Los Angeles agguato ai rapinatori di Franco Pantarelli

I/Oscar della musica a Hillary la stonata CRIMINALITA' Aspre polemiche sull'ennesima azione violenta di una squadra speciale Los Angeles/ agguato ai rapinatori Tre giustiziati dagli agenti senza potersi arrendere NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Una scena da «Ispettore Callaghan» quella svoltasi l'altra sera a Nortridge, un quartiere di Los Angeles. Quattro rapinatori entrano in un locale proprio mentre Craig Banks, il capo del gruppo musicale, sta per cominciare la sua esibizione, oltretutto davanti ai suoi genitori venuti per l'occasione a sentirlo. «Tutti a terra!», grida uno dei rapinatori. «Tenete le facce giù e tirate fuori i portafogli!». Camerieri e clienti ubbidiscono terrorizzati e vengono rapidamente «ripuliti» da tre dei rapinalori, mentre il quarto punta la sua arma soprattutto su Craig il musicista. «Per un momento - racconterà lui più tardi - ho avuto l'impressione che stesse per spararmi per dare una specie di esempio agli altri». Ma non succede. Una volta raccolto il bottino i quattro se ne vanno e tutto sembra destinato alla solita trafila: telefonata alla polizia, accorrere degli agenti a cose fatte e indagini che difficilmente porteranno a qualcosa. Ma stavolta e diverso. Ad aspettare i rapinatori fuori dal locale c'è una squadra della «Sis», Special Investigations Section, cioè il reparto della polizia di Los Angeles che ha il compito di indagare sui crimini «in serie». Era da tempo che quella squadra, vivendo sotto copertura nel quartiere, stava cercando di individuare quei rapinatori che con le loro gesta sempre uguali s'erano guadagnati il soprannome di «Cocktail Bar Bandits». Nel pomeriggio i poliziotti li avevano finalmente localizzati, li avevano seguiti per ore e alla fine li avevano visti entrare in quel locale. Sicuri che stavolta li avrebbero colli sul fatto, si sono messi pazientemente ad aspettare che consumassero la loro rapina e quando sono usciti Li hanno affrontati. Ma non per arrestarli. Accade infatti che alla vista dei poliziotti i «Cocktail Bar Bandits» scappano, gli uomini della Sis li inseguono e quando riescono a chiuderli in un vicolo cominciano a sparare c li ammazzano a colpi di pistola. Uno si salva e riesce a fuggire perché i poliziotti, vedendo un uomo gettarsi a terra, lo scambiano per il quarto rapinatore e lo feriscono a una gamba. Quando si scopre che il suo nome è Grover Smith, che con i banditi non ha nulla a che fare e che l'unico suo torto ò stato quello di trovarsi nel giardino di casa sua, il quarto bandito vero è già sparito. Per il capo della polizia di Los Angeles, Willie Williams, si è trattato di una brillante operazione che i suoi uomini hanno condotto «nel pieno rispetto della vita umana», ma per tanta altra gente si è trattato di un ulteriore episodio delle gesta non precisamente ortodosse della Sis, del resto figlia diretta della «cultura» della pohzia di Los Angeles, che ogni anno sborsa fior di milioni per risarcire gli abusi cui i suoi agenti si abbandonano. Il «metodo Sis», dicono in molti, è fondamentalmente quello del «prima spara e poi discuti». Tempo fa, in un episodio simile, un'altra di quelle squadre crivellò di colpi tre ragazzi che avevano rapinato un «McDonald's» e poi si scoprì che le armi in loro possesso erano finte. «E' certamente un metodo efficace per ripulire le strade», dice il musicista ancora sotto shock per il rischio corso. Ma possono i poliziotti essere allo stesso tempo i giudici e gli esecutori di condanne a morte mai pronunciate? Il dibattito, come si dice, è aperto. Franco Pantarelli Fuoco su un passante scambiato per complice: vivo per miracolo Tre giovani fermati dalla polizia in una città americana: un'immagine simbolo dell'emergenza criminale negli Stati Uniti

Persone citate: Callaghan, Craig Banks, Grover Smith, Special Investigations Section, Willie Williams

Luoghi citati: Bar Bandits, Los Angeles, New York, Stati Uniti