Per l'Unione il duo pianistico Yaara Tal-Andreas Groethuysen di Leonardo Osella
I FIATI DELLA RAI CAMERISTICA I FIATI DELLA RAI Per l'Unione il duo pianistico Yaara Tal-Andreas Groethuysen SI prolunga ai prossimi giorni l'assenza dell'Orchestra Sinfonica Rai dai concerti del Lingotto. Ma questo non significa che il complesso sia inattivo, anzi: fervono le prove, quanto impegnative è facile immaginarlo, di «La Valchiria» che dal 7 marzo per due settimane costituirà uno dei piatti forti della stagione. E intanto se ne avrà un assaggio a livello di comunicazione, con il musicologo Giorgio Pestelli che martedì 4 alle 18, nelle sala di rappresentanza dell'Auditorium in piazza Rossaro, illustrerà i valori artistici di questa seconda opera della «Tetralogia» wagneriana. Ma se da un lato manca l'appuntamento con l'orchestra, si rinnova dall'altro quello con i gruppi cameristici formati all'interno del grande complesso, che avrà una nuova tappa domenica 2 alle 10,30 sempre nel locale di piazza Rossaro. Stavolta, con il pianista ospite Carlo Bruno, salgono sul palco alcuni degli strumentisti a fiato: Alberto Barletta, Monica Berni, Marco Jorino, Fulvia Biselli, Carlo Bosticco al flauto; Carlo Romano all'oboe; Cesare Coggi al clarinetto; Stefano Aprile al corno; Andrea Corsi al fagotto. Il programma si inizierà con una gustosa trascrizione per quattro flauti, fatta da Howard Cohen, dell'Ouverture da «Le nozze di Figaro» di Mozart. E ancora quattro flauti eseguiranno poi il «Gran Quartetto op. Yaara Tal cAnc/rcas Groethuysen in concerto mercoledì 5 marzo alle 21 all'Auditorium della Rai per la stagione dell'Unione Musicale 103» di Friedrich Kuhlau, uno dei fondatori della scuola musicale danese, che scrisse molte pagine per questo strumento perché ai suoi tempi era straordinariamente popolare e quindi fruttava interessanti guadagni. Decisamente gustoso infine l'incontro con il parigino Francis Poulenc, che nella musica cameristica mischiava strutture neoclassiche agli spunti più disparati. Così nel «Trio, per oboe, fagotto e pianoforte» si uniscono lo spirito di Haydn e le canzoni popolari sudamericane, mentre nel «Sestetto» riecheggiano accenti mozartiani. Tutt'altra musica, è proprio il caso di dire, in un altro appuntamento cameristico di tutto rispetto: quello con il duo pianistico formato da Yaara Tal e Andreas Groethuysen, nel calendario dell'Unione Musicale mercoledì 5 marzo alle 21 nell'Auditorium della Rai. Lei è israeliana di Tel Aviv e dall'età di sette anni tiene concerti con successo crescente; lui è tedesco di Monaco di Baviera e vanta una carriera di altissimo livello. Dopo essersi trovati a suonare insieme quasi per caso, hanno rivelato un affiatamento eccezionale che li ha portati a una intensa attività concertistica e discografica. I due daranno inizio alla serata musicale con la «Ouverture in si minore op. 54» di Cari Czerny, un autore che si comincia a riscoprire per le qualità artistiche oltre che per quelle, indiscusse, di didatta. Seguirà Franz Schubert, di cui la Tal e Groethuysen hanno inciso in sette compact disc l'integrale per quattro mani. Sarà proposto il cosiddetto «Gran Duo», classificato come «Sonata in do maggiore op. 140 D812»: una notevole pagina che fu dedicata alle contessine Marie e Caroline Esterhàzy durante il secondo soggiorno del compositore in Ungheria. Ed ecco i deliziosi «Sedici valzer op. 39» che Brahms scrisse fra l'unanime stupore, tanto pareva distante la seriosità del musicista con lo spirito viennese: alcuni di essi echeggiano cbiaramenti gli amatissimi Schubert e Schumann. Ed è quest'ultimo a suggellare la serata con la trascrizione, fatta dallo stesso Brahms per pianoforte a 4 mani, del «Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47». Leonardo Osella
Luoghi citati: Monaco Di Baviera, Tel Aviv, Ungheria
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