«Vado in bagno», evade

«Vado in bagno», evade «Vado in bagno», evade Cosenza, beffa nell'aula bunker COSENZA. Quando c'è un processo, circolare in auto nella zona dell'aula-bunker di Cosenza è cosa ardua, tanto sono fitte le maglie della sorveglianza e acculate le misure di sicurezza Eppure ieri in quelle maglie s'è creato uno squarcio, grandi; a sufficienza perché un detenuto, imputato por mafia e omicidio, potesse scappare. Lasciando di stucco i carabinieri che lo avevano appena portato dal carcere per prendere parte ad un'udienza del processo «Garden», 118 imputati per anni e anni di delitti e misfatti della criminalità organizzata di Cosenza. Quella di Francesco Pezzulli, 31 anni, accusato da alcuni pentiti di essere stato un uomo della potente cosca di Franco Pino (da qualche tempo collaboratore di giustizia), è stata un'evasione incredibilmente «l'acile». «Un episodio inconcepibile», secondo Stefano Tocci, il sostituto della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro che sostiene la pubblica accusa nel processo. Inconcepibile ma anche «preoccupante», a sentire il magistrato, secondo il quale «parecchie persone devono assumersi la responsabilità di quanto è accaduto». A bordo di un ((cellulare» dell'Arma, Pezzulli è arrivato alle 8 nell'area dell'aula-bunker. «Ho bisogno di andare un attimo in bagno», deve aver detto Pezzulli agli uomini che lo accompagnavano in gabbia. Quasi un mistero, per il momento, al punto che tra gli investigatori, nessuno se la sente di escludere alcunché, compresa l'ipotesi che il giovane possa aver goduto di una qualche complicità «interna». Cioè tra gli stessi addetti alla sua sorveglianza. Della fuga di Pezzulli potrebbe essere rimasta traccia nelle riprese filmate fatte dall'impianto a circuito chiuso della struttura. Si vedrà. Intanto, i giudici della corte d'assise dovranno fare a meno della presenza dell'imputato, al quale l'Antimafia di Catanzaro contesta, oltre che la partecipazione alla cosca Pino, il concorso nell'omicidio di Michele Lorenzo, ucciso a Cosenza nel gennaio '86. Ad accusare Pezzulli del delitto sono lo stesso Franco Pino e un altro pentito, Roberto Pagano, complice - per sua ammissione - nell'omicidio. Evasione a parte, le pagine del processo Garden erano state già disseminate di piccoli e grandi «inconvenienti». Prima le minacce a un giudice popolare, poi allo stesso pm, e ancora le accuse a Tocci, da parte di ambienti forensi, di voler «criminalizzare» l'avvocatiu'a cosentina; poi Pino denuncia manovre di delegittimazione contro il magistrato della Dda catanzarese, facondo riferimento addirittura ad un presunto complotto tra imputati, esponenti politici cittadini, av¬ vocati e un ufficiale dei carabinieri. Pochi giorni dopo mia telefonata a polizia e carabinieri che annunciava un attentato a Pino, con tanto di particolari su tragitti da percorrere e località in cui il pentito sarebbe stato scortato per dormire. Da ultimo, il ritrovamento di tre proiettili cai. 9 Parabellum nella vasca di scarico in uno dei bagni dell'aula-bunker riservati ai detenuti. Lo stesso posto da dove ieri Pezzulli ha spiccato il volo. Sette minuti prima che ci si rendesse conto che le misure di sicurezza avevano fatto cilecca. Rocco Valenti L'esterno dell'aula bunker di Cosenza Da qui è evaso Pezzulli ieri mattina Francesco Pezzulli 31 anni imputato per il processo «Garden» E' evaso ieri

Luoghi citati: Catanzaro, Cosenza