EUROPA SENZA IL MARCO INCUBO DELLA GERMANIA

EUROPA SEN2A IL MARCO INCUBO DELLA GERMANIA PERCHE1 AUMENTANO I NEMICI DI KOHL EUROPA SEN2A IL MARCO INCUBO DELLA GERMANIA CI sono momenti in cui la nazione tedesca è agguantata dallo sgomento, e da esistenziali paute. Sono momenti sempre più frequenti, man mano che si avvicina la data della Moneta Unica. Sono i momenti di una nazione che è divenuta più vasta, più popolosa dopo la riunificazione, ma che non si fida più dei propri capi che vogliono portarla a viva forza dentro l'Europa di Maastricht. La popolazione tedesca vorrebbe far marcia indietro. Vorrebbe poter dire no all'Euro, prima che sia troppo tardi. E' disposta a molti sacrifici per correggere le storture dell'economia, ma un sacrifìcio essenziale non si sente di compierlo: il sacrifìcio del marco, che dovrebbe avvenire alla fine del '98. Tre quarti della popolazione sono contro l'Europa monetaria. Un terzo è scettico, e comunque non guarda con favore l'edificio europeo immaginato da Kohl. Il marco è più di una moneta di conto, per questo popolo. E' simbolo della sua rinascita psicologica, dopo la catastrofe del nazismo. E' un emblema di dignità democratica ritrovata, grazie ai padri della seconda Repubblica che furono Adenauer e Erhard. Il marco solido è la bandiera che i tedeschi non poterono far propria dopo il '45, quando metà del Paese fu consegnata al vincitore sovietico. Rinunciare al marco non è come rinunciare alla lira per gli italiani, o al franco per i francesi. E' un'amputazione ben più traumatica, perché il marco è per i tedeschi un sostituto di patria, di Hennat. Il marco è un luogo, più che un'astrazione: è luogo dove si nasce, dove si torna dai viaggi. E' rifugio-casolare dove si invecchia, si fanno testamenti. Per questo son così grandi i tremori tedeschi, alla vigilia del '99. C'è ancora una volta Angst tedesca, nel cuore d'Europa: c'è questa accumulazione di angoscia cupa, malata, radicale, che può invalidare l'intero edificio pensato a Maastricht dopo la caduta del Muro. Questo significa che gli sforzi italiani non bastano, a tranquillizzare la Germania sgomenta, smarrita. Che non basta prometterle una condotta economica più responsabile, come fanno i nostri governi, per poi stupidamente avversare l'ingresso tedesco nel Consiglio di sicurezza dell'Onu. La sfiducia ha messo radici ben più profonde nelle coscienze tedesche, ed è ormai sfiducia generalizzata nei confronti delle proprie classi dirigenti, delle proprie istituzioni politiche, dello stesso proprio Cancelliere. Non è solo la Banca centrale, non è solo la Bundesbank di Hans Tietmeyer ad avversare una Moneta Unica tirata verso il basso dalla presenza italiana, spagnola, o francese. L'avversione è condivisa da un numero crescente di tedeschi, si esprime nei sondaggi, trapela dalle dichiarazioni di varie autorità accademiche, di vari politici socialdemocratici o democristiani. Lo abbiamo potuto verificare di persona, interrogando in questi giorni alcuni responsabili in Germania: sempre più insistentemente, i consiglieri che sono attorno a Kohl suggeriscono al Cancelliere un comportamento più prudente, meno ideologizzato, meno astratto dalle quotidiane realtà. Suggeriscono di non sacrificare troppo precocemente il marco, e di rinviare l'ora ardua della Moneta Unica. L'idea di un rinvio è dibattuta con serietà estrema da qualche settimana, e la questione dell'ingresso italiano è un elemento importante ma non cruciale delle odierne discussioni. Ci sono innanzitutto i criteri di Maastricht, cui la Germania non sarà probabilmente in grado di obbedire entro la data fissata. L'economia tedesca è malcerta, soffre di scarsi investimenti interni, di alti costi del lavoro, di uno Stato sociale ancora molto forte, e le cifre della disoccupazione mettono spavento, ricordano l'epoca di Weimar e le recessioni che spezzarono la democrazia prima di aprire la strada a Hitler. E' stato calcolato che il Tesoro spende annualmente 3 miliardi di marchi in più per ogni gruppo di 100.000 disoccupati e nel frattempo i senza lavoro son divenuti 4,7 milioni, con punte massime in ex Germania comunista. Quasi impossibile diBarbara Spinelli CONTINUA A PAG. 14 PRIMA COLONNA

Persone citate: Adenauer, Hans Tietmeyer, Hitler, Kohl, Kohl Europa

Luoghi citati: Europa, Germania, Maastricht, Weimar