Immigrati scontro Strasburgo-Parigi di Enrico Benedetto

Il Quai d'Orsay: ingerenze inammissibili. Incidenti al corteo anti-razzista Il Quai d'Orsay: ingerenze inammissibili. Incidenti al corteo anti-razzista Immigrati, scontro Strasburgo-Parigi «Cambiate la legge». «Europarlamento indegno» PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' guerra fra Parigi e Strasburgo. Dopo le prime, autorevoli schermaglie martedì - con l'Eliseo a denunciare «le interferenze» sulla Legge Debré - il Quai d'Orsay sceglie l'attacco frontale definendo l'assemblea europea un «Parlamento indegno». E per farlo rientrare nei ranghi invoca la Conferenza intergovernativa. Estematore è lo stesso ministro Hervé de Charette, prima alla radio, indi dalla tribuna parlamentare. Furioso, l'europresidente José Maria Gil-Robles esige una «chiarificazione», risolvendosi poi - in sua assenza - ad annullare l'incontro con il suo fustigatore. Polemica dura, insomma. E che solo a sera pareva stemperarsi nel tartufesco linguaggio cui la diplomazia internaziona-, le sacrifica i contenziosi più aspri. Dunque tregua. Ma da ieri la Francia è ancor più isolata fra i partner comunitari sull'offensiva giuridica antistranieri. E la discussione in materia all'Assemblée Nationale - con numerosi break e tensioni palpabili - non gioverà a restaurarne l'immagine internazionale. Ps e pcf evocano in aula Vichy. Il governo replica indignato. E l'ormai famosa legge Debré - in versione soft, dopo la retromarcia del premier sull'articolo 1 - si avvia verso la messa in opera. Da segnalare, tuttavia, qualche mugugno eccellente. Simone Veil accusa per esempio la maggioranza (alla quale appartiene) di colpevole precipitazione legislativa. E dietro la consueta bonomia Edouard Balladur si concede frecciatine ironiche. Deve pensare - forse a ragione - «con me mon sarebbe mai successo». Tra veleni degli avversari e banderillas «maison», la corrida anti-Juppé (il ministro degli Interni non se ne abbia a male: la campagna è contro Matignon) prosegue. Jean-Louis Debré, tuttavia, vuol vendere cara la pelle. E ricorre a un argomento che, finora, rientrava nel portafoglio dialettico del Front National. Lottare contro l'immigrazione clandestina, sostiene, vuol dire battersi per l'impiego. In altre parole, sarebbero i lavoratori illegali stranieri ad accrescere oltremisura la disoccupazione francese. Replicargli come la manodopera estera copra i «buchi» di quella nazionale, svolgendo mansioni che non trovano disponibili altri è sin troppo facile. Ma il sillogismo clandestinità-minaccia globale per gli autoctoni preoccupa. Capogruppo ps a Palais Bourbon, Laurent Fabius ritiene che «l'Estrema Destra influenzi l'esecutivo e le sue politiche». La mobilitazione dei cittadini, peraltro, continua. «Liberation» pubblica un supplemento con 55 mila nomi - e non pochi celebri - ostili alle nuove disposizioni. L'altro ieri ventimila persone sono ridiscese in piazza per protestare. Si deplorano saccheggi, qualche ferito e 80 fermi. Un battesimo di violenza che inquieta. Juppé si augurava fosse vicino l'happy end. Ma dovrà ancora attendere. Il cocktail Le Pen-Debré - vittoria Fn a Vitrolles il 2 febbraio, inasprimento delle misure repressive - ha reso groggy il Paese e fragile la compagine governativa. E poiché le sciagure non arrivano mai sole, ecco profilarsi minaccioso l'affaire Foli. Sconfessato pochi ore fa dalla Cassa¬ zione, l'omonimo responsabile della Police Judiciaire dovrà lasciare l'incarico. Il povero Debré - sempre lui - è nell'imbarazzo più totale. L'aveva difeso a oltranza per il suo rifiuto di far accompagnare dai flic il giudice Eric Alphen nella perquisizione in corso presso il sindaco Jean Tiberi. L'ossequio politico non gli impedì una sanzione giudiziaria. Sospeso per sei mesi. Ma Jean-Louis Debré rinnovò le attestazioni di solidarietà malgrado la sentenza, invocando il garantismo. Ora non gli rimane che cedere. Un dubbio: non preferirà sguinzagliare la polizia dietro ai maghrebini fuorilegge che vederla inquisire i compagni di partito? Enrico Benedetto Scambi d'accuse all'Assemblée Nationale tra governo e opposizione socialista A fianco il ministro degli Esteri Hervé de Charette e quello degli Interni Jean-Louis Debré A destra corteo contro il Fronte nazionale

Luoghi citati: Francia, Parigi, Strasburgo