«A Palermo ho finito di sperare»
Amaro sfogo di una sorella del giudice: «A Brusca il mio perdono non interessa» Amaro sfogo di una sorella del giudice: «A Brusca il mio perdono non interessa» «A Palermo ho finito di sperare» Anna Falcone: vorrei fuggire PALERMO. «La vita a Palermo è difficile, di Antimafia si parla molto, ma si fa ancora troppo poco. Ho perso un fratello, ima cognata, abbiamo anche avuto delle intimidazioni nel cantiere di mio marito dopo la strage. Siamo stati coraggiosi a restare, ma a volte attraverso momenti di scoramento». Ama Falcone, sorella maggiore di Giovanni Falcone, medita di lasciare Palermo. La sua non è ancora ima decisione definitiva, ma nell'intervista pubblicata ieri dall'«Eco di San Gabriele», il mensile dei padri Passionisti del Santuario di San Gabriele di Teramo, la donna - da sempre estremamente schiva - ammette per la prima volta di provare un Ionissimo desiderio eh' fuga. «Io sono al di fuori delle questioni politiche e giudiziarie - ha dichiarato Anna Falcone al periodico -, ma quello che vedo è che di mafia si parla molto e che invece si fa poco per combatterla. Soprattutto vedo che molti politici si servono di questa bandiera per fini propri e questo è un disastro: l'Antimafia deve essere di tutti, non di mia parte politica, non deve avere colore, altrimenti non se ne verrà mai fuori». Nel suo inatteso sfogo, affidato ai padri Passionisti, la sorella maggiore di Giovanni Falcone esprime anche alcuni pareri sul pentitismo, sul perdono e persino sul processo Andreotti. «Invece di romanzare sul presunto hacio tra il senatore e Totò Riina - dice - sarebbe opportu¬ no indirizzare gli sforzi sull'accertamento, in tempi rapidi, di un'eventuale connessione tra il sistema politico e la cupola mafiosa. Mio fratello ha sempre diffidato delle facili equazioni tipo mafia uguale politica». Discettando, infine, del perdono ai pentiti, Anna Falcone ha concluso: «Il perdono è qualcosa che cambia da persona a persona: può esserci e può non esserci. In entrambi i casi, la scelta merita rispetto». E su Giovanni Brusca, il boss che ha premuto il telecomando della strage di Capaci, ha poi osservato: «L'unico perdono che gli interessa è quello dello Stato. Del mio, qualora glielo concedessi, non saprebbe cosa fare». [s. r.J Anna Falcone, sorella maggiore del giudice ucciso dalla mafia
Persone citate: Andreotti, Anna Falcone, Eco, Giovanni Brusca, Giovanni Falcone, Totò Riina
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