Ma Catania non si arrende

Ma Catania non si arrende Ma Catania non si arrende Una città tra disperazione e speranza di risparmio succhiano sangue a quelle più povere. Prestare denaro, qui, ò un vecchio costume. 1 vampiri della signora Santonocito sono stati arrestati, due coniugi dall'aria innocua in favore dei quali subito altri bravi trenta cittadini hanno scritto una lettera a discolpa: «Sono persone perbene». La vittima, uscita dall'ospedale, ha fatto un appello: «Denunciate i vostri usurai, alia squadra mobile sapranno aiutarvi». Chissà. In questa mattinata qualunque, la questura da notizia di undici arresti per usura, uno spaccato di vampirismo da travet. Tra gli arrestati un commercialista, figlio di un ex dipendente del Banco di Sicilia, fratello di un agente di assicurazioni. Ad aprile si vota, qui a Catania, ed Enzo Bianco, sindaco ulivista ante Ulivo, non dovrebbe avere problemi. Catania e città di una destra forte di voti (50-60 per cento al Polo dalle Europee del '94 in poi) e debole di politica. Il ciclone Kianco fa stoi ia a sé e la legge elettorale siciliana potrebbe anche consentire al sindaco di confermarsi in un Consiglio comunale d'opposizione. La destra lo accusa di parlare molto e fare poco: «Meno immagine e più sostanza - dice l'onorevole ex missino Benito Pacione, che sarà il candidato di An -: questa città è veramente disperata. C'è bisogno di meno ipocrisia al potere». Parla di Bianco e pensa al Polo. Il sindaco sarà anche un gran pubblicitario di se stesso, ma non dimentichiamo che lino a qualche anno fa in giunta c'era gente come Matteo Litrico, mafioso, ora pentito, anzi collaboratore di giustizia. Uno dei mille e 400 catanesi. Quando Bianco cominciò a parlare di piano regolatore qui a Catania gli dovettero mettere la scorta. Adesso il piano c'è, prevede lo sviluppo zero, la ristrutturazione del centro storico (bellissimo) e la scorta rimane. Il suo progetto prevede di ottenere per i proprietari mutui a tasso uguale a quello di sconto caricando sulle casse del Comune la differenza e contando poi di recuperarla con l'aumento delfici, a catasto rifatto: «Una grande banca nazionale me l'ha proposto: c'è chi crede nello sviluppo e nel valore di Catania». Ci crederanno i catanesi? Sa di vivere sull'orlo di un vulcano (che non è l'Etna): «Qui basta buttare un cerino». «Qui» è un posto dove il 20 per cento della popolazione (HO mila persone) vive in miseria e un altro 20 nel precariato di casse integrazioni e lavoro nero. I disoccupati sono 70 mila e Bianco sa perfettamente che la rottura dei «vecchi equilibri» (inchieste su mafia e tangentopoli) è stato un disastro economico: non che quelli fossero bravi, ma così era il sistema. Ora a Catania non si vendono più gelsomini, come dice Igor Man, ma nemmeno c'è più in circolazione Nitto Santapaola, referente di Cosa Nostra sulla costa orientale. Il suo sistema di potere si è frantumato e contemporaneamente è avvenuto il crollo dei «grandi cavaberi», come ancora li chiamano qui, i costruttori Graci, Costanzo, Rendo e Finocchiaro che nei loro anni d'oro, rappresentavano il 30 per cento dell'economia. Siamo al «post», al dopo, senza che ancora ci sia un oggi. Il presidente dei giovani industriali, Seby Costanzo, 37 anni, architetto, una faccia simpatica, modi e look il più lontano possibile da tutti gli stereotipi siculi, racconta cose piene di buon senso, dice che l'impresa «deve stare al centro della società», parla senza indulgenze del passato (mafie, inciuci, tangenti, sistemi di ruberie saltati fmanco per storie di donne, come gli appalti di manutenzione sulla CataniaMessina, tuttora autostrada ad alto rischio) e sembra voler dire: «Siamo giovani, ci sappiamo fare, dateci una chance)). Ma il fatto è che alle vecchie autorità non se ne sono sostituite di nuove, il racket forse non è più geometricamente ossessivo come una volta, ma solo perché ingabbiati don Nitto e il Malpassotu, non si sa bene chi comanda. Si sparano più o meno come sempre (un centinaio di caduti all'anno), ma la guerriglia è indecifrabile, senza un referente di Cosa Nostra, la mafia è alimentata da stiddari senza bussole. Nella politica, ci dice Costanzo, le cose non sono poi tanto diverse: «La Regione non è di nessuno: non di An, non del pds, non di Forza Italia. Forse della vecchia de, variamente camuffata». Mica per caso qui si fa di tutto per mantenere e alimentare il sistema proporzionale dove, dice Costanzo, «vincono i mediocri». Il risultato è che se ad un appalto pubblico in continente («su» o «sopra», come dice lui) si incontrano in gara 30-40 aziende, qui sono 3-400: «C'è incertezza, confusione. In Sicilia - dice Costanzo -, il sistema economico era fondato sull'edilizia pubblica, oggi c'è solo mi pezzo di pane e ognuno vuole la sua moUichina». Mica facile, poi, per chi volesse rispettare le regole (costo del lavoro, etc.) che sono uguali a quelle di «sopra», ma in condizioni ben dif¬ ferenti che determinano per il credito un costo superiore e di 4-5 punti al resto d'Italia. E' così che almeno la metà dei lavoratori di medie e piccole aziende sono irregolari, che 0 doppio e triplo lavoro («lavoretti e lavoruzzi») si moltiplicano in un «nero» che assomiglia alle pietre laviche dei marciapiedi di via Etnea. A 72 anni Manlio Sgalambro sta vivendo la sua seconda vita come paroliere di Franco Battiato, vecchio-nuovo filosofo di una Catania notturna e crepuscolare, che emerge in una notte di pub, birrerie, tavolini all'aperto. Lo incontriamo nella bella libreria «Voltapagina», in via Crispi, dove si può prendere il caffè, scambiare quattro parole, perdere tempo. Lui gioca con le parole e scherza con il fuoco: «Chioschi dove si beve acqua colorata, serate passate a guardare le ragazze e a parlare di niente, notti di stordimento, la fantasia che procede per piccole esplosioni: è il mistero catanese che si manifesta, anche attraverso un rock spietato. Si scommette sulla notte, su un paradiso sconquassato, su qualcosa che potrebbe anche non avere avvenire. Oggi si vive così». E domani? «Non so». Cesare Martinetti COSI1 NEL 1993 PRIMO TURNO Enzo BIANCO 40,4% Claudio FAVA 27,5% Enzo TRANTINO Msi, Civiche 17,3% Antonio SCAVONE Dc 12,3% Mario PETRINA Indipendenti 2,5% Enzo BIANCO «Patio per Catania»: pds, pri, verdi e altri 52% Claudio FAVA «Liberare Catania»: La Rete, Rifondazione 48% . MM^MMUM»mmi.lll»lllinM«Ba»a8BMl Il cantautore Franco Battiato

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