Difficile assumere al Sud

Difficile assumere al Sud Difficile assumere al Sud » De Feo: servono contratti più flessibili IL PRESIDENTE DEGLI INDUSTRIALI NAPOLETANI SROMA. KMPRE peggio. «La Benctton vorrebbe creare quaranta posti eh lavoro a Marcianise, in provincia di Napoli, ina sta incontrando una serie di ostacoli posti dall'Asi, l'Area di sviluppo industriale», rivela Paolo De Feo, presidente dell'Unione industriale di Napoli. Insomma, mentre l'Istat annuncia l'ulteriore calo dell'occupazione, ci sono iniziative imprenditoriali messe in cantiere che rischiano di non essere realizzate. Dottor De Feo, teme che la Benetton debba rinunciare ai suoi programmi? «Non lo so dire. Certo la Benctton, che è pronta a creare posti di lavoro, viene scoraggiata. Io cambierei denominazione all'Asi: la chiamerei Area di ostacoli industriali. E' un organismo che non si riunisce, che frena i migliori propositi». Di chi è la responsabilità dei comportamenti dell'Asi? «Della Regione, della Provincia, dei Comuni, di tutti gli enti locali. La burocrazia intralcia l'attività economica e quindi impedisce che si crei occupazione. Per ottenere le autorizzazioni per un nuovo progetto industriale a Napoli servono tre anni; nel resto dell'Italia sei mesi; all'estero ire». Cosi la situazione ò sempre più allarmante... «Purtroppo in Italia ci preoccupiamo solo quando ci sono morti e feriti. Oppure quando i dati statistici confermano quello che si sa e che viene ignorato. La disoccupazione in Italia è tutta concentrata nel Mezzogiorno che ha perso 40 mila posti nel 1996. Solo a Napoli ce ne sono da 10 a 15 mila in meno e i disoccupati sono diventati 550 mila: e un esercito di persone sulle quali è facile soffiare». Si riferisce ai recenti incidenti avvenuti a Napoli? «La scorsa settimana protestavano i disoccupati organizzati. Ma se si scatenano i disoccupati disorganizzati qua è l'inferno». E' proprio impossibile creare occupazione al Sud? «(Assolutamente no, basterebbe volerlo». Ma tutti vogliono lo sviluppo... «Però nessuno fa nulla. Al contrario il costo del lavoro ò aumentato del 30"u in tre anni a causa dell'accordo europeo Pagliarini-Van Miert per l'eliminazione degli sgravi contributivi. Nessun sistema può reggere una "mazzata" di questa entità. Devo ricordare che l'aumento del costo del lavoro non significa che i lavoratori si sono messi in tasca qualcosa, ma che lo Stato ha incamerato di più. E adesso emergono proposte tutt'altro che opportune». A quali proposte allude? «La commissione Onofri insediata dal governo per studiare la riforma dello Slato sociale suggerisce l'as¬ segnazione dell'assegno mimino vitale ai disoccupati o il ricorso ai lavori socialmente utili. Ma questa ò assistenza, la cosa peggiore. Nel Mezzogiorno si deve invece sviluppare l'economia». In che modo? «Riducendo gli oneri e consentendo la flessibilità. Questa è la ricetta applicata dalla Gran Bretagna che alcuni anni fa era il Paese con più disoccupati in Europa e ora con il minor numero in assoluto». Cosa vuol dire flessibilità in concreto? «Rompere la rigidità del rapporto di lavoro, assumere quando c'è bisogno, ridurre i dipendenti quando serve. E' banale». E' banale, ma si tratta di una scelta delicata. «E' meglio avere qualche opportu- nità di lavoro in più anche se a tempo determinato che non averne. Meglio un salario ridotto che nessun salario o un salario in nero, al di fuori della legge. La vera flessibilità è realizzata oggi dalle imprese illegali, quelle sommerse che sono al di fuori delle regole e non rispettano nemmeno gli obblighi per la sicurezza sul lavoro. E intanto gli investimenti stranieri si dirigono per la maggiori parte verso la Gran Bretagna, un poco verso l'Italia e per nulla verso il Mezzogiorno». Lei cosa farebbe? «Per me bisogna garantire la sicurezza e la legalità mancanti in alcune aree; far funzionare la pubblica amministrazione che deve concedere i permessi in tempi accettabili; dare un minimo di infrastrutture moderne; ridurre il costo del lavoro e introdurre la flessibilità. Lo Stato deve fare uno sforzo straordinario per fare cose ordinarie. Chiediamo la normalità». Roberto Ippolito Il gruppo Benetton vuole creare 40 posti a Marcianise, ma gli enti locali frenano il progetto» limmissione nel sistema di circa 30 mila miliardi di risorse comunitarie, né si faccia anche l'impossibile per varare i provvedimenti previsti dal patto per il lavoro». Dalla Confindustria proteste e un segnale forte. «Cofferati - rileva sivo pacchetto di misure, sia a breve chestruttu•ali, in grado di risolvere problemi che altrimenti rischiano di diventare esplosivi». Per Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione comunista, il «dramma dell'occupazione» recla- D La protesta di un disoccupato

Persone citate: Cofferati, De Feo, Dottor De Feo, Fausto Bertinotti, Onofri, Pagliarini, Paolo De Feo, Roberto Ippolito, Van Miert