Il prof sia profeta in patria di Giovanni Trovati
Il prof sia profeta in patria Concorsi universitari, un errore cambiare sede ai docenti che vincono Il prof sia profeta in patria IERI è cominciato il sorteggio dei commissari che dovranno giudicare i trentamila candidati del concorso per professore associato. Ogni commissione sarà formata da cinque, da sette o da nove docenti a seconda del numero degli esaminandi. Le operazioni saranno lunghe e si prevede che soltanto a maggio la macchina sarà pronta. Quando si conosceranno i vincitori nessuno lo prevede; l'augurio è che tutto proceda con serietà così da evitare i ricorsi alla magistratura, consueti nei concorsi per le docenze universitarie. Ci si domanda per quanto tempo i commissari - di certo più di 3 mila - saranno distratti dagli impegni di msegnamento e di ricerca presso le loro sedi, e quale danno subiranno gli studenti. Questo dovrebbe essere l'ultimo concorso che si svolge con le vecchie norme, tanto deprecate. Appare evidente che urge cambiare, perché concorsi con un numero così imponente di candidati diventano ingestibili. Le norme nuove sono ancora lontane. La commissione del Senato l'I 1 febbraio ha approvato un testo che riunisce il disegno di legge del ministro Berlinguer e altri sette progetti di iniziativa parlamentare. Le linee principali sono conosciute: un concorso nazionale per l'abilitazione all'insegna¬ mento, poi ogni ateneo bandirà concorsi per coprire i posti che si renderanno liberi. E' rimasto l'articolo che prevede la mobilità dei vincitori (nessuno può vincere nella propria sede, né può tornare prima di tre anni) ma con una modifica: non se ne terrà conto per i concorsi che saranno banditi entro quattro anni dalla riforma. E' un articolo criticato giustamente e ci auguriamo che venga eliminato quando il progetto sarà discusso in aula. Non serve per combattere il nepotismo, perché non impedisce eventuali accordi su chi deve vincere; non serve per «sprovincializzare» le università. Il valore di un candi¬ dato va giudicato soprattutto sui lavori pubblicati dalle riviste di riconosciuto livello internazionale, dove la selezione è durissima. Esse accettano i lavori soltanto dopo la valutazione positiva di esperti dell'argomento, scelti in ogni parte del mondo. Chi al concorso presenta un buon numero di pubblicazioni, presenta un giudizio di merito al di là di ogni conventicola. Che senso ha allontanare un vincitore dalla sede dove ha costruito con fatica e ha bene operato? Ora il testo di legge unificato deve essere discusso dal Senato in aula - la data non è stata fissata -, poi sarà trasmesso alla Camera. Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur: accadeva ai tempi delle guerre puniche, oggi a Roma si continua a discutere su che cosa fare per l'università mentre l'università perde sempre più la capacità di trasmettere la scienza e la voglia di apprendere. Ci sono in ruolo 19 mila ricercatori e 16 mila professori associati: la mancanza di validi concorsi mortifica questi giovani meritevoli (anzi ex giovani, perché ormai arrivano alle soglie dei cinquantanni) bloccando le loro speranze e le giuste ambizioni di esprimere le loro capacità. Giovanni Trovati
Persone citate: Berlinguer
Luoghi citati: Roma
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