Bioetica 45 «dissidenti» spaccano il pds

7 Presentato un documento che contesta le risoluzioni su droga, embrione e unioni omosessuali Bioerica, 45 «dissidenti» spaccano il pds D'Menta: «Libertà di coscienza su temi etici o religiosi» ROMA. Sta spaccando l'unità del pds questo «pasticciaccio» degli ordini del giorno su embrioni, droja e unioni omosessuali. Quarantacinque deputati pidiessini (39 uomini e 6 donne, tra le quali anche Nilde lotti) hanno firmato un documento in cui si afferma che «nessun vincolo che non sia quello della coerenza ai dettami della coscienza di ciascuno, alla irrinunciabile e incoercibile libertà della coscienza, può essere richiamato circa indirizzi assunti su temi che evocano valori etici precedenti qualsiasi scelta politica». Nel documento si critica poi il fatto che si sia giunti al voto «senza che nelle fasi precedenti il dibattito congressuale e nelle varie istanze di partito sia stato promosso un confronto tale da evidenziare posizioni problematiche, anche tra loro dissonanti». 145 «dissidenti» hanno poi ribadito che «nessuna autosufficienza culturale o pre: sunzione di verità può essere invocata in campi quali la bioetica, le relazioni umane e interpersonali, la stessa tossicodipendenza». E poi quella che ha tutta l'aria di essere una palese apertura al mondo cattolico: «Sentiamo perciò forte l'esigenza e la necessità di ricercare il dialogo fra opzioni e culture diverse in vista di un comune arricchimento». «Condivido l'impostazione del documento e le preoccupazioni che vi sono contenute». Lo ha detto lo stesso segretario del pds, Massimo D'Alema. E ha aggiunto: «E' del tutto naturale, infatti, che i parlamentari siano vincolati al programma che hanno sottoscritto con gli elettori, e non agli ordini del giorno approvati dal congresso del loro partito. Tale autonomia è peraltro riconosciuta dall'articolo 19 dello statuto del pds». «Come già ho avuto modo di affermare nel corso di un'intervista pubblicata su Famiglia Cristiana nel febbraio del '95 - ha rilevato il leader del pds - che nessuna posizione di partito possa pretendere di vincolare libere scelte personali su questioni che attengono alla coscienza e ai convincimenti di natura etica o religiosa». Per Massimo D'Alema resta, comunque, la «necessità di un confronto aperto su grandi temi che hanno un risvolto sociale». «Su questi valori che investono la persona, nessun baratto è possibile». Lo scrive oggi l'Osservatore Romano, che torna a criticare le tre mozioni approvate dal congresso del pds. Il giornale del Vaticano si compiace delle «obiezioni decise» venute «dagli schieramenti d'ispirazione cattolica, in particolare dai popolari, dai cdu e dai ccd». Poi, rilevando che riserve sono state espresse «anche in ambienti cosiddetti laici», trae da ciò conferma che «non si tratta di semplici opinioni, ma di scelte irrinunciabili su valori fondamentali». Ad applaudire il documento dei 45 deputati del pds che hanno preso le distanze dagli ordini del giorno su bioetica, droga e matrimoni gay sono i giovani popolari. «E' evidente - ha detto il presidente nazionale Massimo Adinolfi - che sotto la quercia tornano a sussultare le coscienze». Nella tutela degli embrioni «non si può stare a metà». Così l'Avvenire titola una risposta del direttore a im lettore, ventiduenne, studente di medicina, che gli chiedeva: «Siamo davvero sicuri che l'embrione vada tutelato giuridicamente indipendentemente dalla volontà della madre?». Per il direttore Dino Boffo «sono incommensurabili i valori in gioco: da una parte un sentimento anche serio e motivato (quello della madre che non desidera), dall'altro una vita umana, incipiente, ma già qualitativamente integra». Inoltre «nella mentalità corrente la questione è già viziata in partenza in quanto manca oggi qualsiasi considerazione per la vita umana del feto». «Adesso ci sentiamo meno soli». L'approvazione dogli ordini del giorno del pds ha provocato sorpresa e sconcerto tra i parlamentari cristiano sociali, che oggi dichiarano: «Ora siamo contenti che le nostre preoccupazioni non siano isolate e particolarmente lieti di trovare all'interno del pds una sensibilità aperta a quei valori che investono la sfera della coscienza individuale, che nessuna disciplina di gruppo o di partito potrà mai vincolare o compromettere. [r. r.J LA MOZIONE INTEGRALE APPROVATA DAL CONGRESSO L'autodeterminazione femminile è un principio irrinunciabile dell'identità del Pds. E' una conquista della soggettività politica, sociale e culturale delle donne. Da molto tempo è principio costitutivo della sinistra. Ciclicamente, si ripresentano tentazioni regressive rispetto a questo principio e riemerge la volontà di mettere in discussione la titolarità delle donne a decidere sulla propria vita e la loro responsabilità nello scegliere se e quando diventare madri. L'iniziativa legislativa a favore di una equiparazione della capacità giuridica dell'embrione a quella della persona lungi dal rispettare le diverse concezioni sull'inizio della vita - va invece, obiettivamente, in questa direzione. La cultura delle donne ha elaborato nuovi riferimenti etici: la libertà, l'autonomia e la responsabilità femminili, infatti, non hanno nulla a che fare con la rappresentazione ideologica del primato femminile sulla procreazone come simbolo dell'egoismo femminile, ma, viceversa, significano la consapevolezza profonda che per nascere e per vivere c'è bisogno dell'amore, della cura, del desiderio della madre. Al contrario, una legge che attribuisse all'embrione la stessa capacita giundica della persona nata, aprirebbe un conflitto crudele e irresolubile con le donne che sono le prime e insostituibili responsabili della tutela e protezione della vita umana. Con queste impostazioni, inoltre, sarebbero lese le fondamenta della laicità dello Stato. Non è accettabile che per questa via si aprano varchi per limitare il principio dell'autodeterminazione femminile. Accettare questo terreno, tra l'altro, significherebbe appannare uno dei risultati della legge 194: la diminuzione degli aborti e l'emergere della volontà femminile di prevenirli. E' necessario che su questi temi si sviluppi un confronto diffuso nella società che coinvolga tutti i soggetti interessati, in primo luogo le donne che su questo riflettono da anni. E' questa la strada per costruire principi condivisi.

Persone citate: Adinolfi, Dino Boffo, Massimo D'alema

Luoghi citati: Roma