L'Europa dice no all'uomo replicante

à Duro richiamo dell'Ue dopo il test della bis-pecora, ma a contare sono le leggi nazionali I/Europa dice no all'uomo replicante «Illegale clonare embrioni» BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «La clonazione dell'embrione umano è illegale e questo tipo di ricerche è escluso dal programma quadro di ricerca comunitaria». La commissaria europea Edith Cresson, responsabile della ricerca, ha così voluto chiudere la porta a qualsiasi possibile tentativo di ripetere l'esperimento della «pecora clonata» sull'uomo, almeno nell'Unione europea. Ed ha aggiunto: «Si tratta di un problema che supera di gran lunga il mondo scientifico, che è sostanzialmente etico, e che, come tale, riguarda tutti». A guardar bene, però, la realtà è assai più sfumata. E' vero che in alcuni Paesi europei la clonazione umana è vietata dal codice penale. E' il caso della Germania dove, come ha ricordato ieri il ministro della Giustizia Edgard Schmidt Jortzig, «se qualcuno ripeterà questo tipo di esperimenti sull'uomo, andrà incontro a pene fino a cinque anni di carcere, in base all'articolo sesto della legge sulla protezione degli embrioni». E' vero anche, però, che la legge tedesca in questione ha avuto fino ad oggi interpretazioni quantomeno contraddittorie, e che comunque non esiste alcuna legge, o regolamento, o direttiva europea che vieti la clonazione animale o umana. Né potrebbe esistere, perché l'Ue non ha alcun potere sulla legislazione penale degli Stati membri. Di fatto, come ci ha detto un funzionario della Commissione europea, «siamo in presenza di un vuoto legislativo, anche perché siamo di fronte ad un fenomeno completamente nuovo». I tentativi di sistemare la materia non sono mancati. Nel 1975 fu approvata la Convenzione sul brevetto comunitario, che escludeva la brevettabilità di uomini, animali, piante e loro elementi, ma non ne vietava la realizzazione. La Convenzione, in ogni caso, non è mai entrata in vigore. Il 16 marzo del 1989, poi, il Parlamento europeo approvò una risoluzione proposta da Carlo Jasini e dal tedesco Willy Rothley, in cui si condannava severamente la clonazione umana e animale, e si invitavano gli Stati membri a vietarla. Formalmente però, le risoluzioni dell'Europarlamento non sono che degli inviti, senza alcun valore giuridico vincolante. L'anno scorso infine il Consiglio d'Europa, un organismo che riunisce quaranta Stati e che non va confuso con l'Unione europea dei Quindici, ha approvato una Convenzione che vieta espressamente la clonazione umana. Ma neanche questo testo ha valore giuridico vincolante, e la sua adozione è lasciata alla buona volontà dei singoli Paesi. Ora la commissione giuridica del Parlamento europeo sta discutendo un progetto di direttiva su «La protezione legale delle invenzioni biotecnologiche», messo a punto da Mario Monti. Il testo dovrebbe essere messo ai voti nella sessione plenaria di aprile, o in quella di maggio. Una prima versione del progetto fu bocciata nel gennaio del 1995 perché giù- dicata dalla maggioranza degli eurodeputati come «troppo permissiva» nei confronti della manipolazione genetica animale ed umana. L'articolo 3 del testo attualmente in discussione prevede che «il corpo umano e i suoi elementi nel loro stato naturale non sono considerati brevettabili». Ma aggiunge che, nonostante ciò, «l'oggetto di una invenzione suscettibile di applicazioni industriali, relativo ad un elemento isolato del corpo umano o altrimenti prodotto tramite procedimento tecnico, è brevettabile, anche se la struttura del detto elemento è identica a quella di un elemento naturale». Insomma: se la proposta verrà approvata, nell'Unione europea si potranno brevettare «elementi del corpo umano» per applicazioni industriali. Intendiamoci, questo non significa che si potrà clonare nessuno, perché la direttiva riguarda soprattutto lo sfrutta- mento delle invenzioni in campo farmaceutico o alimentare. E tuttavia si parla solo di «brevettabilità», il che significa che, sulla base della direttiva, nessuno potrà vietare a un qualsiasi scienziato di far esperimenti genetici di alcun tipo. Un tale divieto, infatti, è di esclusiva competenza degli Stati membri dell'Unione europea. Lasciando da parte per un attimo la clonazione umana, e la carica di dirompente emotività che porta con sé, abbiamo cercato di fare uri po' di chiarezza ponendo una domandina semplice semplice a une degli esperti della Commissione europea: sulla base della direttiva la pecora clonata sarebbe brevettabile? Risposta: «Non si può dire, non è escluso». E infatti i «padri» della pecora replicante hanno già presentato la domanda per ottenerne il brevetto. Fabio Squillante Ma è in preparazione una direttiva che ammette il brevetto di «elementi del corpo umano» à w lan Wilmut il capo dell'equipe che ha clonato Dolly mostra una provetta che contiene embrioni di pecora

Persone citate: Carlo Jasini, Edith Cresson, Fabio Squillante, Mario Monti, Schmidt Jortzig, Willy Rothley, Wilmut

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Germania