Peste suina Un nuovo allarme
Capi abbattuti Capi abbattuti Peste suina Un nuovo allarme ROMA. Sugli allevamenti suini c'è la bandiera gialla: torna la peste, importata con capi di provenienza estera. Negli ultimi due giorni sono stati abbattuti 2100 suini in due aziende agricole, la prima in Umbria, la seconda in Campania, perché colpiti da peste suina. Nell'allevamento umbro di Magione, in provincia di Perugia, sono stati eliminati 1600 capi e altri 41.350 suini di 150 allevamenti che si trovano nel raggio di dieci chilometri dal focolaio della malattia sono stati messi precauzionalmente sotto sequestro. E' stato anche accertato che tutti i maiali eliminati provenivano dall'Olanda, Paese già colpito dall'epidemia assieme alla Germania. Lo stesso ministero dell'Agricoltura dell'Aia ha riferito che i capi erano stati esportati in Italia dalla zona del Bracante, 0 6 febbraio, «in tutta legalità e provvisti del richiesto certificato sanitario», come tiene a sottolineare il sindacato olandese dei produttori di carne e bestiame. Quattro giorni dopo, l'Unione Europea ha chiuso le frontiere olandesi all'export di suini, così come aveva già fatto per cinque Lànder tedeschi. L'Aia ha anche segnalato la possibilità di un secondo focolaio in Italia, poiché non tutti i suini esportati in quell'occasione erano destinati all'azienda agricola umbra. E infatti tm altro allevamento contaminato è stato individuato dai nostri servizi sanitari a Teggiano (Salerno), dove sono stati abbattuti 500 capi. Il nostro ministero della Sanità sottolinea che la peste suina non è trasmissibile in alcun modo all'uomo, quindi ogni motivo di preoccupazione in questo senso è fuori luogo, così come non esiste alcun parallelo con il morbo della «mucca pazza». L'infezione è dunque pericolosa solo per i suini, ma un'epidemia danneggerebbe pesantemente imo dei pochi settori della zootecnia nazionale che si è salvato dalle recenti crisi dovute alle conseguenze dell'epidemia di Bse in Inghilterra e alle penalizzazioni delle quote latte. «La peste suina è una minaccia latente e continua - spiega Mario Valpreda, responsabile dei servizi veterinari della Regione Piemonte -, ogni tanto si segnalano focolai sporadici, che quando vengono eliminati immediatamente non causano gravi conseguenze. Ma in altri casi la malattia divampa con straordinaria velocità. Quelli registrati negli ultimi giorni sono indubbiamente episodi preoccupanti, sia per 0 numero dei capi colpiti sia per l'area ad altissima concentrazione di allevamenti suini in cui si sono verificati». «Da parecchi anni non si registrano vere e proprie epidemie di peste suina - prosegue Valpreda -, ma ora il rischio è aumentato con la sospensione delle vaccinazioni pre prevenire la malattia». Ma come mai la profilassi preventiva è stata abolita? «Perché - risponde il veterinario - la politica europea è quella di eliminare la peste abbattendo i capi quando la malattia si manifesta, invece di sostenere le spese di vaccinazioni che tengono solo il virus sotto controllo. I capi abbattuti sono indennizzati, ma intanto ogni movimento di suini viene bloccato e si perdono i mercati». Vanni Cornerò
Persone citate: Mario Valpreda, Valpreda, Vanni Cornerò
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