Banda delle molotov Asti scatena la caccia di Franco Cavagnino
Dopo il ritrovamento sul cavalcavia Dopo il ritrovamento sul cavalcavia Banda delle molotov Asti scalena la cuccia Due le piste principali: teppisti o racket E l'altra notte un attentato in città ASTI. Ormai la chiamano la «banda delle molotov». Forse sono gli stessi teppisti che mercoledì hanno abbandonato il loro «pacco di morte» (sassi e bottiglie incendiarie) su un cavalcavia dell'A21, a Baldichieri. E poi, nella notte, hanno preso di mira un negozio di materiale fotografico nel centro di Asti: altre due molotov, che questa volta sono esplose, lasciando una scia di danni e paura. Per gli investigatori di carabinieri e polizia non ci sono certezze, almeno per ora. La possibile «matrice» unica è tutta da dimostrare. Ma qualcuno già ipotizza una «strategia della stupidità e della follia» che potrebbe accomunare teppisti e racket. Due vicende che fanno discutere. A Baldichieri, piccolo comune a una decina di chilometri dal capoluogo, il protagonista è soprattutto il cantoniere-autista di scuolabus che ha ritrovato vicino al cavalcavia le borse di plastica con tre molotov e una decina di pietre e mattoni. Mauro Cavigioli, 37 anni, si schermisce: «Non sono un eroe. Ho solo fatto il mio dovere. Quella roba poteva uccidere, lo so. Ma è stato un caso trovarla». Una possibile tragedia evitata, dicono tutti, analoga a quella che il 27 dicembre scorso, a Tortona, sulla stessa A21, aveva cancellato la vita di Maria Letizia Berdini, assassinata mentre viaggiava in auto con il marito da un sasso lanciato dalla «banda del cavalcavia». Ieri, al maresciallo dei carabinieri Giuseppe Pensabene, il primo ad arrivare sul posto dopo l'allarme, Cavigioli ha ribadito che quel pacco di sassi e molotov, mercoledì era stato messo solo da poche ore. Il cantoniere aveva già fatto dei lavori sul cavalcavia, al mattino. Ma le molotov non c'erano. Dopo pranzo è tornato e ha fatto la scoperta. E' possibile, dunque, che qualcuno abbia lasciato il micidiale pacco nell'intervallo del pranzo. Poi, forse già nella notte, i killer sarebbero tornati a completare la loro «missione» di morte. Ieri ad Asti c'è stato un summit tra i due procuratori della Repubblica: Amato Barile (pretura) e Sebastiano Sorbello (tribunale). Nessun commento dai magistrati, mentre carabinieri e polizia hanno messo a punto un nuovo piano di controlli su ponti e viadotti stradali e autostradali. Nei giorni scorsi il parlamentare astigiano del Polo, Maria Teresa Armosino, in un'interrogazione al ministro dell'Interno Napolitano, aveva chiesto tra l'altro l'istituzione di un «numero verde» attivo 24 ore su 24 per segnalare eventuali fatti sospetti sui cavalcavia. Intanto si indaga anche sul misterioso raid notturno contro il negozio «Walter foto», ad Asti. Stando alle prime ricostruzioni della polizia, due bottigliette di birra contenenti liquido infiammabile, forse benzina, sono state scagliate contro le vetrine. Incerto, anche in questo caso, il movente. Un anno fa una misteriosa serie di lanci di molotov (una quindicina in tutto) aveva segnato le notti dell'Astigiano: cascine, ville isolate, ma anche negozi nel mirino dei teppisti. Apparentemente senza un nesso, un filo logico. Forse solo quell'assurda «strategia della paura». Franco Binello Franco Cavagnino
Persone citate: Amato Barile, Cavigioli, Franco Binello, Giuseppe Pensabene, Incerto, Maria Letizia Berdini, Maria Teresa Armosino, Mauro Cavigioli, Napolitano, Sebastiano Sorbello
Luoghi citati: Asti, Baldichieri
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