Berlusconi: sì alla «manovrona-bis»

Prodi telefona al governatore di Bankitalia Fazio, ma resta aperto lo scontro sulle cifre Prodi telefona al governatore di Bankitalia Fazio, ma resta aperto lo scontro sulle cifre Berlusconi: sì alla «manovrona-bis» «Se ci porta in Europa, disponibili a votarla» ROMA DALLA REDAZIONE Nessuno strappo: via Nazionale c Palazzo Chigi già duo sere fa erano in rapporti «cordiali», come ha precisato un comunicato ieri sgombrando il campo da ogni sospetto di scontro o rottura fra il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio e il presidente del Consiglio Romano Prodi a proposito dello stime di via Nazionale stili'ammontare della manovra-bis. Già due sere fa - ha chiarito Palazzo Chigi - c'è stato un colloquio telefonico «assolutamente cordiale» fra i due leaders. Protli e Fazio secondo le fonti della presidenza del Consiglio - hanno parlato di mercati e lira, facendo ii punto della situazione sull'andamento dei mercati finanziari al tonnine di una travagliatissima giornata. Non è escluso che nel corso del loro colloquio i due leaders si siano anche interrogati sugli effetti negativi causati dalle voci circolate nella mattinata di un rinvio a giudizio del presidente del Consiglio per il suo coinvolgimento nella vicenda Cirio. In ogni caso, ieri sulla vicenda è stata avviata un'indagine preliminare dalla procura della repubblica di Roma. Guanto allo strappo, ieri i membri del governo hanno fatto quadrato Intorno al presidente del Consiglio. Lo ha escluso il ministro dell'Industria Bersani: «La Banca d'Italia - ha spiegato - propone le sue riflessioni, dà dei riferimenti ma attualmente le responsabilità per la manovra sono del governo. In ogni caso, siamo consapevoli che le convergenze nelle opinioni portano a considerare un range sul quale muoversi che oscilla tra i 6-7 mila ed i 14 mila miliardi». L'hanno escluso il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni e il ministro delle Poste Antonio Maccani- co. Quest'ultimo ha sottolineato come da parte del governo non vi sia alcun tentativo di quadratura del cerchio, ma «un'azione di risanamento seria e coerente». Ma al di fuori del governo, il fuoco delle polemiche è ancora ben acceso. La situazione dei conti pubblici è tale che non basta solo una manovra di aggiustamento alla precedente finaniaria, ma servirebbe anche un anticipo della finanziaria '98, ha affermato il vicepresidente della Confindustria Cario Callieri, aggiungendo che per stabilizzare il rapporto deficit e prodotto interno lordo al 3%, così come indicato dai parametri di Maastricht, «sarà necessario un intervento correttivo nell'ordine di due punti di Pil, circa 35-40 mila miliardi». 11 presidente della Confindustria Giorgio Fossa si è detto convinto della bontà delle stime di via Nazionale. «Ritengo che il governatore della Banca d'Italia abbia una struttura alle spalle molto seria, per cui ritengo che i suoi dati siano abbastanza giusti». Ma ha anche ammesso che tocca al governo fare la manovra c che «l'Italia non può permettersi di far cadere la tensione sul problema Europa». Molto critici i toni di An. Il leader, Gianfranco Fini, ha definito il governo «inaffidabile» sulla manovra bis perché «smentisce troppe volte se stesso», e la manovra di primavera «dimostra che tutto ciò che era stato fatto in precedenza era sbagliato, come la tassa per l'Europa». «Ridicola», poi secondo il leader di Alleanza nazionale, è la precisazione di Prodi a proposito delle stime della Banca d'Italia: «Lo sanno tutti che la manovra deve farla il governo». Più disponibile, il leader del Polo Silvio Berlusconi. «Ouesta non è una manovrina - ha premesso - ma ima manovra colossale, una manovrona, visto che si parla di 15 mila miliardi. Comunque, se i contenuti saranno quelli che l'Europa ci chiede, ossia una riforma strutturale della spesa, noi siamo a disposizione», purché - ha precisato non si tratti di «un suicidio che porti il Paese a un peggioramento della situazione». A mettere in fuga i richiami tentatori di Berlusconi, è l'ammonimento lanciato dal leader di Rifondazione, Bertinotti: «Questo è un governo del centrosinistra più il prc. Se fa una politica di destra muore. Bisogna vedere se riesce a imprimere una svolta e a mantenere la propria autonomia dalla Germania, dalla Bundesbank, dalla Banca d'Italia e dalla Confindustria. Non può adattarsi alle politiche neo-liberiste degli altri». Quanto alla manovra-bis, il leader di Rifondazione ha ribadito che non accetterà «né tagli alla spesa sociale, né nuove tasse perché questo è un Paese troppo provato socialmente». Rifondazione attacca «No a tagli e tasse» Fini: questo Ulivo è inaffidabile Qui sopra il presidente della Confindustria Giorgio Fossa Accanto il ministro del Lavoro Tiziano Treu

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