Prima sorpresa del dopo-Deng

Apertura su due Convenzioni in vista della riunione Onu in cui la Cina rischia la condanna Apertura su due Convenzioni in vista della riunione Onu in cui la Cina rischia la condanna Prima sorpresa del dopo-Peng Diritti umani, Pechino non esclude la firma PECHINO DAL NOSTRO INVIATO Dopo anni eli scontri in sono alle Nazioni Unite sui diritti umani, la Cina annuncia che sta considerando l'ipotesi di firmare due Convenzioni internazionali su questo tema, in discussione a Ginevra nella relativa Commissione Onu a partire dal 10 marzo. «Stiamo attentamente valutando le due Convenzioni, stiamo considerando l'eventualità di aderirvi», ha dichiarato ieri il portavoce del ministero degli Esteri. Non è un impegno preciso, ma neanche 11 rifiuto netto lino ad ora espresso accampando un'orientale concezione dei diritti umani diversa da ciucila sostenuta dall'Occidente, e dagli Stati Uniti in primo luogo. Il nuovo atteggiamento arriva all'indomani delia visita del segretario di Stato Madeleine Albright. svoltasi lunedi, e dopo la morte di Deng Xiaoping: non è un rovesciamento di posizioni ma l'applicazione eh sue ripetute raccomandazioni per una flessibilità con Washington. Negli ultimi giorni la tv ha ritrasmesso piii volte l'ultima delle dodici puntate di un documentario su Deng nel quale egli ammonisce a «non perdere il senso della misura». Dopo le asprezze degli ultimi tempi, la dirigenza senza più il patriarca intende recuperare il rapporto privilegiato con l'America da lui impostavo nel '79. «Per quanto riguarda il momento dell'adesione, questo è esclusivamente di nostra pertinenza», ha ag- giunto il portavoce. Rivendicazione di autonomia da ogni pressione, ma possibilismo e disponibilità. E' significativo che ciò emerga con la morte di Deng. E' un'indicazione della ripresa della sua linea in politica estera, appannata di recente, ma più volte indicata nei suoi discorsi, sul primato del rapporto con gli Slati Uniti, in un equilibrio di flessibilità tra prerogative nazionali e intensificazione delle relazioni. Non abbandono dell'autoritarismo del sistema, ma concessioni a picco¬ le dosi verso l'esterno per incrementare il rapporto politico. Ciò sembra confermare trattative segrete fra i due Paesi sui diritti umani in corso da mesi, il cui segnale sono finora state misure di clemenza verso alcuni dissidenti. Il New York Times ha rivelato l'altro giorno, alla vigilia della visita della Albright, che le due parti sarebbero vicine a una intesa secondo cui la Cina farebbe concessioni: finita delle due Convenzioni Onu sui diritti umani, rilascio di dissidenti, ri¬ presa dei colloqui con la Croce Rossa per determinare lo status dei prigionieri di coscienza. Gli Stati Uniti lascerebbero cadere una mozione di condanna pendente sulla Cina al Comitato Onu per i diritti umani, a Ginevra: una sede in cui le due parti si sono finora scontrate, lori il portavoce, senza entrare nei dettagli delle due Convenzioni, ha indirettamente confermato le trattative, precisando che «i contatti diplomatici per evitare tensioni» hanno prodotto dei risultati. Perciò la Cina «spera nella cooperazione tra i due Paesi in questa sede», ma ammonisce gli Stati Uniti a smetterla di usare le sessioni di Ginevra come piattaforma per criticare Pechino. Dopo i suoi colloqui lunedì, la Albright aveva dichiarato che per l'approvazione della mozione Washington si coordinerà con i Paesi europei isolando Pechino. La flessibilità cinese espressa ieri era stata anticipata dal modo in cui è stata trattata la sua visita: il solo fatto che in pieno lutto per Deng essa si sia svolta, pur abbreviata, dimostra la volontà di migliorare i rappporti con Washington. Come il suo predecessore Warren Christopher, la Albright ha sollevato con fermezza la questione dei diritti umani, pur senza farne quella principale. I cinesi, che erano stati sferzanti con Christopher dicendogli di non immischiarsi negli affari interni, hanno risposto tenendo sotto tono il punto di scontro. Riferendo della visita, i media hanno sottolineato che «i rapporti con gli Stati Uniti prendono una svolta per il meglio», minimizzando «le differenze su certi temi per la diversità dei sistemi storici, sociali e politici». Al tempo stesso, la Città Proibita esalta i rapporti con l'Europa. La visita del presidente del Portogallo, Jorge Sampaio, in corso da domenica malgrado il lutto, è presentata come rafforzamento con l'Ue. Le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri indicano che le trattative segrete sui diritti umani stanno procedendo positivamente, e che comunque l'atmosfera è cambiata. Fernando Mazzetti Per anni il Paese ha rifiutato di aderire e ancora di recente ha invitato gli Usa a «non interferire» Intesa segreta durante la visita della Albright? La cattura di un dissidente a Shanghai Il presidente Zhiang Zemin Dopo la morte di Deng per la prima volta una disponibilità cinese a firmare le Convenzioni Onu sui diritti umani

Persone citate: Albright, Deng Xiaoping, Fernando Mazzetti, Jorge Sampaio, Madeleine Albright, Warren Christopher, Zemin