Nuova tegola su Juppé di E. B.

Nuova tegola su Juppé Nuova tegola su Juppé Tangenti golliste, retata a Tfl PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bufera politico-giudiziaria su «Tfl », il primo network televisivo transalpino. Dopo lungo interrogatorio, da ieri sera il suo pdg - Patrick Le Lay - è in stato di fermo. Gli tengono compagnia Martin Bouygues, l'industriale cementiero cui appartiene la tv, e un terzo uomo che lavorava per il gruppo. Accusa: tangenti per ottenere commesse pubbliche. Tra i beneficiari, scrive il «Canard enchàiné», lo chiracchiano rpr. Lo scandalo è grande. Malgrado Le Lay si ritrovi impegolato solo attraverso una succursale finanziaria dell'impero televi¬ sivo Boygues, la tegola fa male. Come non bastasse, «Tfl» aveva già qualche peccatuccio in materia da farsi perdonare. Per esempio l'aver lasciato Patrick Poivre d'Arvor - vera star catodica - dirigere il tg serale anche dopo una condanna giudiziaria per le regalie offertegli con munificenza dal faccendiere Pierre Botton. A inizio '97, Le Lay invocò l'audience per giustificare la decisione. Quasi che il tribunale supremo fosse ormai l'Auditel. E poi c'è la fede gollista, tradizionale in casa Bouygues sin dai tempi del fondatore, a rendere plausibile l'ipotesi «danaro sporco» per rifocillare il neogollismo. La prudenza, tuttavia, s'impone. E fermo non significa ar¬ resto, né - per ora - incriminazione. Bisognerà però ricordare le spassose origini del caso. Il Mario Chiesa locale, alla cui intraprendenza sembra abbia ceduto l'impero Boygues - Numero Uno planetario - si chiama Noél Girault. Tessera rpr e bene addentro nei palazzi del potere, prometteva informazioni confidenziali su dossier-chiave. La Bibliothèque Frangois Mitterrand non fece eccezione. Grazie a una «soffiata», il telegenico imprenditore edilizio si aggiudicò lavori per quasi 500 miliardi. E il nuovo Tribunale di Caen lo vide concorrere in situazione analoga. Come da tradizione, in Francia, fatture false rilasciate da aziende-ombra dovevano co¬ prire le malversazioni. Il fisco le scoprì nel '94. E l'allora ministro del Bilancio - il balladuriano Nicolas Sarkozy - trasmise le pratiche alla magistratura con vendicativa perfidia. Era persuaso che i quattrini dovessero finanziare il rivale interno Chirac. Donde il siluro. Ma non sospettava ancora che Girault - rimasto silenzioso in carcere per 8 mesi, ma poi assai loquace - denunciasse Martin Bouygues. Ovvero il suo-testimone di nozze. La vicenda non è priva di legami con il dubbio amletico - xenofobia o no - che attanaglia la Francia. Sabato, al grande corteo pro-stranieri spiccava un cartello: «La corruzione lavora per Le Pen». [e. b.]

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