Le pensioni non entrano nella manovra di Stefano Lepri

Previdenza, è polemica sul rapporto Treu: risparmiati 445 miliardi o spesi 555 in più? Previdenza, è polemica sul rapporto Treu: risparmiati 445 miliardi o spesi 555 in più? Le pensioni non entrano nella manovra Via libera all'intervento «indolore» sui fondi liquidazione ROMA. Funziona, non funziona, la riforma Dini della previdenza? Le cifre di un rapporto del ministero del Lavoro - che. a seconda di comi! le si guardino, danno 445 miliardi in più o f)5S in meno del previsto nel '95 - riaccendono la polemica; pur se e chiaro che nella imminente manovra-bis, che sarà come previsto ili 14.000 miliardi ed e quasi pronta, le pensioni non ci saranno. E' confermato invece l'intervento «indolore)) sui fondi liquidazione, che ne trasferirà una quota allo Stato senza nessun danno per i lavoratori e con costi molto contenuti per le imprese; e si pensa ad altre misuri! ugualmente indolori. «La riforma delle pensioni, dai pruni dati che abbiamo, sta funzionando in pane come previsto e in parte meglio», sostiene il ministro del Lavoro Tiziano Treu, che ne è l'autore (rivestiva lo stesso incarico nel governo Dini). Il rapporto del «nucleo di valutazione» ministeriale, elaboralo dall'economista Gianni tleroldi, confronta i risparmi di spesa ottenuti con quelli attesi. Scorniciando i pensionamenti per anzianità si è ottenuto un risparmio di 790 miliardi superiore al previsto, 517 nel settore privato e 273 nel pubblico. E' questo, secondo il ministro, il risultato più interessante. Ha dato invece appena 1055 miliardi invece di 2b()4, 1549 in meno, il contributo previdenziale del 10% a carico dei cosiddetti «lavoratori parasubordinati» [legati da contratti di collaborazione). E' un fiasco chi; la Banca d'Italia aveva previste fin dall'inizio. Treu però ritiene che il mancato gettito sia in parte legato alla partenza difficile e ritardata del provvedimento e che nel '97 le previsioni saranno rispettate. Nel complesso, i rispanni sarebbero eh 555 miliardi inferiori alle previsioni se non si fossero incassati mille miliardi in più dal condono previdenziale. Il consuntivo è di G000 miliardi risparmiati invece di 5500. Delle cifre di Treu dà un'interpretazione opposta l'esperto di previdenza Giuliano Cazzola: i risparmi nell'anzianità sono immaginari, perché rapportati a una previsione di pensionamenti troppo alta. Ma è questo il problema? Il sottosegretario al Tesoro Laura Pennacchi condivide il rapporto del ministero del Lavoro, eppure ritiene che qualcos'altro vada fatto per garantire ri¬ sparmi maggiori in futuro: «Estendere il calcolo contributivo della pensione, prò quota, a coloro che nel '96 avevano superato i 18 anni di contributi» misura importante per dare equilibrio al sistema «negli anni più difficili, quelli tra il 2015 e il 2025». Niente pensioni, dunque, nella manovra-bis che il governo varerà subito dopo la relazione di cassa del Tesoro, il 15 marzo. Nemmeno ticket sanitari, assicura il ministro Rosy Bindi. E nemmeno nuove tasse, ripete il ministro delle Finanze Vincenzo Visco: la sua idea per contribuire alla manovra è di accelerare la riscossione delle imposte evase perfezionando la delega già ricevuta con la legge finanziaria. Si tratterebbe di spingere i contribuenti colpiti da verifica a versare subito una parte del dovuto attraverso 1'«accertamento con adesione» già in vigore. In altri ministeri si coglie qualche dubbio che si possa avere gettito aggiuntivo. L'intervento sulle liquidazioni (diversissimo da quello adottato con la legge finanziaria '97) consisterà nell'obbligare le imprese a versare allo Stato tutti i nuovi accantonamenti del «Tfr» per i loro dipendenti. In cambio lo Stato provvedere a pagare per quella quota le liquidazioni a chi lascia l'impiego: per i lavoratori non eambierà nulla. Le imprese saranno indennizzate del maggior costo (differenza tra tassi bancari medi e rendimento del Tfr) corrispondente alla scomparsa di questa fonte di finanziamento. Alle piccole impreso, più danneggiate, si darà un ri finanziamento delle leggi specifiche. Potrà sottrarsi chi formerà fondi di previdenza integrativa. Con questa misura lo Stato potrà contabilizzare un'entrata netta di 5000 miliardi: un altro espediente sulla via di Maastricht, «strutturale» nel senso che sarà permanente nel tempo. Unica parte davvero impopolare della manovra-bis resta per ora il «contributo di solidarietà», simbolico per i lavoratori dipendenti (0,15%), più consistente per gli autonomi e per i pensionati di vecchiaia (0,5%), incisivo sui pensionati di anzianità (1,5%). Il contrasto politico è sul livello di esenzione per le pensioni più basse. In serata ha preso coi-po anche l'ipotesi di un nuovo concordato fiscale. Stefano Lepri

Persone citate: Dini, Giuliano Cazzola, Laura Pennacchi, Rosy Bindi, Tiziano Treu, Treu, Vincenzo Visco

Luoghi citati: Roma