«Un patto anti-pentiti» di Fabio Albanese

Catania, lo denuncia un giudice: governo e opposizione vogliono normalizzarli. Vigna: non sono d'accordo Catania, lo denuncia un giudice: governo e opposizione vogliono normalizzarli. Vigna: non sono d'accordo «Un patto anti-pentiti» «E lo Stato snobba la lotta ai boss» CATANIA. «C'è un patto stipulato tra governo e opposizione per la normalizzazione dei pentiti». Usa toni per nulla diplomatici il sostituto procuratore della Dna, Amedeo Bertone, dopo l'ennesimo caso di revoca di alcune misure di sicurezza a un pentito. Dice Bertone: «Lo Slato ha deciso che tra i suoi compiti prioritari non c'è più la lotta alla malia. Il più grande problema del governo non sembra la lotta, alle mafie, ma la disincentivazione delle collaborazioni che provengono dal loro interno. E' fui troppo chiaro - aggiunge - che tra governo e opposizione è stato stipulato un patto per la normalizzazione dei pentiti». «Vediamo un clima diverso, che ci danneggia sul piano processuale e ci preoccupa - spiega il capo della Procura, Mario Busacca - posizioni un tempo lontane tra le forze politiche ora sono più vicine. Forse prima c'era un clima troppo favorevole ai pentiti, ora però è l'opposto; bisogna trovare un equilibrio». Ieri mattina nell'aula bunker di Bicocca avrebbe dovuto deporre Maurizio Avola, ex superkiller reo confesso della cosca Santapaola e tra i collaboratori di giustizia più importanti, per spiegare i terribili affari della mafia catanese. Avola però non si è presentato. «Per protesta - hanno spiegato i magistrati della Procura - perché è preoccupato per la sua sicurezza e per quella dei suoi familiari». Pare che il servizio centrale di protezione dei pentiti non gli abbia concesso alcuno misure di sicurezza che il pentito chiede da tempo. Nel novembre dello scorso anno un'altra deposizione di Avola era saltata perché il servizio di protezione non aveva messo a disposizione un elicottero per trasportare il pentito nell'aula bunker, in regime di sicurezza. Tramite il suo legale, Ugo Colonna, Avola ha diffuso una nota nella quale si rivolge al ministro dell'Interno e al procuratore nazionale antimafia, denunciando «l'inerzia delle forze governative nell'affrontare le disfunzioni esistenti nella gestione dei collaboratori di giustizia. Se malaugurate esigenze politico-giudiziarie intendono continuare quanto denunciato - è la conclusione - che lo si dica clùaramente, che Avola Maurizio è pronto sin da ora a fare ritorno direttamente in carcere». «Quella di Avola non è una protesta isolata - spiega Bertone -, ma coinvolge più collaboratori di giustizia, che lamentano un nuovo clima politico rispetto al loro status giuridico». Bertone «data» il cambiamento di strategia politica sulla mafia dal 1994, dai tempi «di un governo ben preciso e adesso la cosa si ripete, nonostante il governo sia di segno opposto». Poi aggiunge: «Ad avere questo atteggiamento sono quegli stessi politici che temono rivelazioni sui rapporti mafia-politi- ca e che saranno poi pronti a versare lacrime di coccodrillo e a emanare leggi speciali in caso di drammatiche necessità». Ma il procuratore nazionale antimafia, Vigna, ribatte: «Non condivido le accuse di Bertone anche se effettivamente alcuni collaboratori hanno manifestato perplessità. La loro gestione è obiettivamente difficile, ma non dovrebbe in ogni caso lasciare questi spazi di proteste». Anche dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione arrivano repliche risentite. Da Roma, il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Ayala, ex magistrato, respinge le accuse rivolte al governo e bolla come «irresponsabili» le dichiarazioni di Bertone che pongono «ancora una volta il delicato problema dei limiti entro i quali è consentito ai magistrati il libero esercizio del loro legittimo diritto di critica». «Nessun accordo tra maggioranza e opposizione - dice l'ex presidente dell'Antimafia, Tiziana Parenti, di Forza Italia - anzi, è la maggioranza che sta cercando di rimediare ai danni fatti attraverso i pentiti». Fabio Albanese Accanto, un pentito depone in aula protetto da uno schermo Sotto Ottaviano Del Turco

Luoghi citati: Avola, Catania, Roma