Monaco nella morsa degli ultras di Emanuele Novazio
La destra protestava per la mostra sui crimini della Wehrmacht, arresti e feriti GERMANIA La destra protestava per la mostra sui crimini della Wehrmacht, arresti e feriti Monaco nella morsa degli uh ras Scontri tra migliaia di neonazisti e autonomi BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Scontri fra dimostranti e polizia, quattro agenti feriti e una sessantina di neonazisti fermati, dimostrazioni dell'estrema destra e della sinistra, una giornata di tensione nella quale si è sfiorata la battaglia di piazza fra gruppi neonazisti e autonomi: per ore Monaco ha temuto il peggio, ieri, dopo che da giorni la città e il Paese sono divisi sulla mostra dedicata ai crimini di guerra della Wehrmacht, ospitata nel municipio del capoluogo bavarese e oggetto di forti contestazioni negli ambienti conservatori della regione. Soltanto un massiccio spiegamento di forze, e severi controlli di polizia, hanno impedito che la situazione sfuggisse al controllo: su un autobus noleggiato da estremisti di destra diretti da Berlino a Monaco e stata sequestrata una mina anticarro insieme a spolette, coltelli, aste di ferro e mazze da baseball. Una delle armi preferite dai neonazisti. La situazione ha cominciato a diventare difficile nel primo pomeriggio: quando cinquemila estremisti di destra provenienti da tutto il Paese per manifestare contro la mostra sulla Wehrmacht sono confluiti verso la piazza del Municipio: ad attenderli c'erano sei-settemila attivisti di sinistra che voleva- no esprimere solidarietà agli organizzatori. La polizia è riuscita ad evitare il contatto diretto fra i due cortei, ma non ha potuto impedire che da una parte e dall'altra si h piassero sassi, bottiglie e pezzi di ferro. A sera la situazione era tornata tranquilla, in città; ma anche se lo scontro fisico fra ultras di destra e di sinistra è stato evitato, difficilmente la calma tornerà intorno a una mostra che fin dai titolo - «Guerra di sterminio, i crimini della Wehrmacht 1941-1944» - infiamma i reduci, scatena emozioni contrastanti, spacca opinione pubblica e ambienti politici. Da quando è arrivata a Mo¬ naco, almeno. Finora l'esposizione - che non è un'accusa indiscriminata contro tutti i soldati dell'esercito tedesco, ma sfata il mito di una Wehrmacht «buona» e «antinazista» - aveva provocato qualche polemica soltanto al momento della sua presentazione due anni fa ad Amburgo, dove era stata organizzata dallo storico Hannes e dal locale «Istituto eh ricerca sociale» finanziato dal miliardario di sinistra Jan Philipp Reernstma. Da allora intorno alle fotografie agghiaccianti ma note da tempo - che mostrano soldati dell'esercito tedesco mentre sparano a donne con i figli in braccio, impiccano par¬ tigiani o danno il colpo di grazia a prigionieri ebrei, era calato il silenzio, nonostante la mostra fosse stata ospitata poi in una decina di città. A scatenare la tempesta è sLato il suo arrivo in Baviera dove la Csu - il partito regionale «fratello» della Cdu del cancelliere Kohl - ha immediatamente dato avvio alle proteste: accusando gli organizzatori di ledere l'onore della Wehrmacht, e aggregando in questo modo la protesta dei reduci e dell'estrema destra. Per giorni, prima dell'inaugurazione, gruppi di destra e di sinistra si sono confrontati indirettamente e direttamente: con manifestazioni, scontri sporadici, aggressioni (ultima in ordine di tempo quella organizzata dagli autonomi contro una sezione della Csu). Fino all'invito al boicottaggio della mostra: lanciato con annunci sui giornali dall'Associazione reduci della Luftwaffe, dall'Associazione dei soldati tedeschi e dalla Federazione delle associazioni dei soldati, che accusano gli organizzatori di aver falsificato i documenti. Una denuncia che gli storici non prendono sul serio, ma che ripropone un antico obicttivo strategico dell'estrema destra tedesca: la negazione del passato più fosco e dei suoi crimini più orrendi. Emanuele Novazio
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