Deng fantasma in Parlamento di Fernando Mezzetti

L'Assemblea del popolo approva il triumvirato (Jiang, Li, Qiao) voluto dal leader scomparso L'Assemblea del popolo approva il triumvirato (Jiang, Li, Qiao) voluto dal leader scomparso Deng fantasma in Parlamento E nello Xinjiang bomba contro la polizia PECHINO DAL NOSTRO INVIATO Dopo clic Jiang Zemin ha nei giorni scorei dominato la scena corno gran cerimoniere pnr le onoranze a Deng Xiaoping, la ribalta tocca da ieri agli altri due membri de! trio di potere: il premier Li Peng e Qiao Sili, con l'apertura della sessione annuale dell'Assemblea del popolo, da Qiao presieduta. Entrambi hanno riaffermato la continuità nella politica di Deng, con l'impegno ad approfondire riforme e apertura, e l'unità del partito attorno a Jiang. Onesti, parlando ai delegali di Hong Kong presenti in un altro organismo nazionale, ha dato assicurazioni su una «morbida transizione» quando il primo luglio la colonia tornerà alla Cina. Egli ha ribadito che, anche se il patriarca se ne e andato, Pechino sarà guidata dal principio da lui fissato, e cioè «un Paese, due sistemi». Li Peng ha presentato il rapporto del governo, dopo la formale apertura da parte di Uiao e il minuto di silenzio in ricordo di Deng Oiao sarà regista dei lavori per le prossime due settimane. La sessione era l'issala da tempo, ma tutto fila come se fosse programmato per mantenere il trio sullo stesso piano, secondo la formula dengista di «Jiang Zemin centro della direzione collettiva»: centro, non guida. Qiao, che nei giorni scorsi aveva evitato questa rituale espressione, l'ha pronunciata ieri, mettendo con ciò line a speculazioni che stavano crescendo. Lo stesso ha fatto Li Peng. Si è voluto evidentemente porre l'accento sulla normalità, nel quadro di «tutto come al solito» impostato subito dopo la morte di Deng per sottolineare l'esclusione di cambiamenti 11 patriarca proietta tuttavia la sua ombra su quesia sessione. E la prima senza di lui, e per Li Peng, 69 anni, sarà l'ultima come premier. Egli completa infatti quest'anno il suo secondo mandato di cinque anni nella carica. Per dettato costituzionale non può restare al suo posto per più di due volte consecutive, ma ciò non vuol dire che uscirà di scena. Al congresso del partito nel prossimo autunno saranno escogitate soluzioni perche resti comunque in posizione di potere, e tutto sarà formalizzato nel] Assemblea del prossimo anno. Gran regista dei lavori è Qiao Sili, h" lui che, tramite i deputati, terra sotto scrutinio Li Peng, come ha già incominciato a fare da quando è asceso a questo ufficio nel '93. Con lui, L'Assemblea ha affermato un suo ruolo. Due anni fa, sulla nomina di un ministro proposta dal premier, contrari e astenuti sono stati un terzo dei deputati. Su altre questioni come il grandioso progetto di diga sulle gole dello Yangzi si sono avuti aperti contrasti. Non siamo a un Parlamento da democrazia borghese, certo, ma neanche a un Soviet moscovita che votava tutto all'unanimità. Da quando ne e a capo, Qiao, già responsabile dei sei-vizi di sicurezza, esalta il primato della legge sulla politica: cioè dell'Assemblea, promuovendo se stesso. Al centro del rapporto del premier e stata la situazione economica, in particolare la più spinosa delle riforme da fare: quella delle 200 mila imprese di Stato, che impiegano 120 milioni di lavoratori, e gran parte delle quali lavorano in perdila. Si traila di razionalizzarle e mandarne molte in bancarotta, provvedendo reti di protezione sociale per i dipendenti. Ancor più importante la situazione nelle campagne, dove gli eccessi fiscali sui contadini l'aimo scoreo hanno provocato vari disordini. 1 due problemi sono non solo di natura economica, ma politica, e comportano liscili di instabilità, la soluzione dei quali «è vitale per il destino del sistema socialista». Esaltando l'imminente ritorno di Hong Kong alla Cina, e di Macao nel '99, il prenùnr ha parlato di Taiwan con accenti diversi rispetto aLl'anno scorso, quando la sessione si svolse in piena tensione politica e militare, con i test missilistici verso l'isola. senza alcun riferimento a soluzioni di forza, ha ribadito la ricerca di mezzi pacifici per la riunificazione. Ha esaltato le forze annate, naturalmente: e si sa che nei prossimi giorni sarà annunciato mi aumento del 12 per cento nel bilancio per la difesa. Nell'insieme, un discorso pacato e da tecnocrate, volto a sottolineare continuità e stabilità. Le novità, se ci saranno, si avranno nei prossimi giorni in seno alle commissioni e in sede di votazioni. Dall'interno del partito vengono però segnali di un certo distacco dal passato. In un editoriale del Quotidiano dei popolo su Deng, l'altro giorno, non si nominava mai Mao Zedong. Solo una fugace menzione del pensiero di Mao, per sottolineare che Deng lo ha sviluppato. Nella sua orazione funebre martedìi, Jiang non aveva latto che accostare Deng a Mao. Jiang è asceso dopo gli eventi dell'89, in mia fase di crisi alla quale è sopravvissuto solo Li Peng. I due sono alleati nei rapporti interni, e sulla stessa barca, ma in realtà tra loro esiste un certo dualismo, che si riflette in atteggiamenti pubblici e nei rapporti intemazionali. In politica estera, Li Peng cura i rapporti con l'Europa e con altri Paesi; ma le relazioni con gli Stati Uniti sono di esclusiva pertinenza di Jiang. Anche perché Jiang, appunto, è asceso dopo la Tienanmen, e non ne porta responsabilità dirette. Mentre a Pechino si parlava, è tornata a farsi calda la situazione nello Xinjiang, da qualche tempo terreno di scontro tra gli uighuri (e altre popolazioni autoctone musulmane) e i cinesi di etnia han: una bomba è esplosa ieri sera a Urumqi, capoluogo della provincia, in un edificio dove si teneva una riunione di funzionari di polizia contro il terrorismo separatista. Lo ha reso noto un portavoce del «Fronte nazionale unito rivoluzionario», movimento in esilio nel Kazakhstan ex sovietico. Fernando Mezzetti Il premier Li Peng (a destra) parla all'Assemblea del popolo. A sinistra poliziotti a Pechino sotto un orologio che scandisce il tempo mancate al ritorno di Hong Kong alla Cina [foto ansa;