un acceso discorso di fronte ai duemila membri del Comitato centrale del Likud nel corso del quale ha ribadito che il suo governo «edificherà nuovi quartieri non solo a Har Homà ma in tutta Gerusalemme». «Gerusalemme ha affermato - è la fiamma eterna del nostro popolo». Arafat da parte sua si accinge a dire oggi al presidente Bill Clinton che con l'approvazione del rione di Har Homà - destinato a 30 mila ebrei - Israele altera gli equilibri demografici di Gerusalemme e svuota di contenuto i negoziati sull'assetto definitivo nei Territori. «Il "rais" chiederà a Clinton di influenzare Netanyahu affinché annulli il progetto Har Homà», ha previsto il negoziatore capo palestinese Saeb Erekat. Di fronte alle grida ritmate dei suoi sostenitori («For-za Bi-bi, For-za Bi-bi») Netanyahu ha detto invece di aver grandi progetti per rafforzare la presenza ebraica a Gerusalemme, sia pure nel rispetto dei Luoghi santi altrui. Presto, ha detto il premier, i membri del Likud potranno rag- giungere Gerusalemme da Tel Aviv con una nuova autostrada, la n. 45. Non solo: il Likud vuole anche collegare le due principali città con un treno ultraveloce: «Un viaggio di 22 minuti lungo il tragitto esatto percorso duemila anni fa dai ribelli ebrei Maccabei». Fantascienza e passato remoto: un cocktail che ha acceso la fantasia dei delegati. Trasportato dall'entusiasmo dei suoi colleghi di partito Netanyahu ha così diffidato Arafat dal dichiarare uno stato indipendente: «Che lo faccia - ha esclamato . Sarebbe un errore grave. Fermerebbe il processo di pace. Da parte nostra, sapremmo come reagire, abbiamo delle possibilità eccellenti». Il premier ha assicurato che lo Stato palestinese non si farà (i palestinesi potranno ricevere al massimo un'autonomia amministrativa) e che sono svanite le speranze dei palestinesi di assumere il controllo del 90 per cento della Cisgiordania. Solo Israele stabilirà le dimensioni dei prossimi ridispiegamenti, il primo dei quali dovrebbe avvenire a giorni. Su un punto soltanto Netanyahu ha cercato di tranquillizzare le apprensioni di Arafat che sabato aveva mostrato ali Lega Araba un fotomontaggio che mostrava un grande tempio ebraico al posto delle moschee di Gerusalemme. «Non stiamo scavando sotto alle moschee di Gerusalemme e non abbiamo alcuna intenzione di alterare lo status quo nella loro spianata», ha detto Netanya- hu. Il primo ministro non ha lesinato sforzi per mostrare all'opinione pubblica interna e del mondo di essere ancora fermamente in sella malgrado sia stato di recente contestato dalla corrente massimalista del suo partito (Ariel Sharon, Yitzhak Shamir e Benyamin Begin) e sia stato coinvolto assieme ai suoi più stretti collaboratori in uno scandalo politico-giudiziario (Hebrongate). Gli organizzatori della riunione hanno convenientemente fatto slittare i contestatori di Netanyahu alla tarda serata, a telecamere spente, mentre l'intervento del premier è stato trasmesso in parte in diretta dalla televisione. Shamir, infuriato per l'espediente, ha lasciato la sala dopo pochi minuti. Conscio che la migliore difesa sia l'attacco Netanyahu non ha quasi fatto riferimento allo scandalo politico e ha assestato a sua vota duri colpi ai mass media israeliani, «rei» di essere prevenuti nei confronti del Likud. Dopo aver annunciato che la Banca Hapoalim sarà presto privatizzata Netanyahu ha chiesto: «Vorreste forse che privatizzassimo anche i mass media?». I membri del Comitato centrale - che ben ricordavano che il primo servizio sullo scandalo Hebrongate è nato proprio negli studi della televisione di Stato - hanno scandito a squarciagola: «Bi-bi, Bi-bi». Aldo Baquis Duro discorso alla assemblea del Likud «Ma non toccheremo i luoghi santi delle altre religioni» Spavaldo sullo scandalo «Hebrongate», ha attaccato i media israeliani «filo-laburisti» Spavaldo sullo scandalo «Hebrongate», ha attaccato i media israeliani «filo-laburisti» l premier Netanyahu applaudito nto di ieri discorso alla ea del Likud toccheremo hi santi delle tre religioni» ha lasciato la sala nuti. la migliore difesa Netanyahu non ha erimento allo scan ha assestato a sua pi ai mass media i» di essere preveonti del Likud. Donciato che la Banca à presto privatizzaha chiesto: «Vorreprivatizzassimo andia?». I membri del trale - che ben rie il primo servizio Hebrongate è nato studi della televi - hanno scandito a «Bi-bi, Bi-bi». Aldo Baquis Il premier Benjamin Netanyahu durante II suo applaudito intervento di ieri