«Welfare tagliate così»

«Welfare, tagliate così» «Welfare, tagliate così» Flavia Prodi dà lezioni al marito DUELLO IN FAMIGLIA BOLOGNA ON fate alla signora Prodi le domande che vorreste fare'al marito: ncn guastate la pace in famiglia». E' l'avvertimento un po' scherzoso dei padroni di casa. Alla sala parrocchiale «Santa Maria Goretti» si parla di stato sociale. Relatrice: Flavia Franzoni in Prodi, moglie del presidente del Consiglio, ma soprattutto esperta di «Welfare», che studia da anni. Alla scuola per assistenti sociali dell'Università di Bologna, la signora Flavia, 50 anni, portati con disinvoltura, insegna programmazione e organizzazione dei servizi e sulle politiche di «Welfare» ha sempre avuto le idee chiare, credendo nel molo pubblico e nella funzione dei servizi sociali. Coerentemente, per i figli Giorgio e Antonio, fin dalla materna, Flavia Franzoni in Prodi ha preferito la scuola pubblica a quella privata. «Sono vent'anni che studio lo Stato sociale e oggi sono piena di dubbi perché mettiamo in discussione certezze a cui siamo rimasti legati per anni», confessa alla platea (una sessantina di persone) che hanno accolto l'invito delle Acli a discutere con la first lady sul tema: «Stato sociale. Alternative a confronto». Non è la prima uscita pubblica per la signora Prodi che, nonostante la ritrosia ad apparire, quasi mai riesce a dire di no agli amici delle organizzazioni cattoliche e del volontariato con le quali collabora da sempre. «La situazione socio-economica è cambiata e oggi non è più possibile sostenere il primato dei servizi pubblici ad ogni costo, a cui per anni abbiamo creduto», premette Flavia Franzoni. «E' un momento di difficoltà: ho molti dubbi più che convinzioni profonde da comunicare. E i dubbi portano anche conflitti: ma dobbiamo tenerci le nostre incertezze in questa fase». Pur tra i dubbi, una certezza resta: l'Europa del «Welfare», «non deve certamente andare verso il modello degli Stati Uniti, che lascia fuori dalla protezione milioni di persone e si occupa solo dei poveri, ma crea sempre nuovi poveri». Quale, allora, la strada da seguire? La signora Prodi pensa ad uno stato sociale diversificato, un sistema misto che comprenda l'intervento del pubblico, del privato e del volontariato. E indica il caso di Bologna, dove - dice - «ci sono i migliori servizi assistenziali e sanitari in circolazione». L'importante, però, è che nell'introduzione dei correttivi «si tengano sempre ben stretti gli obiettivi di equità per cui il "Welfare" è nato». Tenere «ben stretti» i princìpi di solidarietà che hanno ispirato lo Stato sociale significa, secondo Flavia Prodi, che «la solidarietà istituzionale deve restare forte e che il soggetto pubblico deve mantenere un ruolo importante: bisogna deci¬ dere quali servizi gestire direttamente e quali appaltare all'esterno, per evitare i rischi di una caduta di qualità», Una chiave di volta è il «no profit», che potrebbe favorire anche la solidarietà all'interno della Comunità capace di auto-organizzarsi: «Senza però pensare che sia risolutivo, né risolve il problema dell'occupazione». Altra parola forte è flessibilità: «Fa paura anche nel mondo del lavoro, certo - conclude la moglie del premier - ci vuole qualcuno che questa flessibilità la sappia governare». Marisa Ostolani »;a«K*:«<-Xw;v:< :.:.:::■: :■:■:■>:■: :■::■.■;:■>:■:-::■:■»::■>:->. «Pubblico, privato e volontariato riscriveranno il patto sociale» Flavia Prodi, la moglie del presidente del Consiglio

Luoghi citati: Bologna, Europa, Stati Uniti