De Mita un Prodi bis Non c'è nulla che lo vieti

» L'EX LEADER DELLA DC De Mita: un Prodi bis? Non c'è nulla che lo vieti PROMA OLVERE di stelle. Per parlare in libertà di quello che avviene sotto il cielo della politica italiana bisogna sedersi su un divano di Montecitorio e dedicare un po' di tempo a Ciriaco De Mita. L'ex-segretario della de è l'unico sopravvissuto tra i personaggi che in passato hanno fatto il bello e il cattivo tempo in questo Paese. Anzi, dopo l'ultimo congresso de, malgrado si sia ritagliato un ruolo di «osservatore» (lo ripete fino alla noia), si può dire che è tornato a far parte del ristretto circolo di quelli che contano. Rispetto agli altri personaggi, però, l'ex-segretario scudocrociato ha una qualità in più: può usare - sembrerà paradossale - un linguaggio più esplicito dato che il suo è più un ruolo di consigliere che non di protagonista. Per cui proprio da De Mita si possono sapere i ragionamenti che stanno dietro all'idea di un nuovo governo Prodi, di quel Prodi Bis di cui Giuseppe Gargani - altro demitiano finito alla corte di Franco Marini - ipo¬ tizza la nascita «all'indomani della conclusione dei lavori della Bicamerale». La conversazione con De Mita comincia dal famoso colloquio tra D'Alema e Kohl. «Spesso le cose osserva - sono più semplici di quello che sembrano. Kohl probabilmente ha chiesto a D'Alema se di fronte alle resistenze di Rifondazione comunista il processo di risanamento economico del Paese si sarebbe arrestato e il segretario del pds gli ha risposto di no, che lo sforzo andrà avanti con o senza Bertinotti. Da qui a dire che il cancelliere ha chiesto di escludere Rifondazione dalla maggioranza ce ne corre. E comunque io non andrei a cercare una spiegazione dei nostri fatti interni all'estero. La verità è che la situazione è cambiata da quando una parte dell'opposizione ha detto di essere pronta ad appoggiare una politica del governo più rigorosa. Da quel momento, senza scomodare Kohl, Rifondazione può essere sostituita negli ec^uilibri di maggioranza». E la minaccia di elezioni che il segretario del pds come unico sbocco di una crisi dell'attuale maggioranza? De Mita perde quasi al calma: «Quella è una follia. Si tratta di uno schiaffo che D'Alema può minacciare, ma non può dare. Lo stesso Cossutta glielo ha smontato: non si può scegliere di andare alle elezioni per perderle. Eppoi, perché se Rifondazione non cambia non si dovrebbero utilizzare i venti deputati di quel gruppo, diciamo così, "amico" (cioè i Ccd, ndr) che non hanno nessuna intenzione di andare a votare? D'Alema può dire che il pds non ha intenzione di partecipare ad altri equilibri politici, ma non può dire che si va sicuramente a votare per rispetto del bipolarismo. Del resto due anni fa eravamo già in un sistema bipolare e malgrado tutto si fece un'altra maggioranza per evitare le elezioni. E allora perché oggi non si potrebbe in linea di principio seguire la stessa strada? Uno non può considerare una procedura giusta e corretta a seconda delle proprie convenienze. Senza contare che nella propo- sta di riforma istituzionale del pds non c'è la norma che prevede automaticamente le elezioni se cade il governo». De Mita parla di tutto: di D'Alema, di Bertinotti, di Prodi e dell'eventualità di un nuovo governo. Addirittura non rinuncia a dire la sua sui verbali delle intercettazioni telefoniche del presidente Scalfaro pubblicate dal Giornale. Sull'argomento si limita a porre una ». domanda che è tutto un programma: «Ma questi verbali chi li aveva in custodia? La procura di Milano. Ah, però...». E da questa constatazione lasciata in sospeso, De Mita trae mia considerazione che gli è cara: «Io non so se è stato realizzato un disegno vero e proprio, ma che un'intera classe dirigente è stata spazzata per via giudiziaria questo è un fatto. Come è un fatto che ci sono stati quelli che sono sopravvissuti legittimandosi l'un l'altro. Tutti si sono trasformati in nuovi...». Un discorso in libertà ma che potrebbe essere riferito anche a Scalfaro e a Borrelli. Di più l'ex-segretario de non dice. Quell'argomento anche se affrontato in termini problematici e indiretti, è bollente anche per lui. De Mita, che ha il gusto della provocazione, preferisce guardare negli occhi un «prodiano doc» come Gianclaudio Bressa e chiedergli: «Ma non ti fa ridere che solo oggi la moglie di Prodi, Flavia, si è accorta che questo Stato sociale va cambiato? Mi ricordo quando lei, che è una persona che si occupa di queste cose, mi censurò quando io posi lo stesso problema 15 anni fa». E visto che si guarda al passato, De Mita cerca di togliersi ima curiosità dei tempi che furono: «Qualcuno mi ha detto che l'Ombretta Fumagalli è innamorata di Andreotti. Sarà vero?». Polvere di stelle. Augusto Minzoiini «La maggioranza può cambiare come nel '95 per sostituire Rifondazione. Il voto? Una follia» «Tutto è mutato quando i ccd si son detti disposti ad appoggiarci» L'ex segretario della de Ciriaco De Mita

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