Americani ospiti della Mir

Americani ospiti della Mir Americani ospiti della Mir Malconcia la «casa» spaziale russa il combustibile dei motori idrogeno e ossigeno allo stato liquido - per generare energia elettrica attraverso una reazione catalitica che fornisce, come sottoprodotti, calore ed acqua. Normalmente entrambi vengono dispersi nello spazio ma, nel caso delle missioni destinate alla Mir, l'acqua viene raccolta per essere trasportata a bordo della stazione. Certamente la microgravità viene in aiuto di questi «facchini dello spazio» ed anche una ragazza minuta come Marsha Ivins può consegnare a domicilio, senza troppa fatica, i contenitori con oltre cento litri d'acqua. Mentre lo Shuttle era attraccato alla Mir, i due equipaggi si sono scambiati visite di cortesia e hanno avuto una discreta vita sociale. Uno degli aspetti più interessanti di que¬ sto programma russo-americano è proprio nella possibilità di lavorare insieme e di mettere a confronto le proprie esperienze di vita di tutti i giorni. Nei quattro mesi passati a bordo, Blaha ha avuto modo di approfondire la sua amicizia con i due cosmonauti russi: Valeri Korzun e Alexander Kaleri, che hanno condiviso con lui il periodo di training di oltre un anno in Russia. «Durante i mesi di addestramento a Star City abbiamo imparato a conoscerci» ha detto Blaha, <:e una delle cose più importanti che porto con me sulla Terra, dopo questa esperienza a bordo della Mir, è l'amicizia che si è consolidata con i due compagni di viaggio». Non sorprende quindi lo scambio di abbracci che c'è stato quando l'equipaggio americano è tornato sull'A¬ tlante dopo sei giorni sulla Mir. Prima di abbandonare definitivamente l'orbita, la navetta ha compiuto due rivoluzioni attorno alla stazione a una distanza di circa 150 metri per effettuare una survey fotografica delle superfici esterne. La Mir è ormai alla fine della sua vita operativa e la manutenzione che gli astronauti devono effettuare in orbita è un elemento di primaria importanza per la sicurezza dell'equipaggio. Blaha ha viaggiato in un sedile speciale, quasi una culla, collocata nel compartimento inferiore dello Shuttle. Disegnato per facilitare il riadattamento alla gravità terrestre dopo un prolungato periodo di microgravità, questo sedile è stato usato per la prima volta da Shannon Lucid, al suo rientro dalla mis¬ sione che ha stabilito il record di durata per un astronauta americano. La reazione dell'organismo è sempre un'incognita. Anche se in orbita si osserva uno stretto protocollo - con esercizi fisici quotidiani per mantenere il tono muscolare e ridurre la decalcificazione ossea - con un monitoraggio costante, da parte dei medici del centro di controllo di Mosca, c'è sempre un margine di incertezza su quali saranno le reazioni, una volta rimesso piede sulla Terra. Gli organi di equilibrio sono saturati dalla gravità terrestre e mantenersi in piedi può essere a volte molto difficile, almeno nelle prime ore dopo l'atterraggio. Ma nel caso di Blaha, come d'altra parte per Lucid, non ci sono state grosse sorprese e la loro esperienza sarà utilissima per gli altri astronauti in lista di attesa per la Mir. L'Atlantis ritornerà presto a visitare la stazione russa: a maggio partirà la missione STS84, nel corso della quale l'astronauta Mike Foale darà il cambio al connazionale Linenger. Umberto Guidoni Astronauta

Persone citate: Alexander Kaleri, Marsha Ivins, Mike Foale, Shannon Lucid, Umberto Guidoni, Valeri Korzun

Luoghi citati: Mosca, Russia