Rauti «corre»da solo

Rauii «corre»da solo Rauii «corre»da solo La sua fiamma rifiuta le alleanze con il Poto ROMA. A 70 anni, la schiena piegata dalla galera e dall'artrosi, Pino Hauti medita di infliggere un altro scherzo a Gianfranco Fini e al Polo: «Mi diverto ancora moltissimo a far politica - racconta il camerata Hauti - e credo che alle prossime elezioni il Polo dovrà prenderò atto che i voti della Fiamma sono decisivi e in qualche caso potrebbero mancare. E' 10 scotto del maggioritario...». Il 21 aprile avete fatto perdere le elezioni al Polo: questa volt.a vi stanno cercando? «Be', Berlusconi avrebbe detto: "Non ripetiamo l'errore delle Politiche quando perdemmo le elezioni in quel modo". Eorza Italia non ha una politica ufficiale verso di noi, ma notiamo un certo realismo...». Siamo alla vigilia di accordi a macchia di leopardo tra Fiamma e Polo? «Quando le stesse avances si ripetono a Cas- l sino, a Monza e a Orbetello e in altri centri, qualcosa vorrà dire. Il problema è che tra noi | e an la polemica continua e continua l'esodo I di loro militanti verso di noi. E al Sud ci cor- ] cano anche altri...». Chi vi cerca? «Anche l'Ulivo. Vedremo. Ma nei grandi centri finiremo per correre da soli. A cominciare \ da Torino e Milano, dove il nostro candidato sarà Tomaso Staiti di Cuddia. Al secondo turno si deciderà localmente, caso per caso. Ma ò da escludere un'alleanza generalizzata con 11 Polo». Il 21 aprile il Polo delle Libertà perse le elezioni perché non si collego con voi: qual è la vera storia di quell'alleanza mancata? «Fini disse che c'era una sua pregiudiziale negativa e una preclusione di Berlusconi. Poi, in una furibonda intervista post-elettorale, Berlusconi disse di non aver mai saputo che si era discussa un'ipotesi di desistenza con noi... Una cosa è certa: subito dopo le elezioni del 21 aprile i rapporti tra i due sono peggiorati». Il 27 aprile 1997 sarà difficile bissare lo «scherzo» del 21 aprile 1996... «Certo, la legge elettorale è diversa, c'è il ballottaggio e non la desistenza. Ma nella legge maggioritaria c'è un rasoio nascosto: anche una piccola forza ha un potere; di interdizione. A Roma con 50.000 voti - i nostri - si decide la sorte di 50.000 miliardi per il Giubileo...». Dopo il congresso di Fiuggi, qualcuno l'ha più cercata da An? «No, nessuno. Soltanto gente con cui sono stato in galera, antiche colleganze che non si dimenticano più, ma dal vertice silenzio totale». E in casa come fa? Sua figlia Isabella è moglie di Gianni Alemanno, uno dei dirigenti 'i punta di Alleanza nazionale... «Ha i suoi problemi anche lei... Gli screzi si evitano non parlando di politica». E lei ci parla con suo genero? «Io non ci parlo proprio. Per risparmiare tempo... Non vedo cosa dovrei dire. Le nostre vite si sono divise e se l'incontro non ci salutiamo. Risolto il problema». Ma Alemanno ora guida l'area nazionalpopolare di An: aspira a diventare il Rauti del 2000? «Alemanno è il punto di riferimento della cosiddetta destra sociale, duella che io chiamo una battaglia di retroguardia. Subito dopo il congresso di Fiuggi, gli dissi: non è facile fare l'ala sociale dei Rothschild...». [r. r.)

Luoghi citati: Fiuggi, Italia, Milano, Monza, Orbetello, Roma, Torino