UN PROBLEMA ITALIANO di Sergio Romano
UN PROBLEMA ITALIANO UN PROBLEMA ITALIANO Lj ALBANIA è il rompicapo della politica estera italiana. Ne occupammo una parte, per le esigenze del conflitto, durante la prima guerra mondiale, e partimmo da Valona soltanto nell'agosto del 1920 quando Giolitti e Sforza decisero che il ^ioco non valeva la candela. Ma pochi anni dopo dovemmo assumerci la responsabilità di un protettorato informale e re Zog divenne, per molti aspetti, il viceré italiano a Tirana. L'occupazione nell'aprile del 1939 fu un gesto simbolico, una sorta di ripicca mussoliniana per i trionfi hitleriani in Cecoslovacchia e in Austria. Ma fu politicamente irrilevante ed ebbe soltanto il risultato ili renderci direttamente responsabili della sorte di un Paese bellicoso, tribale e diffìcilmente governabile. Sarebbe stato meglio continuare ad amministrarlo per procura, come avevamo fatto in momenti di maggiore saggezza. Paradossalmente l'unico periodo della storia recente in cui l'Albania ci dette poco fastidio fu quello in cui era governata con un pugno di ferro dalla dittatura comunista di Enver Hoxha. In circostanze «normali» il Paese al di là dell Adriatico e, per l'Italia, un oggetto inafferrabile. Non possiamo assumerne il controllo senza diventare il capro espiatorio di tutti i suoi vizi e il bersaglivi del suo nazionalismo. Non pos- Sergio Romano CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA
Persone citate: Enver Hoxha, Giolitti, Sforza
Luoghi citati: Albania, Austria, Cecoslovacchia, Italia, Tirana
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