Bianco, sindaco del centrosinistra, verso la rielezione. La destra: parla troppo e fa poco Ma Catania non si arrende

Bianco, sindaco del centrosinistra, verso la rielezione. La destra: parla troppo e fa poco Bianco, sindaco del centrosinistra, verso la rielezione. La destra: parla troppo e fa poco CATANIA DAL NOSTRO INVIATO Ritorto su se stesso, dentro un cappotto nero che odora di esistenzialismo, il vecchio professore Manlio Sgalambro esibisce la sua maschera paradossale per raccontarci che Catania e oggi «ina citta emorragica, copernicana, senza un centro, o meglio dove il centro è dappertutto». Si intuisce che vuol dire una citta piena di fenomeni: le solite cose di Sicilia (mafia, racket, disoccupazione, disperazione, fame, accidia, «peccaminosa indolenza»), ma anche giovani imprenditori che dalle antenne satellitari sono riusciti a progettare sistemi di comunicazione via satellite che si vendono in mezz'Europa. E perfino l'esplosione di una vita notturna che segna una new agc catanese, pop, rock, «acid jazz», un formicolare di locali e localetti, quattro ragazzi che cantano e suonano, dieci che li ascoltano. Benvenuti a Catania, in un giorno qualunque che si apre e si chiude con due omicidi. Alle 6,30 del mattino tocca a Giuseppe Russo, 54 anni, pregiudicato per usura, quartiere Picanello. Alle 10 di sera cade Carmelo Puntillo, 22 anni, incensurato, rione Nesime. Tra i due delitti la disperazione di ventisei operai della Scac che si sono arrampicati su un pontone della zona industriale e minacciano di buttarsi giù se non ritirano i licenziamenti. Un giorno in cui La Sicilia ha in prima pagina la notizia che «Catania, dopo Pisa, avrà la sua scuola Normale», un ateneo di eccellenza che ci auguriamo tutti non serva soltanto a prolungare la vita scolastica dei disoccupati. Per fortuna è uscita dall'ospedale la signora Rosanna Santonocito che s'era data fuoco davanti alla questura per protestare contro gli usurai che le hanno strangolato la vita; un marito invalido, quattro figli con problemi di vista, medicine e un carissimo paio d'occhiali da acquistare. Due anni fa s'era fatta prestare 2 milioni c mezzo dai vicini di casa e alla fine il debito è salito a 8. Fatti normali nell'abisso del quartiere Librino 160 mila abitanti, unico «servizio sociale» un salone adibito a chiesa con 400 posti) dove il parroco di Nostra Signora del Santissimo Sacramento Alfio Spampinato ha imposto abiti di tutti i giorni ai ragazzini delle prime comunioni per evitare che le famiglie si facessero incravattare anche per quello Padre Alfio, che da ragazzo si dava da fare nel rasi, è un teorico dell'«economia etica» (ha pubblicato anche un libro per// Sole 24 Ore) e manager infaticabile ed entusiasta del suo quartiere: organizza le scuole, i disoccupati, fa il cappellano dei detenuti, in assenza di altri ha una specie di ufficio di collocamento Ci mostra l'ultima lettera ricevuta, è di un pescatore: «Ogni giorno vado al porto alle 17,30, ma non sempre lavoro. Riesco a malapena a dar da mangiare ai miei figli, siamo stati sfrattati, sono disperato...». Ordinaria disperazione a Catania dove l'usura e la regola che si alimenta in un doppio circuito alto e basso dove la mafia ricicla i suoi soldi e in cui le famiglie con un po' Mafia, racket, fame disoccupazione, usura, sfruttamento Ma il presidente dei giovani industriali dice «Ci sappiamo fare, dateci una chance» > } A sinistra un'immagine del centro di Catania e, a destra, il sindaco uscente Enzo Bianco

Persone citate: Alfio Spampinato, Bianco, Carmelo Puntillo, Enzo Bianco, Giuseppe Russo, Manlio Sgalambro, Padre Alfio, Rosanna Santonocito

Luoghi citati: Catania, Europa, Pisa, Sicilia